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1 denuncia e 6 sanzioni nella prima giornata di caccia alla fauna stanziale


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Nella prima giornata di caccia alla fauna stanziale, giovedì 26 settembre, la Polizia provinciale di Modena nel corso dei controlli ha elevato sei sanzioni amministrative, tutte per mancato rispetto delle distanze di sicurezza, e una denuncia penale per l’installazione di una trappola per la cattura di uccelli (del tipo “prodina” con pali e reti).

La seconda giornata è in programma domenica 28 settembre, poi la prossima settimana si può cacciare al giovedì e alla domenica; in seguito, dal 6 ottobre fino al 31 gennaio, tutti i giorni esclusi i martedì e i venerdì. Regole, limitazioni e informazioni sul calendario, con la normativa completa, sono disponibili sul sito della Provincia. nella sezione Politiche faunistiche.

Nella caccia alla fauna stanziale (lepri, fagiani e uccelli acquatici, come anatidi e trampolieri) sono impegnate circa dieci mila doppiette. Nella prima giornata l’affluenza è stata alta nella pianura, in particolare nell’Area Nord, e scarsa in montagna.

La sanzione per il mancato rispetto della distanza di sicurezza (quattro sono state elevate in pianure, due in montagna) è di 206 euro. La norma prevede che i cacciatori rimangano ad almeno cento metri dalle case e dagli edifici in genere, a 50 metri dalle strade. E’ su questo problema che si concentra la maggior parte delle lamentele dei cittadini durante la stagione venatoria.
I controlli sul territorio sono svolti da una ventina di agenti della Polizia provinciale con l’aiuto, soprattutto in montagna, del Corpo Forestale dello Stato; collaborano anche una quarantina di vigili ausiliari volontari provinciali nonché alcuni nuclei di Gev e le tre guardie venatorie degli Atc. Il territorio da monitorare è di circa 250 mila ettari: oltre alla superficie cacciabile (160 mila ettari), infatti, i controlli riguardano anche il rispetto del regime di divieto di caccia nelle aree protette (circa 60 mila ettari), in quelle parti di campagna che i Comuni hanno dedicato allo sviluppo dei piani regolatori, in cui è vietato cacciare, e nelle aree rurali vicino ai centri abitati dove i sindaci hanno vietato la caccia.