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Mercato del lavoro a Modena: primi sei mesi 2008


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Continua a crescere il mercato del lavoro modenese, pur se in misura più contenuta rispetto agli anni precedenti. Lo confermano i dati relativi ai primi sei mesi del 2008 che mostrano un saldo positivo tra avviamenti e cessazioni con un aumento di 9.563 contratti: gli avviamenti sono stati 76.311 (2.398 in meno rispetto ai primi sei mesi del 2007), le cessazioni 66.748 (6.697 in più rispetto al 2008). Saldo positivo anche per i dati riferiti alle persone: sono state 55 mila quelle che hanno sottoscritto almeno un contratto, quasi 47.500 quelle che lo hanno chiuso con una differenza positiva di 7.608 persone in più al lavoro al termine dei primi sei mesi dell’anno portando a circa 320 mila il dato generale sull’occupazione modenese.


«Anche nel 2008, quindi, nonostante la crisi, il mercato del lavoro modenese mantiene il segno più pur se la crescita è minore rispetto allo scorso anno, in linea con un andamento dell’economia, e del settore manifatturiero in particolare, dove si sono evidenziate situazioni di minor dinamismo rispetto al passato» ha spiegato l’assessore provinciale al Lavoro Gianni Cavicchioli introducendo giovedì 18 settembre la presentazione del Rapporto dell’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro.
«In uno scenario dominato da crisi finanziarie internazionali e da aumenti di prezzi sui generi di prima necessità con conseguente calo dei consumi – ha ricordato Cavicchioli citando gli ultimi casi di attualità – il rallentamento della nostra economia, non certo strutturale, rappresenta comunque un elemento di valorizzazione di un sistema che, grazie alla sua ampia diversificazione produttiva, alle strategie di innovazione e all’elevata propensione internazionale, conferma livelli di competitività importanti».
Per Cavicchioli, però, non si possono sottovalutare i segnali che giungono da alcuni settori, pur con una sostanziale stabilità dei dati generali sul ricorso agli ammortizzatori sociali, mentre tra le tipologie di contratti si registra un’ulteriore contrazione di quelli a tempo indeterminato a fronte di un aumento di quelli a tempo determinato. In calo anche i contratti di somministrazione e le collaborazioni.
Al settore ceramico che «attraversa una fase di forte cambiamento strutturale» il Rapporto dedica uno specifico approfondimento, mentre «il rallentamento di comparti come edilizia e alimentare – ha spiegato Cavicchioli – testimoniano la flessione del mercato immobiliare e del calo dei consumi. L’industria meccanica, pur meno dinamica che in passato, continua a evidenziare segnali di crescita; il tessile abbigliamento si conferma stabile, in uscita da una fase di trasformazione; stabile è anche il biomedicale grazie alla sua elevata specializzazione e al grado di eccellenza raggiunto a livello internazionale. Commercio e servizi, che mantengono comunque saldi positivi, seguono di riflesso la tendenza delle attività produttive».

La mobilità
Alla fine del primo semestre del 2008 sono 4.633 gli iscritti alle liste di mobilità, un numero sostanzialmente in linea con quello dello stesso periodo del 2007 (erano 4.852) con una presenza del 55 per cento di donne (sono 2.564, in diminuzione rispetto al passato) e con un dato preoccupante rispetto all’età: uno su tre dei lavoratori iscritti ha tra i 40 e i 50 anni.
Tra i settori di attività di provenienza, continua la tendenza al calo del tessile e cresce il dato riguardante i lavoratori della meccanica (sono diventati 731), mentre le iscrizioni di lavoratori della ceramica sono in linea con quelle dell’anno scorso (563 a giugno 2008 rispetto ai 576 di giugno 2007).
Le procedure di mobilità collettiva transitate dalla Provincia nei primi sei mesi dell’anno sono state 25 (483 lavoratori coinvolti) con nove chiusure di attività. Il maggior coinvolgimento di lavoratori è stato nella metalmeccanica (121); nella ceramica sono stati 106 lavoratori in otto procedure; nel tessile l’aumento delle procedure non ha comportato un aumento dei lavoratori coinvolti (115). Sono peggiorati invece i dati sulla cassa integrazione straordinaria: 311 lavoratori coinvolti rispetto ai 161 del primo semestre 2007. Protagonista sempre il settore ceramico con un’apertura che riguarderà sino a 250 lavoratori nei prossimi mesi.

I contratti
Sono stati solo 16.278 i contratti a tempo indeterminato sottoscritti nei primi sei mesi dell’anno contro i 18.377 del 2007. E’ invece aumentato il ricorso a contratti a tempo determinato: 28.396 contro le 26.120 assunzioni dello scorso anno.
Sono in calo anche i contratti di somministrazione passati 10.698 nel primo semestre 2007 ai 9.469 di quest’anno (meno 989) con una parallela espansione delle cessazioni (più 395). E calano anche le collaborazioni (coordinate e continuativi, a progetto e occasionali) che passano da 4.640 a 4.543 nel confronto tra i primi semestri dei due anni.
I comparti nei quali si registrano i maggiori arretramenti nei contratti di avviamento rispetto al primo semestre 2007 sono quelli dell’edilizia (meno 1352 passando da 6.433 a 5.081), dell’alimentare (meno 538) e della ceramica (meno 676). In questi settori il saldo finale tra avviamenti e cessazioni, pur positivo, è inferiore a quello dello scorso anno: 795 contro i 1569 del primo semestre 2007 nell’edilizia, 344 contro 654 nell’alimentare, 446 contro 837 nella ceramica.

Il ceramico cala l’occupazione
La crisi immobiliare nel mercato statunitense, l’incremento dei costi delle materie prime, la forza dell’euro che frena le esportazioni, il blocco del mercato immobiliare in Italia, tanto residenziale quanto pubblico. Sono alcune delle principali cause delle difficoltà del settore ceramico evidenziate dall’approfondimento che gli dedica il Rapporto dell’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro incrociando i dati dei Centri per l’impiego, le analisi di Confindustria Ceramica e le valutazioni di operatori ed esperti del settore.
E’ un settore che «attraversa una fase di forte cambiamento strutturale – spiega l’assessore provinciale al Lavoro Gianni Cavicchioli – caratterizzata da una diminuzione dell’occupazione (tra il 2001 e il 2007 gli addetti nell’area di Sassuolo sono passati da 15.700 a 13 mila), anche a causa di crisi aziendali, ma anche da trasformazioni della struttura dell’occupazione, che sposta progressivamente il baricentro verso profili professionali orientati alla valorizzazione e alla promozione del prodotto più che alla produzione».
Tra le figure professionali più colpite ci sono, infatti, quelle legate alle attività serigrafiche e di decorazione, al controllo qualità – soprattutto donne – e alla conduzione di macchine.
Ma cresce la richiesta di altre figure professionali. Per quanto riguarda la vendita, quelle legate al marketing, allo sviluppo delle reti commerciali, gli architetti e i cacciatori di tendenze. Forte anche la richieste di figure specifiche nel campo della produzione: controllo e manutenzione delle macchine, studio e utilizzo dei materiali, “ingegnerizzazione” del prodotto e programmazione degli impianti, finissaggio dei prodotti, programmazione della produzione e della logistica.
«Il centro nevralgico della ceramica di Sassuolo continua a mantenere una leadership sulla qualità del prodotto e sulla capacità di penetrazione dei mercati – spiega l’assessore Cavicchioli – e questo determina questi nuovi fabbisogni professionali e formativi che in una tendenza di peggioramento quantitativo dell’occupazione rappresentano un miglioramento qualitativo».
I fabbisogni formativi, quindi, si concentrano sullo sviluppo del prodotto, sull’organizzazione della produzione e della logistica, sulla capacità di approccio ai nuovi mercati, sul design, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.