L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, dove dal 2005 è stato istituito un qualificato Centro di Ricerca Applicata ai Beni Culturali – CUBE, è stata scelta come partner della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Regione Emilia Romagna per lo sviluppo di studi sui materiali e approfondimenti in materia di conoscenza e conservazione dei beni culturali, in particolare relativamente al contributo delle scienze sperimentali alla loro conoscenza storica ed alla loro conservazione.
Le caratteristiche e le finalità della convenzione che affiancherà il lavoro delle due importanti istituzioni saranno illustrate domani – giovedì 4 dicembre – alle ore 10.30 a Modena presso la Sala dell’Oratorio del Palazzo dei Musei (viale Vittorio Veneto 5) dallo stesso Soprintendente ai Beni Archeologici della Regione Emilia Romagna dott. Luigi Malnati.
La Soprintendenza, infatti, ha manifestato interesse a sviluppare forme di collaborazione con i Dipartimenti di Scienze della Terra, Chimica, Biologia Animale e il Museo di Paleobiologia e dell’Orto botanico dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia in vari settori quali: indagini chimico-fisiche e minero-petrografiche di manufatti archeologici quali ceramiche, vetri, metalli, di materiali lapidei, malte, pigmenti; indagini di carattere geologico, sedimentologico e geomorfologico; indagini su reperti archeobotanici; archeozoologici; attività di scavo archeologico e di valorizzazione di beni archeologici. Tale convenzione nasce dalla fondamentale esigenza di attivare una politica sistematica di collaborazione tra il mondo accademico e le istituzioni pubbliche, in quanto strumento di diffusione, valorizzazione e verifica dei risultati della ricerca scientifica.
La presentazione ufficiale avverrà nell’ambito di un seminario su “Scienza per l’Archeologia a Modena e in Emilia Romagna” presso la stessa sede, che inizierà alle ore 9.30, al quale interverranno il Sindaco di Modena prof. Giorgio Pighi, il Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia prof. Aldo Tomasi, la Direttrice del Museo Civico Archeologico Etnologico del Comune di Modena dott. ssa Ilaria Pulini ed il Direttore di CUBE prof. Paolo Zannini.
CUBE, infatti, che può contare sulla presenza degli avanzati laboratori presenti presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ateneo, è nato con lo scopo di promuovere e consolidare l’integrazione delle competenze interdisciplinari e delle ricerche nell’ambito dei beni culturali e di creare le opportune sinergie fra cultura scientifico-sperimentale ed umanistica applicandole agli ambiti dell’archeometria, dell’archeologia, della geoarcheologia, della archeobotanica e della archeozoologia.
Durante la giornata di lavori i ricercatori del Centro recheranno interessanti esempi sulle ricerche e gli studi che li vedono coinvolti. “Il convegno – spiega una delle organizzatrici la prof. ssa Giovanna Vezzalini – è stato organizzato per presentare le ricerche in atto presso il centro CUBE nell’ambito dell’archeologia. Saranno presentate relazioni relative allo studio di ceramiche antiche, vetri, metalli, materiali lapidei, reperti archeobotanici e archeozoologici, paleontologici e sulle tecniche scientifiche applicate al loro studio. Sarà quindi evidenziata la stretta collaborazione tra archeologi e scienziati e il contributo che le scienze forniscono alle problematiche di carattere archeologico”.
Al mattino Sara Tiziana Levi parlerà della “Produzione e circolazione dei vasi nell’età del bronzo in area padana: la ceramica dipinta egea e quella di impasto tradizionale”, mentre Cristina Boschetti, Cristina Leonelli, Paolo Veronesi e Anna Corradi presenteranno uno “Studio archeologico e archeometrico del vetro nel mosaico italico: una ricerca interdisciplinare” e Rossella Arletti e Giovanna Vezzalini racconteranno de “Il vetro nell’età del ferro: indagini archeometriche di reperti da diversi siti emiliani” e Maria Bernabò Brea, Andrea Cardarello, Sonia Giovannini, Maurizio Mazzucchelli Valerio Terreri riferiranno su “Caratterizzazione di oggetti e lingotti in bronzo dalle terramare emiliane”.
Nel pomeriggio alle ore 14.30 si proseguirà coi contributi di: Stefano Lugli su “Dall’Egitto all’Istria: viaggio tra le pietre di Modena”; Cesare Papazzoni su “I fossili come strumento di indagine sulla provenienza dei materiali archeologici”; Pietro Baraldi, Giulia Moscardi, Paolo Zannini su “Le spettroscopie analitiche per l’archeologia”; Carla Alberta Accorsi su “Valore e insegnamento dell’archeopalinologia in Emilia Romagna”; Marta Bandini Mazzanti e Giovanni Bosi su “Ferrara: storia di una città attraverso i reperti archeobotanici”; Marco Marchesini su “Archeoxilologia: dal campionamento al restauro”; Jennifer Ori, Aurora Pederzoli, Ivano Ansaloni su “Lo studio dei reperti ossei animali provenienti da scavi archeologici” e, infine, Elena Corradini, Antonio russo e Giovanni Cerfogli su “Percorsi paleontologici per diversamente abili a Rocca Santa Maria e alle Salse di Nirano”.