Home Ambiente Sassuolo: prevenzione antincendi, tutti i divieti

Sassuolo: prevenzione antincendi, tutti i divieti


# ora in onda #
...............




Arriva il grande caldo e si intensifica il rischio di incendi boschivi. La Regione Emilia Romagna ha dichiarato, per il periodo 19 luglio–27 agosto, lo stato di grave pericolosità su tutto il territorio regionale.

In questo periodo sono vietate tutte le azioni che possono anche solo determinare l’innesco d’incendio, in particolare, secondo quanto previsto dalle “Prescrizioni di massima della Polizia Forestale”: accendere fuochi all’aperto nelle aree forestali, nei terreni di pascolo o prati, a distanza minore di 200 m dai loro margini esterni; è consentita l’accensione di fuochi, con le necessarie cautele, su appositi bracieri o focolai nelle aie e cortili di pertinenza di fabbricati o su aree adeguatamente scelte ed attrezzate allo scopo (vale a dire ripulite da foglie, da erbe secche e da altri materiali facilmente infiammabili, con l’obbligo di riparare il focolare in modo da impedire la dispersione della brace e delle scintille e di spegnere completamente il fuoco prima di abbandonarlo); il fuoco deve essere, comunque, sempre custodito, coloro che lo accendono sono personalmente responsabili di tutti i danni che da esso possono derivare.

Per quanto riguarda la pratica di bruciare sterpaglie e erbe infestanti a scopo di pulizia, l’art. 24 del vigente Regolamento Comunale di Polizia Urbana fa divieto di “bruciare materiali di qualsiasi tipo o accendere fuochi nel territorio comunale compresi fuochi liberi a sterpaglie, siepi, erbe degli argini di fossi, scarpate nonché materiali di varia natura presenti nei cantieri edili”.

Nelle aree forestali è sempre vietato accendere i fuochi, usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare metalli, usare motori, fornelli o inceneritori che producono faville o brace, fumare o comunque compiere ogni altra operazione che possa creare pericolo immediato o mediato di incendio.

Per le trasgressioni si applica la sanzione amministrava da un minimo di 1000 ad un massimo di 10mila euro, ma il fatto può arrivare a costituire reato contemplato dal codice penale.