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Vendita quota azioni Aimag: lungo dibattito in Consiglio a Carpi


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La delibera sulla vendita di una partecipazione azionaria di Aimag è stata approvata giovedì 27 novembre dal Consiglio comunale di Carpi: presentato dal Direttore Generale del Comune Giordano Corradini questo atto è in pratica l’avvio operativo della procedura di gara per la vendita ad un partner privato del 25% delle azioni ordinarie di Aimag, che è stata posticipata al 30 giugno prossimo.

Su suggerimento dell’advisor incaricato di supportare il Comune di Carpi sono state apportate alle linee guida di questa procedura alcune modifiche, sia formali che sostanziali: sulle caratteristiche dei candidati, sulla nuova convenzione tra i 22 Comuni soci di Aimag che darà vita al capitolato di gara (il Dirigente responsabile della procedura sarà Corradini stesso, essendo Carpi il comune capofila, ndr.), cambiamenti allo Statuto dell’azienda. Fissato anche il prezzo a base d’asta, compreso in una ‘forbice’ che va da 1.92 a 2.07 euro per azione: “al partner come detto andrà il 25% delle azioni ordinarie; il 10% è già di proprietà – ha ricordato Corradini – delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Carpi e di Mirandola: ai soci pubblici resteranno dunque il 65% delle quote e questi non potranno andare sotto il 60% in base al patto di sindacato vigente, quota che secondo le disposizioni statutarie rappresenta anche la maggioranza qualificata sufficiente per deliberare in assemblea straordinaria”. Corradini in aula ha anche spiegato che il Patto parasociale tra chi vende e chi vincerà la gara avrà validità 5 anni e prevederà che il nuovo Cda di Aimag sia costituito da 8 componenti, di cui 5 eletti dai Comuni soci, 2 dal nuovo partner, di cui uno con l’incarico di vicepresidente, e 1 dalle due Fondazioni. Non si cita invece il ruolo dell’amministratore delegato. E’ previsto che chi vincerà la gara non possa vendere prima di 5 anni, sia esso un soggetto unico o una cordata di soggetti, mentre il Patto di Sindacato oggi vigente si intende prorogato di due anni, fino al 2014.

Massimo Valentini (Prc) ha prima presentato un ordine del giorno nel quale riassumeva le richieste contenute in una lettera inviata dal Coordinamento Beni comuni e partecipazione e nella quale si chiedeva tra l’altro di sospendere le procedure di vendita per avviare una istruttoria pubblica: poi ha letto una propria interpellanza riguardante lo Statuto e le assemblee di Aimag.

A quest’ultima ha dato alcune risposte l’assessore all’Ambiente Mirco Arletti: sul ruolo e le caratteristiche del socio correlato e delle assemblee di questi, sulla nomina da parte del Cda di Aimag dei componenti dei Comitati institori, sugli emolumenti percepiti da questi ultimi e sugli utili distribuiti ai soci correlati nelle divisioni Idrica e Raccolta-trasporto rifiuti.
L’assemblea di Bilancio del 25 giugno scorso ha definito ad esempio per Coseam spa 249991 euro di dividendi da azioni correlate e per Rieco srl 195085 euro: da dividendi di azioni ordinarie la Fondazione carpigiana ha invece incassato 322345 euro, il triplo di quella di Mirandola.
Il Sindaco Enrico Campedelli ha poi preso la parola per ribadire che “sono anni che si discute di Aimag e che bisogna ora decidere, visti anche i mutamenti negli scenari nazionali ed internazionali. Tempo non ce ne è più e non possiamo bloccare gli altri Comuni soci, è una responsabilità che abbiamo nei loro confronti”.

Dal canto suo l’assessore al Bilancio Alberto Allegretti ha letto una tabella riassuntiva delle spese sostenute dall’amministrazione comunale relativamente al referendum del 28 settembre scorso proprio sulla vendita di parte delle azioni di Aimag ad un partner privato. Si tratta di 58373 euro, derivanti per circa la metà da spese effettuate dall’Ufficio economato e per il resto per gli emolumenti dei componenti dei 42 seggi e il lavoro straordinario dei dipendenti dell’ente locale.

Massimo Valentini ha poi ripreso la parola per leggere 31 emendamenti allo Statuto di Aimag, alla delibera in discussione e ad alcuni dei documenti ad essa allegati. Il consigliere Pd Graziano Malaguti è a questo punto intervenuto per sottolineare come questi emendamenti servissero solo a fare saltare la vendita e per motivi ideologici, ricordando che si vende solo una parte delle azioni e non il pacchetto di maggioranza dell’azienda multiutility. “Una scelta – ha concluso – comunque reversibile”.
Intervenuti per criticare la scelta dell’amministrazione comunale anche Argio Alboresi (Leganord) e Leda Tirelli (An) mentre Lorena Borsari (IdV) ha ricordato le caratteristiche salienti di questa procedura di vendita, sottolineando dal canto suo la positività della scelta compiuta, anche per evitare che nel prossimo futuro Aimag spa possa perdere le concessioni: “con un socio privato del settore l’azienda potrà invece competere e sperare di continuare a lavorare in un mondo dove le aggregazioni sono già una realtà”.

Roberto Andreoli (Forza Italia) nel suo intervento ha invece definito un errore il non aver discusso in aula l’ordine del giorno di Valentini prima di iniziare il dibattito sulla delibera, ricordando come l’istruttoria pubblica richiesta già nel 2006 su questo tema poteva evitare anche il referendum. “Abbiamo saputo della distribuzione di risorse straordinarie di Aimag spa tre mesi dopo della decisione dell’azienda ma i Consigli comunali devono saperle prima queste cose: e stiamo parlando di 4,2 milioni di euro. Il primo significato di questa vendita di azioni – ha detto – è comunque quello di fare cassa ma quando questi soldi saranno stati spesi non ci saranno più e dovremo allargare le braccia…E ricordo che Aimag ha una redditività del fatturato del 26% e ciò si riflette sulle tariffe”.

Massimo Valentini ha poi riconfermato la sua contrarietà all’ingresso al privato in Aimag: “le nostre proposte non sono vessatorie, piuttosto ci si spieghi perché si alza il tasso di remunerazione del capitale proprio mentre entra il partner e si ammetta che il reale proprietario dell’acqua non sono i Comuni con le reti ma il gestore che la porta a casa”. L’esponente comunista preconizzando l’arrivo delle multinazionali a caccia di business e la futura privatizzazione del servizio ha terminato il suo intervento chiedendo poi che si ritorni ad una situazione di gestione ‘in house’ e ci si riprenda anche il 10% di azioni in mano alle due Fondazioni bancarie, leggendo infine alcuni articoli di stampa su esperienze di aziende a controllo pubblico che si sono rivelate dare rendimenti migliori di quelle dove è entrato il capitale privato.

E se il consigliere Davide Dalle Ave (Pd) si è poi soffermato sui risultati del referendum del 28 settembre scorso spiegando come sia necessaria una riflessione in merito alle legittime preoccupazioni di chi ha votato contro la scelta in discussione e sullo strumento referendario stesso il Sindaco Campedelli ha voluto di nuovo ribadire come l’imminenza di gare per il servizio gas (2010), e di quelle successive per rifiuti (2016) e acqua (2024) richieda un rafforzamento dell’azienda, per mantenere un rapporto con i cittadini nella competizione sul mercato dei servizi pubblici. E sul referendum, ricordando una esperienza fatta a Montevideo, ha concluso che esiste pure una terza opzione di espressione del voto, quella dell’astensione.

Il voto sull’ordine del giorno presentato da Valentini ha visto il civico consesso pronunciarsi con il voto favorevole del firmatario e la sola astensione di Alboresi (Leganord): voti contrari per gli altri consiglieri presenti. Con lo stesso risultato sono stati bocciati tutti i 31 emendamenti presentati da Valentini mentre la delibera in discussione infine ha visto il voto contrario dei soli esponenti di Prc, Leganord, Fi e An, e quello favorevole degli altri gruppi, venendo quindi approvata.