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Scuola: Monari, Pd contro i tagli della Gelmini


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Suona la campanella in alcuni istituti scolastici del nostro Paese ma, secondo il Presidente del Gruppo Pd in Regione Emilia-Romagna Marco Monari, «oggi è un brutto primo giorno di lezioni, per la scuola italiana».

«I quotidiani ci parlano di migliaia di cattedre vuote, eppure il Ministro Mariastella Gelmini negli ultimi giorni non ha fatto altro che parlare di tagli. Vuole tornare al maestro unico, ridurre di fatto il modulo scolastico sulla scuola primaria da 30 (perfino la sua collega Letizia Moratti era riuscita a capirlo) a 24 ore, tagliare più di 80mila insegnanti, lasciare a casa 40mila persone impiegate nel settore, inquadrate come personale non docente. Cosa significa tutto questo? La scomparsa del tempo pieno, la chiusura di alcuni istituti nei centri urbani più piccoli. L’incidenza di misure del genere sulle famiglie italiane sarà pesantissima, e non solo dal punto di vista educativo. L’impossibilità di lasciare i bambini in istituti scolastici qualificati nelle ore pomeridiane inciderà sulla possibilità delle mamme di mantenere il loro posto di lavoro, i genitori costretti a portare i figli in scuole lontano da casa dovranno sostenere ulteriori costi, in un periodo di generalizzata difficoltà per le famiglie ad arrivare alla fine del mese».
Secondo Monari «è utile che la maggioranza che governa la Regione Emilia-Romagna si mobiliti in vista della prima seduta dell’Assemblea Legislativa per far sentire la propria voce contro queste misure che vanno a colpire pesantemente tutto il settore della formazione del nostro Paese. A farne le spese, inevitabilmente, saranno le fasce più deboli. Quali tipo di garanzie avranno d’ora in poi le famiglie i cui figli hanno bisogno di insegnanti di sostegno e di appoggio? Non solo: proprio nel momento in cui le classi delle elementari diventano sempre più multirazziali, e ci sarebbe bisogno di uno sforzo per favorire l’apprendimento della lingua italiana e quindi l’integrazione dei piccoli stranieri, si va nella direzione opposta. Che ne sarà dei bambini portatori di handicap? Tutti interrogativi ai quali il ministro si guarda bene dal fornire una risposta convincente. Ammesso che ce l’abbia».

L’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo PD nella commissione Cultura e Istruzione della Camera, commenta l’attacco di Umberto Bossi al ministro
dell’Istruzione Gelmini.
“Stando a ciò che compare oggi sui giornali, verrebbe da dire che se noi, opposizione, chiediamo le dimissioni del ministro Gelmini tramite Bersani, loro, maggioranza, pensano siano opportune. Umberto Bossi, nel suo attacco
alla Gelmini, di fatto conferma come il decreto, oltre a non essere stato preceduto da nessun dibattito, non sia fondato su nessuna riflessione sul modello educativo e sia privo di qualsiasi preoccupazione pedagogica sul maestro unico.
Il decreto nasce esclusivamente dall’intenzione di fare cassa con la scuola. La Gelmini svolge di fatto un lavoro ragionieristico per conto del
capoufficio Tremonti. Lei stessa, nelle sue numerose interviste, lo ammette. Si tratta di ridurre il personale, è il suo continuo refrain.
Peraltro, per inciso, segnalo che tra le tante falsità che circolano in questi giorni, una è nota a tutti i genitori che hanno bambini che frequentano la scuola primaria a modulo. Si è detto che nel modulo in ogni classe ci sono tre insegnanti. In realtà sono tre su due classi, ossia 1,5 a sezione. Detto questo, proviamo a capire la ragione di questa ennesima polemica interna all’esecutivo.
In realtà, la posizione della Lega in commissione scuola è sempre stata favorevole al maestro unico. Bossi si sta solo preparando al rimpastino
previsto per le prossime settimana, quando verranno distribuiti e assegnati alcuni posti da sottosegretario, e ha posizionato la Lega sul fronte del ministero dell’istruzione. Ecco la
natura vera dello scontro. Non a caso la Gelmini ricorre al suo principale Tremonti per difendere la sua scelta. Perché il potente ministro
dell’Economia, oltre ad essere il forzista più amato da Bossi, è oggi la figura di collegamento tra la Lega e Forza Italia (di An si erano perse le
tracce dopo le immersioni nelle acque di Giannutri, l’area protetta del Parco dell’Arcipelago Toscano: le abbiamo purtroppo ritrovate in insostenibili attestazioni di stima ai ragazzi di Salò). Si riduce insomma tutto ad un
problema di poltrone. Che amarezza per la scuola!! E per le famiglie che pagheranno duramente queste scelte”.