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Il recupero di Villa Giacobazzi, al centro della vita sassolese


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Nei prossimi mesi avranno inizio gli interventi di recupero funzionale di Villa Giacobazzi, gioiello del patrimonio storico e architettonico sassolese, immerso nel verde di Parco Vistarino, a pochi metri dal Parco Ducale. Nella Villa troverà spazio la Sezione Ragazzi della Biblioteca, che si trasferirà dall’attuale sede di Via Rocca. Con le iniziative organizzate per il 12 e 13 settembre il Comune promuove l’avvio di un programma di partecipazione della città a questa rinascita. Due giorni per avvicinarsi a Villa Giacobazzi, per immergersi nella sua storia, per conoscere il progetto che la restituirà alla città.

Venerdì 12 settembre alle 21 nel parco della Villa (in caso di maltempo in Sala Biasin) verrà proiettato il filmato “Un’antica dimora. Villa Giacobazzi a Sassuolo riprende vita”, del giovane regista modenese Calogero Venezia. Alle 21,30 poi il saluto del sindaco Graziano Pattuzzi e gli interventi dedicati al progetto di recupero funzionale da parte dell’assessore ai lavori pubblici Sandro Morini e dell’architetto Francesca Vezzali, capogruppo dell’associazione temporanea di impresa vincitrice del concorso per la progettazione.
Sabato 13 settembre alle 10 i sassolesi potranno entrare nell’antica villa, con una visita guidata che si può prenotare al numero 0536/1844961. Le iniziative del 12 e del 13 settembre saranno accompagnate dall’esibizione musicale dell’Associazione “Concordia Musis Amica” caratterizzato da selezione di brani che valorizzeranno il luogo e l’evento.

“Il recupero di Villa Giacobazzi è uno dei momenti fondamentali della vita recente di Sassuolo – spiega Graziano Pattuzzi – perché siamo di fronte a un bene che ha legami fortissimi con la cittadinanza. La Villa è un esempio di patrimonio storico locale che verrà aperto ad un uso “completamente” pubblico, fruibile dai cittadini nella quotidianità delle proprie attività culturali, educative, sociali. Essa può quindi divenire, attraverso il suo utilizzo, un efficace motore di aggregazione intorno ai valori dell’identità locale e dell’appartenenza ad una comunità non solo economica, ma culturale”.
“Proprio per l’importanza che questo recupero riveste per la città – aggiunge l’assessore ai lavori pubblici Sandro Morini – i sassolesi saranno invitati, fin dalla presentazione del progetto e poi in tutte le fasi realizzative, a essere parte attiva e a partecipare al cammino del recupero della villa. Un programma di eventi specifici accompagnerà infatti l’intera realizzazione della nuova Villa Giacobazzi”.

Il recupero funzionale di Villa Giacobazzi prevede la sua destinazione a Biblioteca Ragazzi. La Sezione avrà molti più spazi a disposizione rispetto a quelli attuali, e vedrà l’integrazione di un atelier artistico per i laboratori di creta, di un laboratorio scientifico/naturalistico che ospiterà il Centro di Educazione Ambientale, oltre a una saletta per pubbliche letture al piano terra della Villa, mentre il servizio vero e proprio di biblioteca si svilupperà sul piano nobile, su un unico livello, con la sala di accoglienza del pubblico e reception posta nel punto centrale, l’antico salotto della contessa, con l’ingresso dalla graziosa scala. Al piano nobile della Villa si succederanno le sale di lettura e di consultazione per i ragazzi, suddivise per fasce di età e per generi letterari (fiction/non fiction), oltre allo spazio per le attività di promozione alla lettura, nell’antica sala da pranzo. Sarà presente uno spazio dedicato esclusivamente ai bambini più piccoli (0-3 e 3-6), ma anche ai genitori che li accompagneranno. Uffici, sale riunioni e deposito di attrezzature per la Sezione Ragazzi saranno ricavati negli spazi del sottotetto della Villa, mentre il deposito per i libri sarà ricavato in uno spazio interrato collegato con un ascensore ad accesso riservato al personale.
Nella parte sud ovest della Villa, al piano terra sarà ricavata la caffetteria, che potrà utilizzare nell’interrato anche la magnifica cantina antica dei Giacobazzi e, nelle stagioni favorevoli, anche sedute all’aperto nella zona prospiciente il Canale di Modena a ovest e l’antico frutteto a sud. Nel Parco, che vedrà sistemata definitivamente la recinzione, saranno realizzati nuovi accessi, in particolare quello su Viale Marini, verso il centro storico, e riaperto quello storico e originale su via Giacobazzi, che permetterà di accedere nuovamente percorrendo la storica “provana” dei pioppi.
Alla prima fase del concorso di progettazione, conclusasi nel dicembre 2004, avevano partecipato 59 studi di architettura, fra i quali diversi quelli stranieri, a dimostrazione del prestigio che il recupero di Villa Giacobazzi, autentico tesoro del patrimonio storico ed architettonico locale, rappresenta a livello nazionale ed internazionale.
Alla seconda fase del concorso vennero ammessi 10 progetti, fra i quali risultò vincitore, in base alle valutazioni della Giuria riunitasi alla fine di maggio, il progetto del gruppo dell’Arch. Francesca Vezzali di Reggio Emilia. Il progetto vincitore – quello firmato dal raggruppamento di professionisti presentato dall’architetto Francesca Vezzali, ottenne la valutazione più alta in base ai criteri, stabiliti dal Bando, attinenti le caratteristiche architettoniche e paesaggistico ambientali, le caratteristiche funzionali, quelle tecniche, quelle relative all’originalità e alla innovazione.
Nell’ottobre 2007 la Giunta approvava il Progetto preliminare relativo al recupero funzionale e al restauro della villa redatto dal raggruppamento di professionisti rappresentati dall’architetto Francesca Vezzali, per una spesa prevista in € 4.190.503,35.
Da alcuni mesi sono in corso incontri che, in un’ottica di multidisciplinarietà, vedono coinvolti diversi servizi comunali (attività culturali, lavori pubblici, biblioteca, ambiente, pubblica istruzione) per la definizione di dettaglio delle destinazioni degli spazi e delle ipotesi di gestione unitaria della villa, in termini di modalità e orari di funzionamento, numero di addetti, modalità organizzative e di coordinamento, anche in rapporto alla biblioteca adulti, con una particolare attenzione alla complessiva sostenibilità economica della gestione.


Villa Giacobazzi - Sassuolo



Storia e vicende della proprietà Giacobazzi-Vistarino
La villa dei conti Giacobazzi a Sassuolo è appartenuta ad una delle famiglie più influenti di corte e, per questo, è stata nei secoli privilegiato punto di osservazione sulle vicende storiche del ducato estense di Sette e Ottocento. Le testimonianze più antiche di questo edificio risalgono alla seconda metà del Seicento, quando la casa padronale risulta appartenere alla famiglia Moreali. Nel 1770 la vasta proprietà passò al figlio Onorio (1737-1819), podestà del Comune di Sassuolo e consigliere di Stato, cui fu conferito il titolo comitale nel 1777. Risale a quel periodo l’intervento che maggiormente caratterizza l’edificio: l’apertura di un nuovo e più ampio ingresso alla tenuta, eleggendo il prospetto est dell’edificio a facciata principale. Il conte Luigi Giacobazzi (1806-1893), anch’egli podestà a Sassuolo, poi ministro degli Interni per il duca Francesco V d’Austria d’Este, ereditò dal padre Onorio la proprietà, in cui la sua famiglia risiedeva stabilmente da tre generazioni.
Nel 1893 la villa fu al centro di un contenzioso ereditario fra il primogenito Onorio e il fratello Antonio che mantenne alla fine la proprietà. Deceduto il conte Antonio, la villa passò ai suoi due figli: Ottone, monsignore e cameriere segreto di Sua Santità, e Leontine, appassionata scrittrice di romanzi storici, sposata al conte Ippolito Giorgi di Vistarino. Appena entrata in possesso della proprietà, Leontine promosse subito nuovi e consistenti interventi nella villa: la nuova scala a tenaglia, che permette di accedere direttamente dalla corte al piano nobile, e le rinnovate decorazioni degli spazi interni. Dopo aver ospitato un gruppo di benefattori che durante il secondo conflitto mondiale realizzavano oggetti da inviare al fronte, negli anni Cinquanta la villa fu anche sede del dispensario “Mafalda di Savoia”, per i malati di tubercolosi. Alla morte di Leontine e del marito, il complesso passò interamente alla figlia, la contessa Rosanna Giorgi di Vistarino, sposata al conte Ambrogio Caccia Dominioni. Fu lei a richiederne il vincolo della competente Soprintendenza nel 1956, evitando la realizzazione di un nuovo asse viario, previsto dal piano regolatore redatto negli anni Trenta, che avrebbe tagliato in due il viale di pioppi della tenuta. La contessa Rosanna si spense nella villa nel 1989, senza figli. Nel 1991, con un’asta pubblica, a cui parteciparono tantissimi sassolesi (e tanti di loro tornarono a casa con un ricordo della storica dimora) gli eredi procedettero all’alienazione degli arredi custoditi per generazioni all’interno della villa. Le antiche ceramiche, di produzione sassolese, furono acquistate da un privato, Enrico Silingardi, che le donò al Comune di Sassuolo affinché non fossero disperse. La proprietà fu divisa in due parti: l’edificio rustico, detto “Corletta”, fu acquistato da privati, mentre la villa e la quasi totalità della tenuta furono acquisiti dal Comune di Sassuolo (a tale scopo nel 1994 venne destinato l’1 per mille di aumento dell’Ici), che poco dopo promosse l’apertura del parco, di cui già da anni aveva avuto in gestione una piccola parte. Al fine di promuovere un progetto di riqualificazione dell’intera proprietà, nel 2003 il Comune di Sassuolo ha affidato al professor Giuseppe Gherpelli lo studio della migliore destinazione d’uso per villa Giacobazzi e per il parco Vistarino, così chiamato in memoria della contessa Rosanna, che tanto aveva fatto per la sua salvaguardia. In base a questo studio, che prevede la destinazione d’uso a biblioteca ragazzi, l’Amministrazione comunale ha bandito nel 2004 il concorso di progettazione per il recupero funzionale della Villa e del Parco.