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Modena: guida in arabo per commercianti, Prampolini risponde a Leoni

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“L’Amministrazione comunale non istituzionalizza la mancata conoscenza della lingua italiana, come afferma il consigliere Leoni, ma coscientemente e responsabilmente prende atto del fatto che molti gestori stranieri non possono cogliere pienamente gli aspetti di una normativa tecnica di dettaglio, a volte non pienamente conosciuta anche dagli stessi gestori italiani. Il vademecum sancisce il rispetto e la condivisione delle regole e toglie qualsiasi alibi, anche ai gestori di negozi etnici, sulla mancata osservanza delle norme”. Questa la risposta dell’assessore alle Politiche economiche del Comune di Modena Stefano Prampolini all’interrogazione, trasformata in interpellanza, del consigliere di Fi-Pdl Andrea Leoni “Guida in arabo per commercianti. La Giunta Pighi istituzionalizza la mancata conoscenza della lingua italiana”.

Secondo il consigliere “sono una sfilza i casi in cui l’italiano viene messo sullo stesso piano di altre lingue. Il problema non è la guida di arabo per gli arabi, ma il fatto, confermato dalla cronaca degli ultimi mesi, che si rileva un alto tasso di illegalità nei negozi, rispetto alle norme sanitarie ed amministrative. Punto fondamentale per una reale integrazione di chi viene a vivere nel nostro Paese e soprattutto per chi vuole aprire una attività commerciale è la conoscenza della lingua italiana, ma l’Amministrazione non ritiene così: mette queste persone nelle condizioni di poter vivere qui senza imparare la lingua, le leggi, ecc.”.
“Il vademecum dal titolo ‘Disposizioni in materia di commercio’ – ha proseguito l’assessore – è stato realizzato dall’ufficio Politiche per la Sicurezza urbana, titolare del finanziamento regionale, in collaborazione con la Polizia Municipale e il settore Interventi economici, nasce dal progetto intersettoriale sulla zona Tempio di Modena che ha l’obiettivo di conseguire una ordinata e civile convivenza nelle città attraverso la condivisione e la conoscenza delle normative che regolano le attività commerciali in un’ottica di prevenzione anche di eventuali fenomeni di illegalità”. Lo strumento “è rivolto agli operatori italiani e stranieri ed è stato realizzato in tre lingue: italiano, inglese e arabo, sono inoltre disponibili anche le traduzioni in russo e turco. La distribuzione del vademecum è, inoltre, un’occasione di contatto e confronto con i gestori per migliorare la comprensione reciproca, per rilevare eventuali irregolarità e disagi. Si inserisce e potenzia, quindi, la normale attività di controllo della Polizia Municipale sugli esercizi commerciali”. Nel suo intervento, l’assessore ha, infine, aggiunto che “l’Amministrazione si preoccupa anche di diffondere la lingua italiana tra la popolazione straniera e lo fa sia in modo diretto, all’interno delle scuole dell’obbligo, sia in modo indiretto assegnando contributi ad associazioni e scuole che organizzano corsi di italiano per adulti e minori”.
Il consigliere dei Verdi Mauro Tesauro ha dichiarato di non capire il senso dell’interrogazione: “Non ne capisco lo scandalo. L’importo dal punto di vista pecuniario è contenuto e quando ci sono da rispettare delle regole bisogna che ci capiamo tutti, distribuire materiale informativo è importante. E’ un atto di grande civiltà e ci compiacciamo per questo senso di civiltà”.
Per Andrea Leoni “Leoni “i gruppi linguistici in provincia di Modena sono circa 120, il vademecum allora dovrebbe essere il 120 lingue, l’alternativa era farlo semplicemente in italiano. Ma c’è un problema: in regione avete rigettato una nostra proposta di legge che legava l’attribuzione di una licenza commerciale a una conoscenza di base della lingua italiana. Non siamo per niente contenti della risposta, perché dice solo che fate bene. In città ci sono sempre più ghetti, il Comune non ha fatto tutto quello che poteva, ce n’è da fare ancora un bel po’. La città ha ancora sacche di degrado e di scarsa sicurezza, avete una responsabilità grave e politica”.