“La crisi finanziaria internazionale che ha pesantemente colpito il sistema bancario ha creato le condizioni per una stretta sul credito alle piccole e medie imprese, vera ossatura della nostra economia, come Confartigianato stiamo facendo di tutto per ottenere dal Governo sostegni in un momento così delicato”. Sono parole del Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Giampaolo Palazzi.
Quanto è importante per una piccola azienda poter accedere al credito?
“E’ fondamentale, addirittura imprescindibile. Artigiani e piccole e medie imprese sono realtà piccole, per questo magari più dinamiche e adattabili ai cambiamenti ma anche meno capitalizzate e quindi meno pronte a fronteggiare la mancanza di liquidità. Le piccole aziende devono già scontare le difficoltà di pagamento che i grandi gruppi scaricano su di loro, ritardando pagamenti per lavori conto terzi, una pressione fiscale fortissima ed anche costi dell’energia esorbitanti. Tutti elementi che non possono non mettere in crisi realtà scarsamente capitalizzate”.
Cosa dovrebbe fare il Governo per sostenervi in questo momento?
“Secondo Confartigianato Emilia Romagna i segnali di difficoltà che provengono dalle piccole imprese impongono misure in grado di garantire loro il necessario sostegno nell’accesso al credito d’esercizio, vale a dire la liquidità per andare avanti, e nei processi di investimento. Riteniamo necessario ed urgente un piano organico di interventi articolato su 3 fronti: rafforzare gli strumenti di garanzia pubblica al credito alle piccole e medie imprese; potenziare il sistema mutualistico dei 251 Confidi dell’artigianato; sostenere i processi di investimento e sviluppo”.
Come si potrebbe agevolare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese?
“In sede di trattativa nazionale Confartigianato ha già chiesto l’attivazione di un Fondo di riassicurazione delle operazioni di credito attraverso l’assistenza della garanzia del sistema dei Confidi che rappresentano, per il settore artigiano, una rete vasta ed altamente specializzata nel valutare il merito di credito e l’affidabilità reale delle imprese. Riteniamo inoltre indispensabile un rafforzamento del fondo patrimoniale dei 251 Confidi dell’artigianato che associano oltre 700.000 imprese e che hanno garantito ogni anno circa 10 miliardi di euro di crediti agli imprenditori”.
Ritenete necessari anche strumenti a favore degli investimenti?
“In tempi di crisi sembra quasi proibito parlare di investimenti, da sempre invece le piccole imprese e gli artigiani hanno dimostrato coraggio nell’investire anche in momenti difficili. Per questo abbiamo sollecitato la creazione di uno strumento a favore di progetti di investimento e sviluppo delle imprese che, da un lato, garantisca le banche per il credito erogato, e, dall’altro, sostenga direttamente le imprese con contributi in conto interessi”.
Prima ha parlato di imposte gravose, su questo fronte cosa chiedete?
“Proprio per fronteggiare la crisi che investe le piccole imprese sollecitiamo interventi anche in ambito fiscale. Ad esempio si potrebbe rinviare il versamento dell’Iva solo all’incasso della fattura; adeguati meccanismi di compensazione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione, notoriamente in ritardo con i pagamenti, sgravi fiscali sia per favorire una riduzione dell’onere che grava sui risultati di gestione, sia per sostenere gli apporti di capitale. Ma anche un incremento della deducibilità degli interessi passivi con una percentuale in funzione al reddito dell’impresa, premiando così le imprese che realizzano investimenti. I margini di manovra ci sono, basta volerlo”.
La prima scadenza che nessuna impresa può rinviare sono gli acconti fiscali di novembre. Secondo lei c’è tempo per agire?
“Le piccole imprese si trovano ad affrontare le scadenze fiscali di novembre senza liquidità e senza certezze sui redditi dell’anno. La grave crisi che sta coinvolgendo artigiani e piccoli imprenditori rende indispensabili interventi straordinari sui tempi e sulle modalità degli adempimenti tributari in scadenza a novembre. C’è secondo noi la necessità di individuare soluzioni adeguate per attenuare l’impatto della grave crisi finanziaria sulle piccole imprese. In sede nazionale Confartigianato ha chiesto misure urgenti per quanto riguarda il versamento della seconda rata degli acconti d’imposta che le imprese sono tenute a corrispondere entro il 30 novembre. Ritengono opportuno prevedere una rimodulazione della percentuale dell’acconto o, in alternativa, la possibilità di rateizzare l’importo che ogni impresa è tenuta a corrispondere. Tutti quindi debbono fare il proprio dovere. Non è più tempo di parole. Aspettiamo dal Governo Centrale, dalla Regione, dalle Camere di Commercio e dalle Province un segnale concreto e urgente verso l’artigianato e la piccola impresa”.