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‘Mundus’: domani a Scandiano con Simone Zanchini e Zoreh Jooya Ensamble


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Doppio concerto a Scandiano e triplo concerto per il festival Mundus 2008. Domani, martedì 5 agosto alle ore 21.30 Simone Zanchini in solo e, a seguire, Zoreh Jooya Ensamble presso il Cortile della Rocca del Boiardo di Scandiano (in caso di pioggia al Cinema Teatro Boiardo, via XXV aprile, 3), all’ Ex Macello Comunale i Pospaghemme + BJ a Carpi.

Simone Zanchini si presenta in compagnia della sua fisarmonica acustica, della fisarmonica midi, del live-elettronics e del laptop.
“Meglio solo…!” non è un atto di presunzione, ma al contrario la piena presa di coscienza che, infrangendo certi codici e certi linguaggi, l’interplay e il dialogo musicale diventano difficili.
Questa incondivisibilità si complica ulteriormente quando, come in questo progetto, diversi mondi sonori si mescolano tra loro (le sonorità timbriche degli strumenti acustici e lo sterminato mondo elettronico) nel tentativo di creare un unico magma che sfocia in un personalissimo approccio alla materia improvvisativa.
Certi ronzii che albergano nel nostro cervello sono solo nostri, magnificamente unici, trasmettibili solo attraverso le emozioni e percepibili soltanto se si è armati di una grande “disponibilità”.
Dunque, per sopperire a questa insormontabile difficoltà mi sono detto … meglio solo!
A Journey to Persia and Afghanistan questo il titolo dello spettacolo del Zoreh Jooya & Ensamble composto da Zohreh Jooya (voce), Dawud Sarkhosh (voce e harmonium), Sobeir Bakhtiar (robab), Masud Walisadeh (tabla),
Nata a Mashhad, una città dell’Iran dell’est da padre afgano e da madre iraniana, la cantante Zohreh Jooya vive, fin dal periodo dei suoi studi della musica classica, a Vienna dove, attualmente, si dedica principalmente all’interpretazione della musica orientale. Gli album prodotti offrono una panoramica dei suoi programmi musicali.
“Songs from Afghanistan” propone oltre ad antichi canti tradizionali anche Ghazal, canzoni d’amore e Qawwali, canti religiosi, molto diffusi anche in India e in Pakistan. La musica è suonata con classici strumenti afgani come il robad, l’harmonium il damburre e le tabla. Nell’album “Music of the Persian Mystics” Jooya interpreta testi dei mistici persiani del 1200 e del 1300 su musiche composte dal virtuoso del tar, l’iraniano Majid Derakhshani. Questi arrangiamenti si basano sulla musica classica persiana con i suoi tipici strumenti: il tar, il setar, il daf e il ney. Inoltre, con il violoncello, il saxofono e le tabla, vengono aggiunte note sonore europee ed indiane. L’album “Persian Nights” propone melodie tradizionali dei diversi gruppi etnici iraniani cantati in linga persiana, curda, azerbaigiana e gilaki. Con il suo stile di canto, nel quale si sente l’educazione classica, Zohreh Jooya dà alla musica una nota europea. La differenza tra i due mondi musicali è enorme. Jooya spiega che nella musica afgana e persiana non esiste l’armonia ma che invece la melodia ha un ruolo molto importante. Le scale musicali persiane, i maquams, sono paragonabili alla musica gregoriana. Si improvvisa su una nota principale che poi si apre come un fiore. Zohreh Jooya si sente sempre legata alla sua patria e le rincresce che l’interpretazione fondamentalista dell’islam proibisca alle donne di apparire in scena. Tuttavia le sue esperienze in Europa sono più che positive, precisa la cantante: ”qui il pubblico è aperto, la gente si interessa molto alle musiche provenienti da altre culture. Inoltre c’è una serie di organizzazioni che sostengono progetti di musica del mondo”. La musica del mondo è per Zohreh Jooya la musica del futuro. Contemporaneamente però fa riflettere :”la musica che è semplicemente un miscuglio di tutto non mi piace. In tutto quello che si fa ci deve essere una base sulla quale si possa costruire. È uguale se poi il tutto prende una direzione moderna o diventa uno sviluppo di una forma tradizionale”.
E a Carpi saranno Beppe Scardino – sax baritono + eventuali, Federico Scettri – batteria + eventuali e Francesco “BJ” Bigoni – sax tenore, clarinetto + eventuali a intrattenere la platea con il concerto dei Pospaghemme.
Pospaghemme nasce come esplosivo duo che, partendo dal suono scarno sax baritono/batteria, riesce a passare con la stessa facilità ed intenzione dal blues al jazz, dalla libera improvvisazione a sporchi ipnotici groooves.
Il tutto arricchito (o disturbato?) da imprevedibili sprazzi di teatro d’avanguardia e – per questa volta – dalla straordinaria partecipazione di Francesco Bigoni, vale a dire uno dei grandi talenti del “new jazz” italico.

Ancora quindici giorni per partecipare ai concerti della tredicesima edizione del festival musicale Mundus che dal 28 giugno ospita nei Comuni della provincia di Reggio Emilia concerti di altissimo livello e che chiuderà il 20 agosto con il trentaquattresimo appuntamento del calendario.
Le cornici scelte per i concerti assicurano un clima perfetto per godere delle sonorità che emanano tradizione ma anche ricerca e contaminazione con la precisa missione di riservare un particolare spazio alla musica italiana, per mettere in rilievo la diversità e la ricchezza dei suoni e delle tradizioni musicali del nostro paese.
Mundus, organizzato da Ater, Associazione Teatrale Emilia Romagna con la collaborazione della Provincia di Reggio Emilia, della Regione Emilia Romagna e di tutti i Comuni che ospitano i concerti, non è solo musica ma anche cultura e tradizione, contenitore di multiculturalità e occasione di scambio fra gli ospiti coinvolti ed il numeroso pubblico del festival.

Info: Ater.