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Pubblico impiego: un mese di mobilitazione


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Presidi nelle piazze, assemblee nei luoghi di lavoro, gazebo nei mercati per parlare con i cittadini. Prosegue la mobilitazione dei sindacati modenesi del pubblico impiego contro il dl 112/08 (cosiddetto “decreto Brunetta), convertito nella legge n. 133 del 6 agosto scorso.

Si comincia lunedì prossimo 29 settembre con un presidio in programma dalle 10 alle 12 in Piazzetta delle Ova a Modena. Dal 30 settembre al 13 ottobre Cisl-Fp, Fp-Cgil, Uil-Fpl e Uil Pubblica amministrazione hanno convocato una ventina di assemblee per i dipendenti dell’Azienda Usl e dell’Azienda Ospedaliera Policlinico. A partire dal 13 ottobre, inoltre, sarà allestito “il gazebo del servizio pubblico”, un punto d’informazione dei lavoratori degli enti locali, della sanità, dello Stato e parastato che incontrerà i cittadini nei mercati per spiegare – dicono i rappresentanti modenesi di Cisl-Fp, Fp-Cgil, Uil-Fpl e Uil Pubblica amministrazione – «che l’attuale attacco ai dipendenti pubblici ha come obiettivo la trasformazione del sistema pubblico in sistema privato, distruggendo alla base i servizi pubblici e mettendo a rischio l’esistenza dello Stato sociale».

Cosa prevede la Legge 133/2008
«Dietro la strumentale campagna sui “fannulloni e assenteisti” si cela la volontà di destrutturare il servizio e il lavoro pubblico». Lo dichiarano Nadia Francia, della Cisl-Fp, Massimo Tassinari e Vincenzo Santoro, della Fp-Cgil, e Cosimo Gallo della Uil-Fpl presentando la campagna di mobilitazione organizzata dai sindacati modenesi del pubblico impiego. Cgil-Cisl-Uil sostengono che la legge 133 del 6 agosto 2008 avrà ripercussioni molto negative sui lavoratori pubblici, a partire dal taglio del salario e dei diritti contrattuali. La previsione delle risorse economiche per il rinnovo del contratto nazionale 2008/2009 non è sufficiente. Si parla di un aumento medio di 70 euro nel biennio, con l’ inflazione per il 2008 stimata all’1,7 per cento e del 2009 all’1,5 per cento, mentre l’inflazione reale è già al 4,1 per cento solo per il 2008. C’è un taglio al salario accessorio: per i ministeri, parastato, agenzie fiscali dal 2009 vengono disapplicate norme che garantivano salario ai lavoratori. Vengono inoltre ridotti del 10 per cento nel 2009 e 20 per cento nel 2010 i fondi destinati alla contrattazione integrativa. «Tutto ciò – affermano Francia, Tassinari, Santoro e Gallo – comporterà un taglio del salario reale in busta paga che calcoliamo da mille a 6 mila. Anche per sanità ed enti locali vi sarà la riduzione del salario destinato alla contrattazione integrativa. Non verranno più integrati i fondi di produttività con il risparmio del 20 per cento sui P.T., che invece andranno a risparmio nei bilanci degli enti». Altre novità peggiorative riguardano la malattia, con l’ampliamento della fascia di accertamento dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20 di ogni giorno, compresi i festivi. Nei giorni di assenza di malattia fino a decimo giorno il dipendente percepirà solo il trattamento economico fondamentale. Questa riduzione non vale per gli infortuni sul lavoro o a causa di servizio, per ricoveri ospedalieri o day hospital e per le terapie salvavita. Le assenze dal servizio non saranno più considerate utili ai fini dell’erogazione degli emolumenti economici di produttività, nonostante le previsioni dei contratti nazionali e aziendali. Viene tutelata la maternità-paternità/lutto/testimonianza/gravi motivi familiari, ma solo per i lavoratori diversamente abili. «Anche questi risparmi – continuano Cisl-Fp, Fp-Cgil e Uil-Fpl – invece di andare sui fondi di produttività dell’anno successivo, così come previsto dal contratto, andranno a risparmio sui bilanci degli enti.Verranno fissati parametri standard per l’attribuzione di posizioni organizzative e per funzioni di coordinamento sia in termini numerici che remunerativi, cancellando ogni senso di sviluppo specifico, depotenziando la contrattazione integrativa». I permessi retribuiti saranno considerati tutti ad ore, compresi i permessi ai sensi della legge 104/92; il part-time, che è un diritto soprattutto delle lavoratrici, sarà concesso dall’ente secondo criteri del tutto discrezionali. In caso di infermità per causa di servizio, pur mantenendo il diritto all’equo indennizzo, il lavoratore non percepirà più gli eventuali trattamenti economici aggiuntivi. La legge 133/08 prevede altre misure come il blocco del turnover dal 2009 nell’ordine di 1/10 (un’assunzione ogni dieci pensionamenti), forti limiti alla stabilizzazione dei precari, la rideterminazione delle dotazioni organiche e la riduzione degli assetti organizzativi entro il 30 novembre 2008 per le amministrazioni dello Stato, le agenzie e gli enti pubblici non economici, la soppressione degli enti pubblici non economici con dotazione organica sotto i 50 dipendenti, la soppressione di quelli con dotazione organica superiore ai 50 dipendenti se entro il 31 dicembre 2008 non saranno stati emanati i regolamenti di riordino. Inoltre è stabilito l’esonero coatto da parte dell’ente, con un preavviso di sei mesi, per coloro che hanno compiuto 40 anni di anzianità contributiva, la possibilità di esodo anticipato nel triennio 2009/2011, solamente per i dipendenti dei ministeri, parastato e agenzie fiscali: cinque anni prima del raggiungimento dei 40 anni di anzianità potranno licenziarsi per svolgere attività presso associazioni di volontariato con stipendio al 50 oppure 70 per cento, ma non è chiaro chi pagherà i contributi per la copertura previdenziale «La nostra campagna informativa ha bisogno di tutti i lavoratori e dei cittadini per recuperare nell’opinione pubblica il valore e la dignità del lavoro pubblico – dicono Francia, Tassinari, Santoro e Gallo – Dobbiamo essere fieri del nostro ruolo e, al contempo, attenti ai bisogni dei nostri utenti proponendo una riforma della pubblica amministrazione a cui invece il ministro non mette mano. Dobbiamo essere noi i veri promotori del rinnovamento, per migliorare la qualità del nostro lavoro, la qualità e l’efficacia dei servizi resi, non permettendo a nessuno – concludono Cisl-Fp, Fp-Cgil e Uil-Fpl – di offendere il valore del nostro ruolo».