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Al Lazio il primato per il tempo medio dedicato alla mobilità, 13ma l’Emilia R.


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E’ il Lazio la regione italiana con il più alto tempo medio dedicato alla mobilità nel 2007, con un valore di 77,1 minuti pro-capite. A rivelarlo un’analisi condotta dall’Osservatorio sulla Mobilità Sostenibile dell’Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) su dati Isfort.

Dall’analisi emerge che nel Lazio i residenti con un’età compresa tra i 14 e gli 80 anni dedicano mediamente 77,1 minuti al giorno alla mobilità.

Segue in questa speciale classifica la Liguria, in cui questo valore si ferma a quota 74,5 minuti. Al terzo posto si colloca la Lombardia, con un valore di 68,3 minuti. Tredicesima l’Emilia Romagna con 60,3 minuti.
Agli ultimi posti della classifica sono la Basilicata ed il Friuli Venezia Giulia (58,1 minuti), la Sardegna (57,7 minuti) ed infine le Marche con 57,1 minuti.

In generale il tempo medio dedicato alla mobilità è influenzato dalla presenza di grandi città, dalla situazione delle infrastrutture e dalla conformazione geografica del territorio.
Il dato del Lazio è stato quindi condizionato da Roma e dalla peculiare situazione della sua mobilità, derivante sia dalle distanze da coprire che dalla situazione non ottimale delle infrastrutture. Sorprende un poco il dato della Liguria, che colloca la regione al secondo posto della graduatoria con un tempo medio dedicato alla mobilità molto più vicino a quello del Lazio, la regione prima in classifica, che a quello della Lombardia, la terza. La situazione della Liguria è dovuta probabilmente alla particolare conformazione geografica del territorio, unitamente alla presenza di una grande città e ad una situazione di carenze infrastrutturali.

Visto che nel 2008 – sostiene l’Osservatorio sulla Mobilità Sostenibile dell’Airp – c’è stata una riduzione dei consumi di carburante per effetto dei forti aumenti dei prezzi alla pompa, sarà interessante verificare qual è stato l’impatto di questa nuova situazione sul tempo medio dedicato alla mobilità. La logica suggerisce che la rinuncia all’auto abbia determinato un aumento del tempo medio pro-capite destinato alla mobilità, ma non è detto che sia andata così, perché la diminuzione del traffico potrebbe aver determinato un aumento della velocità media.