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Sindacati sulle infiltrazioni camorriste nell’edilizia modenese


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Le notizie di questi giorni in merito alle infiltrazioni camorriste nell’edilizia Modenese sono tutto fuorché sorprendenti. E’ nota da tempo la significativa presenza del fenomeno. Tanto è vero che già nel ‘99 e poi nel 2006, tra tutte le associazioni sindacali, imprenditoriali, Inps, Inail, DPL, Asl, Casse Edili, Comune e Provincia di
Modena, è stato sottoscritto un Protocollo sugli appalti pubblici per prevenire il rischio di infiltrazioni di aziende equivoche. Questo protocollo e l’Osservatorio sugli appalti, sono strumenti efficaci per il controllo sull’assegnazione e l’esecuzione dei lavori negli appalti pubblici.


L’attività degli Inquirenti, a cui va il nostro sostegno incondizionato, ha rimesso al centro i problemi sollevati dalle Organizzazioni Sindacali nella riunione di verifica sul funzionamento del protocollo tenutasi nella scorsa primavera.
In primo luogo il protocollo agisce solo negli appalti pubblici per quegli enti che l’hanno sottoscritto, mancano all’appello diverse stazioni appaltanti pubbliche che fino ad ora non hanno ritenuto di sottoscriverlo.
A tal proposito ci pare necessario sollecitare le istituzioni affinché si attivino per allargare l’applicazione del protocollo a tutti gli enti
pubblici (es. Comuni, ex Municipalizzate, Acer, Università).
In secondo luogo occorre estendere le “buone pratiche” di verifica e controllo anche agli appalti privati, così come condiviso nella riunione di
verifica dalle stesse Associazioni imprenditoriali, con in testa l’Ance.
Con il protocollo da un lato, e la contrattazione nazionale ed articolata dall’altro, sono stati messi in campo negli anni strumenti per prevenire il
fenomeno, strumenti che però devono essere allargati a tutti gli ambiti delle attività edili, sia pubbliche che private.
Troppo lunga è la catena del subappalto nei nostri cantieri per poter escludere, in via di principio, che anche in cantieri di imprese
strutturate e grandi dimensioni, non abbiano mai lavorato aziende legate alla malavita organizzata.
Per questo riteniamo di dover proporre un “patto etico”, che si aggiunga al protocollo, tra le associazioni di impresa, sindacati e istituzioni, per definire una serie di criteri che ci consentano di escludere anche negli appalti privati quelle aziende che non corrispondono agli indicatori definiti.
Sarebbe un lavoro di prevenzione efficace e utile, quanto la repressione dei fenomeni scoperti dalle forze dell’ordine.
Uno strumento che andrebbe concertato e definito tra le parti è inoltre la definizione di una tabella degli indici di congruità per i lavori edili a Modena. Uno strumento che stabilisca l’importo di mano d’opera minimo necessario per fare le diverse produzioni edili e da cui far dipendere la concessione del DURC (Documento unico di regolarità contributiva) da parte
delle Casse Edili. Strumento che, se non esaustivo, può rappresentare un prima risposta ai requisiti di regolarità di un’impresa, ripristinando così quanto purtroppo cancellato dai provvedimenti assunti dal Governo in carica.

Accanto a questi strumenti di controllo, vanno predisposti anche sul nostro territorio azioni per rilevare e individuare la partecipazione delle
imprese di camorra nel campo delle proprietà (terriere, immobiliari, e eventuali partecipazioni azionarie) al fine di accompagnare la battaglia
per la legalità con la confisca dei beni da parte dello Stato. Confisca che, come i fatti dimostrano, rappresenta insieme alla repressione il vero strumento di lotta alla camorra perché la colpisce nei suoi reali interessi (potere economico e controllo del territorio). Per questo serve un’attività coordinata dalla Prefettura con le agenzie catastali e l’insieme degli organismi istituzionali che a vario titolo intervengono in questo ambito.
Queste azioni sono indispensabili per contrastare la presenza significativa di clan camorristici che agiscono a Modena proprio perché la nostra è una
realtà ricca e appetibile e quindi esposta anche all’interesse di quanti vogliono estendere qui il proprio disegno criminoso.

(Donato Pivanti, segretario generale Cgil Modena
Fracnesco Falcone, segretario generale Cisl Modena
Luigi Tollari, segretario generale Uil Modena)