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L’Italia è il Paese meno sicuro per le due ruote


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L’Italia è il Paese europeo più pericoloso per gli appassionati delle due ruote. E’ quanto emerge dallo studio ‘La sicurezza stradale sulle due ruote: un’analisi statistica per azioni concrete’, realizzato dalla Fondazione Ania per la Sicurezza stradale.

L’Italia rappresenta uno dei mercati più floridi per motocicli e ciclomotori: i mezzi a due ruote nel nostro Paese superano infatti addirittura gli otto milioni di unità. I dati dello studio sono eloquenti per quanto riguarda il numero di incidenti. In primo luogo aumentano i morti. Dal 1995 al 2004 le vittime sono passate da 1.187 a 1.458 (+22,8%).

Un dato in controtendenza rispetto alla Ue-14, dove sono state 5.484 le vittime con una flessione del 6% rispetto al 1995 quando erano 5.835. Nel decennio preso in considerazione, in quasi tutti i Paesi d’Europa si registra una riduzione dei morti per incidente su veicoli a due ruote mentre, in Italia, i dati sono allarmanti: indicano che nel 2004 si è registrata una media di 25,2 vittime ogni milione di abitanti (20,9 nel 1995) rispetto alle 17 nei Paesi della Ue-14 (20,1 nel 1995). Inoltre, lo studio evidenzia come gli incidenti sulle due ruote coinvolgano soprattutto i giovani.

In quasi tutti i Paesi europei, il 25-30% dei decessi per incidenti con motocicli e ciclomotori riguarda i giovani fino a 24 anni. Stessa tendenza anche in Italia, dove il 26% delle vittime è under 24. “Siamo convinti che la mobilità sulle due ruote può rappresentare, soprattutto in città, una soluzione ai problemi del traffico -spiega Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania-, ma ci sono troppi incidenti”. ”Per questo chiediamo agli organi di governo di introdurre per legge l’obbligo della prova pratica per il conseguimento del certificato di idoneità per la guida del ciclomotore”.


Fonte: Adnkronos