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Pievepelago: reti nel bosco per catturare gli uccelli, denunciato


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Aveva installato ai margini di un bosco una rete lunga 40 metri e alta due metri e mezzo per catturare uccelli vivi da rivendere al mercato nero. Ma dopo lunghi e pazienti appostamenti, anche notturni, degli agenti della Polizia provinciale il responsabile è stato scoperto e denunciato per il reato di uccellagione.


E’ accaduto nei giorni scorsi a S.Anna Pelago nel comune di Pievepelago, una zona di passaggio degli uccelli migratori, quindi particolarmente favorevole per questo tipo di attività illegale.
La rete, del tipo a “tramaglio”, era praticamente una imponente trappola per catturare vivi gli uccelli e destinarli al commercio, vietato anch’esso dalla legge.
Il responsabile, residente in zona, già denunciato in passato per episodi analoghi, raggiungeva l’installazione più volte al giorno per controllare la presenza di animali impigliati.
Proprio durante uno di questi momenti è intervenuta la Polizia provinciale; il responsabile stava ispezionando il tramaglio nel quale si trovavano ancora piume e penne di tordo, segno evidente che diversi animali erano già stati catturati. Tutta l’attrezzatura è stata sequestrata ed è stata inviata informativa di reato alla Procura.
La Polizia provinciale è impegnata da tempo nel tentativo di scongiurare queste catture illecite, soprattutto nelle zone di passo delle specie migratrici, zone particolarmente vulnerabili e tutelate dalla legge. A tali catture, inoltre, possono essere connessi altri tipi di reato come la detenzione di specie animali protette e il maltrattamento di animali.
Come sottolineano i responsabili della Polizia provinciale, il mercato clandestino di uccelli è particolarmente sviluppato in alcune zone della Toscana (anche per la diffusione dell’utilizzo di richiami vivi per l’attività venatoria) dove un tordo vivo può essere venduto anche a 150 euro ma può superare anche i 500 euro a seconda della qualità del cinguettio.