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Riordino bonifica: le ragioni del ‘Burana’ a difesa dell’Impianto Pilastresi


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Il comitato amministrativo del Consorzio della bonifica Burana-Leo-Scoltenna-Panaro intende esprimere le seguenti considerazioni in merito alla delicata questione riguardante l’impianto Pilastresi nell’ambito della discussione in atto sul riordino dei Consorzi di Bonifica.

L’impianto Pilastresi ha una duplice valenza, di scolo e di derivazione, ed è su entrambe che il Consorzio di Burana intende comunicare le proprie considerazioni. Per quanto riguarda la valenza irrigua dell’impianto il Burana, come ha fatto in passato, è disponibile anche per il futuro a concordare una gestione costruttiva e pienamente condivisa della derivazione di acqua a uso irriguo.

In secondo luogo, per quanto riguarda lo scolo, esiste un principio fondamentale nell’idraulica di bonifica, in base al quale i territori di monte hanno il diritto di scolare le proprie acque nei territori di valle e questi ultimi, nel nostro caso i ferraresi, sono tenuti ad accettare il transito delle acque di monte. Questa è la logica della bonifica, la stessa che ha ispirato la bonifica di Burana e i propri consorziati nel sostenere le spese per la realizzazione delle proprie infrastrutture, in particolare dell’impianto Pilastresi, ed è la stessa legge italiana a confermare l’importanza di questo principio generale per la salvaguardia territoriale. È inaccettabile che il territorio a valle abbia la pretesa di governare lo scolo della parte di monte, ledendo gli interessi del territorio modenese di bassa pianura che, passando per Mirandola, va da Concordia a Finale Emilia e che gravita su Pilastresi facendo capo a quest’impianto come garante per lo scolo delle acque di piena. Teoricamente, se non venisse rispettato tale principio, i territori a valle potrebbero infatti rivendicare, erroneamente, il diritto a gestire tutti gli impianti che si trovano a monte (ricevendo da essi le acque), disattendendo i principi fondamentali della bonifica.

Inoltre, sposando la logica del bacino Burana-Volano in cui Pilastresi si inserisce, è indiscutibilmente vero che i ferraresi vantano una forte presenza all’interno di tale bacino, ma questo non può che comportare la necessità di un confronto continuo ed una concertazione sistematica per la gestione di tutte le infrastrutture che insistono sul bacino, non di un solo impianto. Tale logica rientra nella costituzione del Comitato Paritetico e nella sottoscrizione del Protocollo d’Intesa, entrambi di recente istituzione, i quali si pongono come obiettivo principale una concertazione auspicata sia all’interno del mondo della bonifica, che con gli enti locali che governano il territorio.
In base a queste considerazioni, è il principio di reciprocità che dovrebbe valere nella gestione unificata di tutte le infrastrutture del bacino Burana-Volano.

Il Consorzio di Burana, in nome dell’interesse dei propri consorziati e della loro vita futura, cercherà di far valere le proprie motivazioni in tutte le sedi opportune, tant’è che ritiene che l’impianto Pilastresi racchiuda in sé la ragion d’essere idraulica, socio/economica e storica della bonifica di Burana.

Il Comitato Amministrativo del
Consorzio della Bonifica Burana-Leo-Scoltenna-Panaro