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A Verica di Pavullo segnalata la presenza di un lupo


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Molto probabilmente è un lupo l’animale fotografato nei boschi di Verica da un allevatore della zona che nei mesi scorsi aveva subito danni alle proprie pecore da animali predatori. Lo confermano i tecnici del servizio Faunistico della Provincia di Modena che hanno esaminato le immagini, anche se la certezza può arrivare solo dall’analisi genetica, l’unica che permette di stabilire il grado di “purezza” di un esemplare di lupo, distinguendolo da cani inselvatichiti e ibridi lupo-cane comunque presenti nell’Appennino.


I tecnici provinciali comunque intensificheranno l’attività di monitoraggio nella zona, mentre la Provincia sta valutando la possibilità di sostenere interventi di prevenzione, come le recinzioni antilupo, per evitare danni agli allevamenti.
«Il lupo non è pericoloso per l’uomo» spiegano gli esperti ricordando che «è molto difficile da avvistare perché è estremamente diffidente e tende a fuggire alle prime avvisaglie della presenza dell’uomo».
Provincia e Parco del Frignano stanno portando avanti da circa otto anni, a seguito delle prime segnalazioni del ritorno nel lupo in Appennino, un’indagine circa la presenza, la distribuzione e il numero di unità familiari (branchi) presenti sul territorio provinciale.
Le attività di monitoraggio sono state condotte mediante l’utilizzo di tecniche non invasive quali l’analisi genetica condotta su campioni fecali, la conta delle tracce su neve e l’applicazione dell’ululato indotto (“wolf-howling”). Finora è stata rilevata la presenza stabile nel territorio del Parco del Frignano di tre nuclei familiari che gravitano nelle zone di crinale appenninico tra le province di Modena, Bologna, Lucca e Reggio Emilia come indicato peraltro nel Piano faunistico provinciale.
Recentemente è stata individuata la presenza di alcuni esemplari di lupo anche nell’area alto-collinare della provincia (Zocca, Montese, alta valle Panaro), dove sono state raccolte le prime indicazioni e sulle quali si stanno attualmente concentrando le attività di monitoraggio, insieme alla zona di Verica di Pavullo.
Scopo dell’indagine è di garantire la conservazione di una specie che costituisce un importante tassello della biodiversità regionale, italiana ed europea, cercando al contempo di limitare l’impatto su alcune attività tradizionali dell’uomo come l’allevamento e la pastorizia.