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A.C. Modena: infrastrutture in ritardo di 30 anni


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“Non può esserci uno sviluppo economico omogeneo del Paese senza un adeguato sistema di mobilità, fondato su reti infrastrutturali efficaci e moderne. Questo è il pensiero dell’A.C.I espresso dal presidente Gelpi a Cernobbio” – commenta l’ing. Orlandi presidente dell’A.C. Modena.

“L’errore più ricorrente, nel nostro Paese, è stato quello di ‘considerare’ l’automobile, da un lato, uno status symbol e, dall’altro, un pozzo fiscale. La sfera politica e istituzionale non è così riuscita a fornire risposte adeguate alla domanda di mobilità dei cittadini, intesa soprattutto come fattore di sviluppo economico”.
E’ necessaria una legge quadro, per valutare l’impatto ambientale di ogni intervento urbanistico: “A Cernobbio abbiamo ricordato che gli automobilisti italiani spendono ogni anno 160 miliardi di euro per l’acquisto e l’utilizzo del proprio veicolo, versando all’erario oltre 40 miliardi di euro. I trasporti rappresentano la terza voce di spesa per le famiglie, dopo la casa e l’alimentazione. Non si può quindi dire che: manchino le risorse per una crescita ormai improrogabile della nostra rete infrastrutturale. Rete ferma da oltre trenta anni – conclude Orlandi- Nello sviluppo urbanistico, con quello della mobilità e più in generale dell’economia, bisogna evitare che l’espansione della città produca ulteriore congestione nel traffico, con conseguenti diseconomie, per la società e per l’ambiente. E’ ormai improrogabile pensare il rapporto tra uso del territorio e infrastrutture, attraverso l’emanazione di una legge quadro che stabilisca l’obbligo della Valutazione di Impatto sulla Mobilità per ogni intervento di edilizia residenziale e commerciale”.