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Carpi: Citer verso la messa in liquidazione


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Il Citer, Centro innovazione tessile dell’Emilia Romagna, dopo 28 anni di vita verrà liquidato: lo ha deciso all’unanimità (astenuto solo il consigliere comunista Massimo Valentini) il Consiglio comunale di Carpi nella seduta del 20 novembre scorso, autorizzando il Sindaco a procedere in questo senso nella prossima assemblea dei soci.

Nel corso del dibattito è stata data risposta anche a due interrogazioni (di Luca Ghelfi, Popolari-Liberali), che chiedevano lumi proprio sulle aggiornate condizioni economiche del Centro, sul sostegno dato dall’ente locale e da soggetti privati al Citer e sui risultati di bilancio degli ultimi tre anni.
Il Sindaco Enrico Campedelli ha ricordato in apertura di dibattito come il Comune possieda il 40% del Citer (un 20% a testa è in mano a Ervet e Provincia, il resto appartiene a diverse associazioni di categoria) e che a suo tempo l’ente locale ha fatto pressioni sulla Regione per evitare che il Centro traslocasse a Rimini. “Auspicavamo da tempo – ha esordito – che si potesse arrivare ad un soggetto unico della moda (progetto di valenza regionale che comprende un Campus della moda e un Carpi Promotion Point e che verrà presentato a giorni dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, condiviso da più enti e istituzioni, ndr.). Negli ultimi tempi il Citer aveva già ridotto le sue attività ed era stato trasferito nella sede di Carpiformazione, che dovrà svolgere le attuali funzioni nel soggetto che nascerà. Forse dovevamo arrivare prima a questa liquidazione, per dare risposte al settore tessile-abbigliamento che si trova ora in una situazione che desta preoccupazione”.
Il Direttore generale del Comune Giordano Corradini dal canto suo ha sottolineato come il Citer abbia “solo un progetto in corso attualmente, con il Marocco, e un solo dipendente, ma anche una situazione finanziaria tesa: nel 2006 il bilancio è stato sostanzialmente in pareggio, mentre nel 2007, dopo aver svalutato i crediti in sofferenza, si è registrata una perdita di 375 mila euro”. Il capogruppo di Forza Italia Roberto Andreoli ha sottolineato positivamente la liquidazione del Citer “che nel 2005 fu un errore non attuare, invece che parlare di un suo rilancio” citando anche i contributi dati in varie forme dall’ente locale al Centro dal 2001 ad oggi e ribadendo la persistenza di una visione diversa tra Municipio e Fondazione Cassa nel merito della sede del nuovo soggetto unico. Paolo Zironi (Pd) non si è invece detto d’accordo con Andreoli quando ha definito esperienza fallimentare quella del Citer “che invece in un lungo periodo della sua storia è stato capace di progettare e di avere un ruolo. Mi interessa poi dire che è importante il coinvolgimento nel progetto della Fondazione di Carpiformazione ma anche che è necessario che le imprese del distretto facciano la loro parte, sia con capacità progettuali che con risorse”.

E se Leda Tirelli (An) ha affermato che da Centri come il Citer non sono mai uscite professionalità di alto livello ed Enrichetta Annovi (Fi) ha ribadito che continuare a sostenere una struttura della quale ben poche aziende carpigiane sono socie è sbagliato, Lorena Borsari (Idv) ha invece auspicato che questa procedura di liquidazione non costi e non duri troppo, spiegando altresì come sia eccessivo dare dei falliti a coloro che sono stati a fianco del Comune in questi anni nel sostegno al Centro.

Luca Ghelfi (PL) ha dal canto suo spiegato nel suo intervento come il Citer andasse chiuso prima e che “nel 2005 non si parlava del ruolo delle Fondazioni bancarie se non come possibili soci del Citer e non come di possibili fautori di progetti come quelli che stanno venendo avanti”.
Giuseppe Donatiello (Udeur) ha ricordato anch’esso esperienze positive del Citer auspicando che il progetto di un soggetto unico per la moda abbia successo. Il Sindaco Campedelli ha ripreso poi la parola per dire che il Centro ha svolto un ruolo importantissimo, “prima che le imprese carpigiane decidessero di fare da sole grazie anche allo sviluppo delle nuovo tecnologie e di Internet. Già nel 2005 – ha detto – volevamo lanciare un soggetto unico per formazione, ricerca, informazione e innovazione: il progetto della Fondazione, che è condiviso dall’amministrazione comunale, ha in sé idee e linee di intervento accennate infatti due anni fa da uno studio proprio del Citer e del Politecnico di Milano. Ora tutte le associazioni di categoria, Confindustria e la Camera di Commercio si dicono interessate a questa idea ma ricordo che in questo progetto nulla si dice di quale sarà la sede e di parametri di edificabilità”.
Graziano Malaguti (Pd) ha anche lui voluto intervenire in aula per ricordare che il Comune nel 2005 ha aumentato la sua presenza nel capitale sociale del Citer “perché la Regione voleva uscirne. Il Centro ha avuto tra i suoi meriti anche quello di insegnare a Bologna come utilizzare i fondi strutturali dell’Unione Europea assieme all’Api di Reggio Emilia. Ed è stato positivo che il Comune abbia investito 100 mila euro per salvare parte dell’archivio del Citer, il secondo più importante d’Europa”.
Massimo Valentini (Prc) ha rammentato la crisi occupazionale nella quale anche il distretto si trova ad operare e il fatto che comunque la sede del nuovo soggetto unico, 40 mila metri quadrati, da qualche parte il Comune dovrà accettare che venga costruita.

L’assessore all’Economia Alberto Allegretti ha ribadito in conclusione che “non c’è un’adesione incondizionata del Comune al progetto della Fondazione Cassa, definito in autonomia da Palazzo Brusati Bonasi, che ci vede coinvolti e futuri attori. La Regione, di cui si attendeva una più sostanziosa presenza per garantire una progettualità autonoma al Citer, a suo tempo ha deciso di uscire da tutti i centri di servizio alle imprese e già nel 2000 si pensò a come fare acquisire il Citer già in fase di ristrutturazione da parte di Carpiformazione. Ricordo al Consiglio – ha affermato – iniziative come Le stagioni della moda, portata avanti per tre anni, o il progetto Biomoda che ha coinvolto diverse imprese, mentre l’archivio acquistato dal Comune andrà a costituire parte del patrimonio del nuovo soggetto unico. Il Citer non ha nel suo bilancio buchi ma alcuni crediti di fatto svalutati e esigibili con tempi e modalità più lunghi e complessi. Carpiformazione in conclusione si integrerà con le altre iniziative del soggetto unico, valorizzando le proprie iniziative a favore della formazione di livello medio-basso”.