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Gambro: dalla Provincia di Modena i piani di formazione


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Piani di formazione mirati e specifici per riconvertire ad altre mansioni il maggior numero di lavoratori possibile. E’ l’opportunità messa a disposizione della Gambro dalla Provincia di Modena con l’obiettivo di «limitare il più possibile la perdita di occupazione». Lo ricorda l’assessore al Lavoro Gianni Cavicchioli che ha già avuto diverse occasioni di confrontarsi con la dirigenza dell’azienda chiedendo anche «uno slittamento dell’attuazione del programma industriale per consentire ai lavoratori che purtroppo invece dovranno uscire di avere comunque più tempo a disposizione per trovare nuove opportunità di lavoro».


Per Cavicchioli, infatti, la vicenda Gambro non rappresenta un crisi aziendale ma «lo sbocco di una evoluzione di settore conosciuta: da anni tutti sanno che le lavorazioni più semplici e a basso valore aggiunto finiranno per essere delocalizzate».

Proprio in vista del trasferimento delle lavorazioni in Repubblica Ceca, Cavicchioli aveva manifestato alla dirigenza Gambro «quanto fosse delicato il momento per dare attuazione a questo programma: la perdita di posti di lavoro, anche se precari, sino a oggi riassorbiti da una economia e da un mercato del lavoro particolarmente dinamici, si colloca invece in un momento di prevedibile difficoltà in relazione all’impatto sull’economia reale che sicuramente avrà la crisi finanziaria che sta sconvolgendo i mercati».

Per l’assessore provinciale al Lavoro, in questa fase l’obiettivo «non può essere la protesta o la semplice interessata solidarietà a lavoratori amareggiati o disperati, bisogna invece lavorare tutti insieme, istituzioni, categorie e sindacati, per prevenire e non, come sempre, per rincorrere: servono infrastrutture, servizi, capitale umano adeguato e da adeguare per mantenere le condizioni necessarie ad accompagnare l’evoluzione del settore. Non farlo, significherebbe crisi. Visto però il momento, credo sia lecito chiedere a Gambro – conclude Cavicchioli – di investire un po’ di quel mancato profitto che uno slittamento dei tempi potrebbe comportare, per attenuare l’impatto sociale del provvedimento su di un territorio alla quale l’azienda ha dato tanto, ma dal quale ha anche ricevuto tanto, dai lavoratori soprattutto».