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Modena: provvedimento Gelmini, il PRC manifesta davanti alle scuole


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Più militari al CPT e meno insegnanti nelle scuole. Sta in questo rapporto la conseguenza dei primi provvedimenti del Governo Berlusconi in provincia di Modena.
Un governo che trova risorse per inviare militari nei CPT e per demagogiche politiche per la sicurezza a scapito di tagli indiscriminati alla scuola pubblica. 140.000 insegnanti e personale tecnico in meno nel 2009 e 8 miliardi di € di tagli già previsti in finanziaria. Eppure i capitoli di spesa pubblica da ridurre ci sarebbero, ad esempio i finanziamenti sempre crescenti alle scuole private o le spese militari, fra le più alte d’Europa.


Il decreto legge approvato dal Governo rappresenta un pericoloso attacco alla scuola pubblica, con gravissimi danni ai bambini, alle famiglie e agli insegnanti. Il provvedimento prevede, infatti, una riduzione dell’orario di lezione, portato a sole 24 ore settimanali, la reintroduzione del maestro unico e l’eliminazione del tempo pieno, una delle più avanzate conquiste pedagogiche e didattiche del nostro paese. Sono queste le conseguenze dei tagli indiscriminati alla scuola pubblica voluti dal ministro delle finanze Tremonti per fare cassa sulla pelle dell’intero mondo della scuola.
Ad una scuola educativa e formativa che accompagnava i bambini nell’arco di tutta la giornata, rappresentando un fondamentale sostegno per tante famiglie – in provincia di Modena l’85% degli alunni frequentano il tempo pieno – il Governo sostituisce un sistema generatore di ulteriori disuguaglianze sociali. I primi pesanti effetti di queste scelte li vedremo, in particolare, sugli alunni in difficoltà, che si vedono ridurre le possibilità di programmi specifici, ma anche sulle famiglie senza rete parentale o con contratti di lavoro precario, con conseguenze sul piano professionale, dei diritti e sul reddito famigliare.
Il ripristino del voto in condotta e del grembiulino sono stati la negativa premessa estiva di un progetto più ampio di dismissione del sistema scolastico, così come è stato costruito negli ultimi quarant’anni, che si concretizza oggi con l’introduzione del maestro unico e il taglio dei docenti. Con questo decreto il disegno si fa sempre più palese, puntando al vero obiettivo di fondo: la riduzione dei docenti della scuola pubblica statale e la svendita dell’istruzione al mercato, scuole private in testa, con cospicui risparmi utili a sostenere le politiche demagogiche e securitarie del governo Berlusconi.
Per tutte queste ragioni Rifondazione Comunista sarà presente lunedì 15 settembre all’avvio del nuovo anno scolastico davanti alle scuole della provincia di Modena, per bocciare il gravissimo attacco del Governo alla scuola pubblica, ai bambini, alle famiglie.

Stefano Lugli
Consigliere provinciale PRC