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Malore su Minibù: la risposta di Atc Reggio Emilia


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In merito alla notizia ripresa e diffusa dalle testati locali relativa ad un presunto malore occorso ad una donna incinta a causa del caldo eccessivo a bordo di uno dei nostri Minibù, teniamo a ribadire che, ad oggi, in ACT, in Autolinee dell’Emilia ed in TIL non risulta pervenuta alcuna segnalazione di malori o disagi occorsi a passeggeri o autisti derivanti dal mancato funzionamento del sistema di condizionamento d’aria dei bus impiegati nel servizio urbano.


Ciò detto, è altrettanto doveroso da parte nostra sottolineare come la lettera aperta del 4 agosto scorso che FAISA – CISAL ha inviato ai giornali pare volutamente confusa e finalizzata solo a creare inutilmente allarme fra gli utenti e lo stesso personale di guida.

É sufficiente leggere la nota dell’Agenzia DIRE per rendersene conto: dapprima viene chiamato in causa il Consorzio Orfeo come responsabile del problema che avrebbe (il condizionale è d’obbligo) causato il malore, per poi affermare, poche righe dopo che il servizio Minibù è svolto da TIL.

Va altresì detto che il segretario di questo sindacato è da anni un dipendete di Autolinee dell’Emilia e conosce bene le differenze fra servizi minimi di trasporto pubblico e orario ridotto estivo, fra Consorzio ORFEO e TIL e tra autobus e Minibù, compreso il fatto che i Minibù della linea G, in quanto elettrici, non possono essere dotati di impianti di condizionamento d’aria senza pregiudicare l’autonomia di marcia.

Da notare infine che “casualmente” queste comunicazioni vaghe e confuse vengono spesso divulgate alla vigilia di importanti decisioni da parte dell’Azienda o durante le fasi di trattative sindacali, quasi a voler intervenire indirettamente sul loro sviluppo: la pessima “abitudine” di allarmare l’opinione pubblica utilizzando informazioni distorte e interpretate in modo fazioso deve assolutamente cessare.

Diffidiamo pertanto chiunque dal proseguire su questa strada che non può che portare a due conclusioni:
1. se è vero che i problemi esistono, allora la soluzione non si trova sui giornali
2. in caso contrario, chi diffonde notizie false se ne deve assumere la piena responsabilità.

La Presidenza e la Direzione di Act