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Dossier edili Cisl Emilia Romagna


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“E’urgente combattere e regolamentare la piaga del falso lavoro autonomo nel settore edile”. E’quanto ha affermato questa mattina Ciro Donnarumma, segretario generale regionale dei lavoratori edili (Filca) della Cisl durante la presentazione del dossier Filca “Impresa e lavoro in Italia e in Emilia-Romagna”, avvenuta nel corso della tavola rotonda “Autonomi per finta” organizzata a Bologna dalla stessa categoria della Cisl.

“Nei cantieri – ha precisato Donnarumma – è necessario porre un freno subito al fenomeno dei lavoratori autonomi fittizi. Lavoratori il cui numero registra ogni giorno una crescita esponenziale a causa della convenienza economica di imprenditori spregiudicati e della estrema facilità di accesso alla professione artigiana edile, ma che altro non sono che dipendenti privi di diritti, di tutele e sottoretribuiti in rapporto al lavoro dipendente regolare e contrattuale”.

Infatti, dal dossier degli edili della Cisl si pone in evidenza come “se si prendono tutte le imprese attive regionali, il tasso di crescita delle imprese individuali, dal 2002 al 2007, è pari a 0,3%. Se l’universo di riferimento viene circoscritto alle sole imprese artigiane, il tasso di crescita registrato sale all’8,71%. Scendendo ulteriormente nel dettaglio, se tra le imprese artigiane si restringe l’analisi alle sole costruzioni edili, il tasso di crescita delle imprese individuali è di 29,86%”.
“Una pericolosa dinamica – sottolinea il massimo esponente regionale della Filca Cisl dell’Emilia-Romagna – che non solo rischia di demolire il fragile equilibrio esistente che distingue il lavoro dipendente da quello autonomo, ma che è causa stessa di infortuni. Difatti, quando si permette a lavoratori italiani, o anche stranieri appena giunti in Italia, di avviare un’attività autonoma artigiana con una semplice iscrizione alla Camera di Commercio e senza alcun requisito professionale, organizzativo, finanziario e di formazione alla sicurezza, il risultato non può che essere questo”.

E proprio in merito ai lavoratori stranieri, lo studio della Filca pone in risalto come un altro elemento fortemente caratterizzante il settore delle costruzioni edili in Emilia-Romagna, ma non solo, sia “la rapida crescita del numero degli imprenditori stranieri, specialmente extracomunitari (78,8% sul totale stranieri)”.
Difatti, “a livello regionale, il numero di imprenditori extracomunitari è cresciuto ad un tasso del 76,9% mentre nel solo settore delle costruzioni si rileva un aumento pari al 146%, ossia ad una velocità doppia rispetto al trend generale regionale: nessun altro settore ha fatto registrare risultati assimilabili”.

Un settore imprenditoriale destrutturato, quello dell’edilizia, – ha continuato Donnarumma – in cui la grande prevalenza degli infortuni, in particolare quelli più gravi, avviene in quelle realtà di subappalto artigiano e fra i lavoratori autonomi, vale a dire nelle micro-imprese, la cui dimensione è del tutto sfuggente ai controlli e i cui addetti solo sporadicamente possono essere coinvolti in azioni formative pianificate”.

Un allarme, quello lanciato dall’esponente della Cisl, che trova piena conferma nei dati diffusi proprio in queste giorni dall’Inail. Infatti, anche se nel 2007 gli infortuni nell’edilizia in Emilia Romagna sono stati 11.800, rispetto agli oltre 100.000del dato nazionale, con un forte calo rispetto al 2006, quella emiliano-romagnola rimane la seconda regione in Italia per infortuni dopo la Lombardia.
Proprio per tutta questa serie di motivi, Donnarumma chiede all’Amministrazione regionale di “essere promotrice e capofila di un fronte comune composto da sindacati, associazioni artigiane e le istituzioni, con l’obbiettivo di costruire un quadro di regole più preciso, anche su base negoziale, in un settore che si evidenza come il più a rischio in assoluto per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro”.