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Come deve essere Modena Futura? Sindacati pronti alla discussione


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Abbiamo letto con molto interesse l’intervista all’assessore Sitta pubblicata mercoledì scorso sulla stampa, intervista che introducendo nella
sua parte finale il tema della necessità di progettare la “Modena Futura”, rileva alcune criticità nella Modena attuale, a partire dai dati
demografici.


E’ indubbio che lo sviluppo demografico che ha caratterizzato la nostra Provincia negli ultimi 10 anni (+ 9,2%) si è caratterizzato per una
crescita forte e simultanea dei distretti vicini al capoluogo, che, al contrario, vede, nello stesso arco di tempo, una quasi invarianza numerica
della popolazione complessiva (dai 176.000 ai 180.000 abitanti ).
Invarianza numerica che tuttavia non significa che la città non sia profondamente cambiata: aumenta il numero delle famiglie, cresce la popolazione anziana, incrementano le nascite in particolare da famiglie di provenienza extracomunitaria; gli immigrati ormai stabili superano le 20.000 unità; la città è cresciuta nelle costruzioni, nei cambi di destinazioni d’uso, nella terziarizzazione del tessuto produttivo, è cresciuta nella domanda di servizi e di tutele.

Elementi che inducono Cgil, Cisl e Uil a chiedere una crescita di qualità, con scelte che vadano nella direzione del recupero, della razionalizzazione, della consapevolezza di un territorio sempre meno disponibile. E’
necessario coniugare i bisogni dell’ambiente con uno sviluppo sostenibile e durevole.
Elementi che ci inducono a rivendicare, nei tavoli di confronto che abbiamo con il Comune di Modena una programmazione dello sviluppo che sappia selezionare gli interventi e in cui lo sviluppo urbanistico sia coerentemente ragionato insieme alla progettazione di un welfare sempre più capace di rispondere a bisogni nuovi e incrementati, in una logica di sviluppo integrato.
Vorremmo discutere sul perché la città non sia cresciuta negli ultimi trent’anni con la stessa intensità del resto della Provincia; in ogni caso
l’idea di espanderla e armonizzarla a nostro avviso non è sufficiente per garantirsi uno sviluppo all’insegna della qualità.
Oggi più di ieri bisogna assumere con convinzione anche il problema degli approvvigionamenti energetici, del trattamento dei rifiuti, della gestione oculata delle risorse primarie.
Condividiamo infatti gli obiettivi di fondo del PTCP: consapevolezza del territorio finito, necessità di premiare la qualità e l’innovazione, la sostenibilità ambientale, il governo equilibrato della crescita.
Le scelte urbanistiche e programmatorie di ogni singolo ambito comunale o distrettuale non possono essere avulse da un contesto più ampio su cui occorre investire a livello strategico per un forte coordinamento di azioni e di scelte: occorrerà quindi misurare la capacità di esercitare scelte coerenti con lo scenario complessivo.
In questo contesto apprezziamo la disponibilità ad un confronto su queste tematiche da parte del Comune di Modena e auspichiamo che il confronto
possa poi tradursi nella condivisone delle scelte e degli obiettivi. Da anni ormai chiediamo l’avvio di una discussione ampia e partecipata sulla necessità di una programmazione finalizzata ad orientare e selezionare l’utilizzo di risorse e di territorio, in una Provincia in cui la crescita quantitativa degli ultimi anni è stata purtroppo accompagnata dalla crescita delle tensioni sociali, dall’aumento della precarizzazione del lavoro dall’incremento di nuovi bisogni che richiedono di potenziare il
sistema di welfare.

Cgil, Cisl e Uil dichiarano la loro disponibilità a contribuire a questa discussione, strategica per le opportunità e le condizioni di vita dei
lavoratori e dei pensionati che intendono rappresentare.

Segreterie Cgil – Cisl – Uil Modena