Home Appennino Modenese Razzie di pecore in Appennino: chiesti più fondi alla Regione

Razzie di pecore in Appennino: chiesti più fondi alla Regione


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Per garantire la sicurezza delle greggi dalle aggressioni di cani inselvatichiti o altri predatori, «la Provincia di Modena ha sollecitato alla Regione l’incremento del finanziamento, da fondi regionali, nazionali e comunitari, per la costruzione di recinti antilupo e per il monitoraggio della specie lupo».

Lo ha detto Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente, rispondendo in Consiglio provinciale a un’interpellanza dei consiglieri Dante Mazzi e Claudia Severi (Forza Italia-Pdl) che faceva riferimento alle predazioni nella zona di Verica di Pavullo sottolineando «le difficoltà economiche che causano alle aziende i danni subiti e gli esigui rimborsi».

L’assessore Caldana ha specificato che in molti casi «non è possibile stabilire con certezza se le aggressioni alle greggi siano opera di lupi o di cani inselvatichiti» sottolineando che comunque gli strumenti più efficaci di tutela sono i recinti per la stabulazione notturna, i cani da guardia e la sorveglianza attiva diurna dei pastori. L’assessore ha anche ribadito che nel caso di uccisioni, è previsto un risarcimento pari al 90 per cento del valore medio di mercato del capo e che «negli ultimi anni la Provincia di Modena anticipa l’indennizzo della Regione per venire incontro alle necessità degli allevatori. La presenza del lupo – ha concluso Caldana – è comunque un indicatore del buono stato di salute dell’ambiente e quindi è necessario trovare un modo per convivere senza danni per nessuno».

Walter Telleri (Verdi) ha sostenuto che «il nocciolo del problema è la mancata gestione del randagismo che impedisce un rapporto equilibrato tra allevatori e habitat» aggiungendo che «se la presenza del lupo è un bene, allora è necessario che la società si faccia carico dei problemi che provoca». Secondo Cesare Falzoni (An-Pdl) il problema dell’indennizzo «è vero e serio e la Provincia deve fare di più per risolverlo». Tomaso Tagliani (Popolari liberali-Pdl) ha rilevato che «se è tre anni che parliamo dello stesso problema significa che è mancata o la volontà di risolverlo da parte della Provincia o quella di difendere il gregge da parte dell’allevatore».
Dante Mazzi (Forza Italia-Pdl) ha replicato che «il fenomeno del randagismo va capito e contrastato e la Provincia ha delle responsabilità anche nei confronti dell’azienda che subisce attacchi continui e che andrebbe messa nelle condizioni di poter stare tranquilla».

Come confermato dai tecnici del servizio Faunistico della Provincia, molto probabilmente è un lupo l’animale fotografato nei boschi di Verica da un allevatore della zona che nei mesi scorsi aveva subito danni alle proprie pecore da animali predatori.
I tecnici provinciali comunque intensificheranno l’attività di monitoraggio nella zona, mentre la Provincia sta valutando la possibilità di sostenere interventi di prevenzione, come le recinzioni antilupo, per evitare danni agli allevamenti.
«Il lupo non è pericoloso per l’uomo» spiegano gli esperti ricordando che «è molto difficile da avvistare perché è estremamente diffidente e tende a fuggire alle prime avvisaglie della presenza dell’uomo».

Provincia e Parco del Frignano stanno portando avanti da circa otto anni, a seguito delle prime segnalazioni del ritorno nel lupo in Appennino, un’indagine sulla presenza del lupo che ha portato a contare la presenza stabile nel territorio del Parco del Frignano di tre nuclei familiari che gravitano nelle zone di crinale appenninico tra le province di Modena, Bologna, Lucca e Reggio Emilia.
Recentemente è stata individuata la presenza di alcuni esemplari di lupo anche nell’area alto-collinare della provincia (Zocca, Montese, alta valle Panaro), dove sono state raccolte le prime indicazioni e sulle quali si stanno attualmente concentrando le attività di monitoraggio, insieme alla zona di Verica di Pavullo.