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Esplosione in fabbrica: migliorano le condizioni dei feriti


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Migliorando le condizioni dei quattro feriti, tutti in condizioni non gravi, rimasti coinvolti ieri mattina nell’esplosione della fabbrica “Marconigomma” di Sasso Marconi, nel bolognese, in cui hanno perso la vita il direttore dello stabilimento, Fabio Costanzi, 60 anni, e un operaio indiano di 46 anni, Yadaw Ramjas. L’unico ancora ricoverato in ospedale è Abdel Razek Rjeb, 48 anni, tunisino, l’uomo che ieri ha dichiarato di essere vivo per miracolo.

L’operaio, sbalzato nella caduta, ha riportato problemi per lo più di tipo ortopedico, sui quali sono in corso accertamenti. Gli esami del gas nel sangue, finalizzati ad accertare eventuali intossicazioni, hanno dato invece esito negativo.
Non è escluso che possa essere dimesso anche lui in giornata.

Già dimesso nella serata di ieri l’altro ricoverato al Maggiore, il connazionale Heidi Hamrouni, di 44 anni, che ha subito lesioni alla schiena e un trauma cranico sempre in seguito alla caduta provocata dall’onda d’urto dell’esplosione.

Già a casa anche i due operai – un tunisino e un marocchino – che erano andati a farsi curare all’Ospedale di Vergato lamentando problemi alla caviglia e a un ginocchio: la prognosi, è rispettivamente di 15 e 10 giorni.

Nel frattempo stamane c’è stato un nuovo sopralluogo del Pm Marco Mescolini alla Marconigomma.

”E’ stato un ulteriore sopralluogo per compiere accertamenti in relazione alle sostanze”, ha detto ai giornalisti all’uscita dallo stabilimento il magistrato.

”Prima dobbiamo capire cosa è successo – ha aggiunto – poi capiremo di chi è la colpa. I responsabili dell’azienda sono i primi a voler capire cos’è accaduto. Stiamo facendo gli accertamenti, che sono tutti ripetibili” – ha precisato ancora. Per ora – ha confermato -non ci sono indagati.

Istituzioni e sindacati si stanno attivando per assistere Urmila, la moglie dell’operaio indiano Yadaw Ramyas rimasto ucciso nell’esplosione. Da appena un mese la donna aveva raggiunto in Italia il marito, con il quale viveva nella canonica di Pioppe di Salvaro, nel vicino territorio di Marzabotto.

”I Comuni di Sasso Marconi e di Marzabotto, insieme ai sindacati, sono pronti a dare un contributo e stanno predisponendo anche una sottoscrizione economica – ha spiegato il sindaco di Sasso, Marilena Fabbri – per supportare le scelte della moglie di Ramyas: rientrare in India oppore rimanere qui in Italia”.
L’intenzione dei familiari sarebbe di portare la salma di Yadaw in India, per la cerimonia funebre secondo il rito indù.