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Calano le matricole fuori sede nelle Università emiliano romagnole


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Ci sarebbe la crisi economica dietro il calo delle matricole registrato nelle Università dell’Emilia Romagna, in particolare da parte degli studenti fuorisede: quelli che risentono maggiormente del prezzo degli alloggi.

Una crisi che colpisce quegli atenei che sono considerato più ‘attrattivi’, come Bologna
(-4,1%)
e Rimini (-8,3%); in netta controtendenza Ravenna, che registra invece un +12,7%.

Il dato complessivo è di -2,9% , un calo tuttavia “previsto ma più che dimezzato – commenta l’Ateneo – rispetto a quello dello scorso anno (-6,8%) e in netta frenata sulle punte negative toccate negli anni precedenti”.
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Sono 10.275 i nuovi immatricolati dell’Alma Mater ai corsi di laurea post diploma di maturità (lauree triennali e a ciclo unico) al 30 settembre – giorno di chiusura della prima fase di iscrizione per molte Facoltà – escludendo dal computo Ingegneria ed Economia sede di Bologna (che quest’anno hanno posticipato i termini di immatricolazione rispettivamente al 31 e al 10 ottobre). L’anno scorso il totale immatricolati, alla stessa data, era 10.590.
“Che il paese si stia impoverendo è cosa nota a tutti – spiega il Rettore dell’Università di Bologna, Pier Ugo Calzolari – si capisce quindi come mai le famiglie ci pensino bene prima di mandare i propri figli a studiare in un’altra città e molti preferiscono le piccole università sotto casa o addirittura quelle telematiche, spuntate come funghi negli ultimi anni di deregolamentazione tanto da far lievitare il numero complessivo degli atenei italiani (oggi 87) di circa un terzo. A farne le spese – continua il rettore – sono paradossalmente gli atenei tradizionalmente più attrattivi, come Bologna, che mantiene la quota più alta di fuori sede (48,7%) tra tutte le università italiane (22% la media)”.