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Otto scuole su 10 dicono no al maestro unico


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La scuola reale ‘boccia’ i provvedimenti del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Dal maestro unico alla riduzione del tempo pieno, al rapporto alunni docenti l’opinione del personale scolastico è nettamente contraria ai provvedimenti sin qui adottati. Lo rivela una nuova inchiesta del quindicinale ‘La Tecnica della Scuola’ realizzata in tutte le venti regioni italiane.

E’ stato interpellato, spiega il quindicinale, un campione di 80 scuole (licei, tecnici, professionali, istituti comprensivi o scuole medie) presenti in tutte le città capoluogo di regione, che erogano il proprio servizio scolastico in oltre 200 punti (209), frequentati da circa 63mila alunni (63.436), con oltre 7mila docenti (7.355) e 2mila non docenti (2.064).

MAESTRO UNICO: l’82,5% delle scuole interpellate è contro il ritorno al maestro unico. Squadra che vince non si cambia. La scuola elementare è un settore di eccellenza del nostro sistema formativo. Pertanto non c’è ragione di modificare il suo modello di organizzazione e funzionamento.
TEMPO PIENO E TEMPO PROLUNGATO: il 92,5% dice no alla riduzione. Tale giudizio negativo diventa del 100% al sud e nelle isole dove il tempo pieno e prolungato, secondo il Quaderno bianco, registra indici fra il 3,5 e il 4% contro il 43% del centro e del nord. Una difesa quindi del modello di scuola indipendente dagli interessi propri.
RAPPORTO COMPLESSIVO DOCENTI-ALUNNI: va salvaguardato secondo il 71% dei nostri intervistati. Il campione presenta un giudizio sostanzialmente negativo sull’obiettivo posto dalla finanziaria di quest’anno e il no alla modifica del rapporto docenti-alunni oscilla dal 61% al nord, al 75% al sud, per arrivare al 79% al centro.
TEMPO SCUOLA: la maggioranza, molto alta (69%), è contraria alla ventilata riduzione di un anno dei licei, anche se molti hanno sottolineato l’opportunità del diploma a 18 anni in chiave di equiparazione europea. Una revisione della scuola secondaria di II grado con conclusione a 18 anni viene considerata una scelta positiva, ma non può avvenire in un contesto di ricerca del risparmio; deve essere il frutto di un progetto innovatore di scuola e di società da cui traspaia in modo visibile a tutti la direzione complessiva di senso.Tutto questo, evidenzia il quindicinale, non significa che la scuola sia arroccata su una posizione di difesa corporativa. Secondo il 75% del campione, infatti, nella scuola esistono sprechi su cui è opportuno intervenire per razionalizzare il funzionamento e contenere i costi, come in altri settori della pubblica amministrazione. Una maggioranza, a volte molto alta del nostro campione, si è pronunciata anche a favore di alcuni provvedimenti di recente attuazione. L’81% delle scuole intervistate si è detto favorevole alla riduzione degli indirizzi scolastici della scuola secondaria con l’eliminazione di tutti i doppioni che creano inutile confusione fra i giovani; il 51% si è detta favorevole alla revisione delle classi di concorso e il 51% è d’accordo alla riduzione del carico orario settimanale di lezione per i giovani dei tecnici e dei professionali. Infine, per il 55% è positivo l’accorpamento delle scuole con meno di 500 alunni, anche se molti intervistati hanno posto parallelamente il problema dello sdoppiamento degli istituti con oltre mille alunni e la necessità di tenere conto delle ‘vere’ realtà montane e delle piccole isole, ove serve derogare alla regola generale. Non si può usare lo stesso metro per valutare la realtà pianeggiante della Sicilia orientale e quella delle valli trentine.L’obiettivo della ricerca, condotta dal prof. Calogero Virzì e che verrà pubblicata sul n. 3 del quindicinale di informazione scolastica, era quello di dare la parola alle scuole. ”Il nostro non è un campione statistico – prosegue il quindicinale – tuttavia esso è calibrato sia sul piano territoriale che su quello degli ordini e gradi di scuola. L’inchiesta ricostruisce in modo articolato e puntuale l’umore e gli orientamenti prevalenti nelle scuole italiane di ogni ordine e grado di fronte ai provvedimenti governativi e ministeriali appena approvati, in via di approvazione e qualche volta soltanto ventilati”.

Fonte: Adnkronos