La crisi che investe il tessuto economico e produttivo della nostra provincia per la sua diffusione e profondità si manifesta con caratteristiche inedite e sbocchi imprevedibili.
Tutti i settori dell’industria, del terziario, dell’artigianato sono interessati da un forte rallentamento delle loro attività; anche settori che in passato erano solo marginalmente coinvolti, come ad esempio l’oleodinamica o il commercio, sono oggi investiti dalla crisi.
L’elevato numero di lavoratori coinvolti, le tipologie dei loro rapporti di lavoro, oltre a ripercuotersi pesantemente sul mercato del lavoro modenese, incidono sulla tenuta sociale del nostro territorio ponendo esigenze nuove e crescenti.
Migliaia di lavoratori sono in CIG o CIGS (12.000), centinaia (800) sono sospesi con integrazione al reddito da parte dell’’EBER e 4.700 sono i lavoratori iscritti alle liste di mobilità , una parte di questi non percepisce integrazione al reddito (L. 236).
Decine di migliaia sono i lavoratori precari con rapporti di lavoro a tempo determinato, i lavoratori interinali, i soci di cooperative di servizio o di produzione, i collaboratori a progetto che, se espulsi dalle aziende, non potranno disporre di qualsiasi forma di ammortizzatore sociale (circa 30.000).
Gli stessi dati resi noti dal Centro per l’impiego della Provincia di Modena sugli avviamenti e le cessazioni dei rapporti di lavoro hanno evidenziato un saldo negativo di dimensioni preoccupanti nel mese di ottobre sullo stesso mese del 2007 ; meno 5.600 avviamenti a tempo indeterminato, meno 5.400 a tempo determinato, meno 1.500 apprendisti, meno 2.270 interinali.
Oltre ai numeri, di per sé rilevanti, ed in ogni caso mai così negativi per la nostra provincia, occorre rilevare come la percentuale di donne nel saldo negativo degli avviamenti al lavoro sia superiore alla percentuale della loro presenza nel mondo del lavoro.
Se questo è il quadro produttivo ed occupazionale che già oggi vive la nostra provincia, ancora più preoccupanti sono le prospettive che si vanno delineando di un ulteriore aumento delle crisi aziendali e della prevedibile conseguente riduzione della forza lavoro occupata.
Già oggi le integrazioni al reddito fornite dagli ammortizzatori sociali, per chi ne ha diritto, non sono sufficienti a garantire il mantenimento delle proprie condizioni di vita, ma ancora più grave e preoccupante è la condizione delle migliaia di lavoratori che se espulsi dal processo produttivo non potranno disporre di nessuna forma di integrazione al reddito; ciò può essere ancora più grave per i lavoratori stranieri, che espulsi dai processi produttivi possono trovarsi a vivere una condizione di clandestinità.
Questi lavoratori sono i tempi determinati, sono i lavoratori interinali, sono i contratti a progetto o i soci di cooperative, sono i migranti che rischiano la clandestinità, sono i precari del mondo del lavoro, sono quei lavoratori a cui si è detto che la loro condizione era temporanea e comunque utile per essere inseriti più facilmente nel mondo del lavoro in modo stabile.
Oggi è evidente a tutti come la denuncia e la critica che la Cgil ha, da sempre, mosso a questo tipo di interpretazione della condizione dei precari fosse giusta e fondata.
Avere criticato e combattuto questa visione del mondo, che fa leva sulla precarietà e sulla marginalità del lavoro, non ci consola e non ci basta; per la Cgil occorre impedire che la crisi sia scaricata sui lavoratori, i precari, i pensionati e in generale sulle famiglie a reddito fisso e medio basso.
Occorre invertire l’attuale iniqua distribuzione della ricchezza.
Per queste ragioni la Cgil ha presentato un “Piano anticrisi” articolato in sei punti per rispondere ai problemi dell’oggi , dare respiro alle famiglie attraverso azioni eccezionali ed urgenti, costruire un progetto per il futuro.
Le proposte che la Cgil a livello nazionale ha avanzato vanno nella direzione di:
1. sostenere l’occupazione attraverso l’allargamento degli ammortizzatori sociali a chi oggi ne è escluso e il rafforzamento di quelli esistenti.
2. sostenere strutturalmente il reddito con interventi urgenti già in 13^, concedere la 14^ ai pensionati, introdurre la tariffazione sociale, contenere gli aumenti dei prezzi e delle tariffe e intervenire sui mutui.
3. Sostenere gli investimenti per politiche industriali delle imprese più esposte alla concorrenza internazionale e per facilitare il credito alle P.M.I.
4. Individuare le risorse per gli investimenti pubblici immediatamente realizzabili.
5. Attivare un piano straordinario per ampliare i servizi all’infanzia e alla non autosufficienza ampliando la fascia dei servizi che maggiormente sostengono le famiglie e l’occupabilità delle donne .
6. Sospendere la Bossi Fini per almeno 2 anni
Queste sono le richieste elaborate dalla Cgil.
Proposte diverse ed alternative a quelle messe in campo dal Governo che, insieme ad una manovra finanziaria fondata sui tagli alla spesa pubblica, non prospettano alcun impatto anti-ciclico restano inadeguate ed incapaci di prospettare soluzioni positive per i lavoratori, i pensionati ,i precari ed inadatte ai dare slancio all’economia, alle famiglie ed ai consumi, attivando misure esclusivamente a carattere assistenziale ( come la social card e il bonus famiglie ) e non strutturale.
La manovra del governo permane quindi inadeguata e fortemente depressiva.
In tale contesto, il Comitato Direttivo della Camera Confederale di Modena, esprime quindi grande soddisfazione per l’alta adesione allo sciopero e per la grande partecipazione che ha contraddistinto sia la manifestazione regionale di Bologna che l’insieme delle iniziative promosse sull’intero territorio nazionale.
Sciopero generale e manifestazioni che:
• rappresentano un indubbio successo della nostra organizzazione
• rafforzano il consenso intorno alle nostre proposte
• confermano il giudizio negativo espresso sui provvedimenti assunti dal Governo e sulle scelte fatte da Confindustria in materia di riforma del modello contrattuale
• affidano alla Cgil il compito di dare continuità ,nel tempo ,alla propria azione, attraverso la promozione di iniziative capaci di portare avanti le iniziative assunte per allargare ulteriormente il consenso, dare forza e visibilità all’insieme del mondo del lavoro, ai giovani, ai precari, ai disoccupati, alle persone in mobilità con l’obiettivo di conquistare risultati e non lasciare le persone sole di fronte alla crisi ed ai suoi effetti.
INTRECCIARE LE INIZIATIVE TERRITORIALI ALLA VERTENZA NAZIONALE
Posto che tutti gli indicatori economici, i dati sul ricorso alla CIGO ed CIGS, l’aumento delle procedure di licenziamento, il mancato rinnovo dei contratti interinali e dei Contratti a Tempo Determinati in scadenza confermano la nostra analisi sul carattere straordinario della crisi che si traduce, anche a Modena, in forte aumento della disoccupazione, della diseguaglianza sociale che se non governata rischia di prodursi in vera e propria rottura della coesione sociale e fermo restando che qualsiasi intervento sul territorio, per essere realmente efficace, deve poter contare su adeguate risposte alle richieste avanzate nella nostra piattaforma nazionale.
La Cgil di Modena ritiene necessario sviluppare anche a livello provinciale un’insieme di iniziative con la finalità di ridurre gli impatti che la crisi e le mancate risposte del governo producono su lavoratori, pensionati, precari e disoccupati, assumendo , come centro della propria azione, il luogo di lavoro, il territorio, coinvolgendo, pertanto, Cgil Cisl Uil, le associazioni imprenditoriali, gli istituiti di credito e le istituzioni pubbliche.
Il sindacato, a questo scopo, allora deve:
• implementare la sua capacità di lettura della crisi, per coglierne l’estensione , la qualità e la quantità dei soggetti, dei settori e delle imprese coinvolte,allo stesso tempo anche evitare e denunciare i comportamenti scorretti di quanti, all’interno del sistema delle imprese, pensano di utilizzare la crisi come occasione per sfuggire alle proprie responsabilità sociali;
• affrontare le situazioni di crisi nelle aziende coinvolgendo tutte le strutture sindacali che esprimono una rappresentanza contrattuale all’interno del sito produttivo laddove vi sia la presenza di lavoratori con diverse applicazioni contrattuali;
• estendere la propria azione di intervento e negoziazione all’interno di tutte le imprese;
• rilanciare la propria azione contrattuale all’interno di tutti i luoghi di lavoro, articolandola e adeguandola alle priorità presenti senza rinunciare ad estendere ed intervenire sull’insieme delle questioni che attengono la condizione di lavoro: salario, orario, salute sicurezza, organizzazione del lavoro, ricerca , innovazione, lotta alla precarietà, formazione, sviluppo di carriera, inquadramento e valorizzazione delle competenze.
A prescindere dall’essere o meno in presenza di imprese coinvolte dalla crisi o dalle ragioni che l’hanno prodotta (finanziarie, produttive , di mercato) il Comitato Direttivo reputa comunque necessario ribadire l’obiettivo della tutela del lavoro e dei lavoratori come asse strategico della propria azione contrattuale e predisporre in tal senso PIATTAFORME AZIENDALI finalizzate a:
• Reinternalizzare le illegittime o improprie somministrazioni di fasi del processo produttivo mediante il superamento dell’appalto e l’assunzione dei lavoratori delle ditte esterne;
• Conquistare piani certi e concordati di lotta alla precarietà, da realizzarsi mediante l’assunzione e la stabilizzazione delle persone interessate;
• Garantire la giusta applicazione contrattuale per le attività correttamente esternalizzate;
• Gestire tutta la “prima parte” dei contratti sull’insieme delle tematiche che riguardano l’impresa ed il lavoro: compagine societaria, contrattazione della investimenti destinati ad ambiente e sicurezza del lavoro, innovazione, commercializzazione, ricerca, piani formativi per la qualificazione e la riqualificazione, piani occupazionali, gestione degli orari di lavoro;
• Ampliare l’offerta di lavoro anche attraverso la riaffermazione di una corretta gestione degli orari , delle riduzioni e delle flessibilità previste nei diversi contratti nazionali;
• Contrattare piani formativi coerenti con la valorizzazione del lavoro e le finalità sopra indicate:
Contrattazione che, in presenza di crisi aziendali o difficoltà occupazionali va accompagnata da opzioni tese ad evitare strumentali ed inaccettabili divisioni all’interno del mondo del lavoro o pesanti ricadute economiche e sociali, mettendo in campo tutte le azioni necessarie quali:
• conquistare modalità di gestione della CIG che prevedano la rotazione, il riconoscimento dei ratei di ferie e tredicesima;
• negoziare impegni precisi a tutela dei precari e dell’insieme dei lavoratori coinvolti (appalti, somministrati, esternalizzazioni, filiera produttiva, subfornitura);
• definire intese sulla formazione utili a favorire il reimpiego delle persone coinvolte all’interno dell’impresa;
• prevedere il pagamento della CIG, da parte dell’impresa o del curatore, anche in caso di mancato riconoscimento dei requisiti (CIGS);
• ricorrere a tutti gli strumenti utili ad evitare i licenziamenti collettivi, compresi i contratti di solidarietà;definire in caso di riduzione di organico (mancati rinnovi dei contratti interinali, dei tempi determinati, superamento dei periodi di CIG) per questi lavoratori il diritto di prelazione a fronte di future assunzioni, all’interno del bacino provinciale del sistema delle imprese.
A LIVELLO TERRITORIALE
il Comitato Direttivo, convinto che la crisi, per la sua caratteristica e la sua natura non sarà di breve durata od indolore, reputa necessario ,accanto alle iniziative aziendali, predisporre sul territorio iniziative specifiche finalizzate a:
• favorire la ricollocazione ed il reimpiego di quanti hanno perduto il posto di lavoro, sono iscritti alle liste di mobilità o di disoccupazione, sono collocati in CIGS ed interessati ad eventuali processi di mobilità volontaria;
• garantire forme vere di sostegno al reddito a partire dall’anticipo della CIG;
• prevedere modalità di sostegno alle persone ed alle famiglie (lavoratori in CIG od in mobilità, pensionati, disoccupati) incapaci di far fronte a vitali incombenze quali: mutui, affitti, pagamento delle rette e dei servizi;
• tutelare il reddito dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie.
OCCUPAZIONE e RICOLLOCAZIONE
La CGIL rivendica dalle Associazioni Imprenditoriali ( Industria, Cooperazione, Artigianato, Commercio, Agricoltura, Servizi) e dalle Agenzie interinali l’impegno a:
• tutelare il lavoro e l’occupazione
• favorire intese per la stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari
• affrontare i problemi derivanti dalla contrazione del mercato o dalle ristrutturazioni escludendo il ricorso ai licenziamenti collettivi attraverso l’attivazione di tutti gli strumenti alternativi ( governo dell’orario di lavoro, formazione, CIGS, mobilità volontaria ecc)
• privilegiare la assunzione dei lavoratori e delle lavoratrici che hanno perduto il posto di lavoro, iscritti alle liste di mobilità o di disoccupazione, posti in CIGS facendo esclusivamente ricorso alle liste elaborate dai Centri per l’impiego pubblici della Provincia di Modena
• favorire l’incontro domanda offerta e la riqualificazione professionale attivando parte delle risorse già ora disponibili ( Fondi interprofessionali per lavoratori dipendenti, cd.0,30, fondo per la formazione dei lavoratori interinali, altre risorse) all’interno di un progetto generale territoriale, coordinato dall’Amministrazione Provinciale, su cui far convergere tutte le risorse pubbliche e private destinate all’avvio di un piano generale di formazione finalizzato alla ricollocazione dell’insieme dei lavoratori colpiti dalla crisi o iscritti alle liste di mobilità e di disoccupazione
• Combattere e sconfiggere il ricorso al lavoro nero ed al caporalato
• Definire anche per il comparto privato tutto, regole, strumenti e sanzioni utili a prevenire e sradicare fenomeni di infiltrazione di attività malavitosa (mafia, camorra, andragheta), all’interno delle imprese ( capitale) e nei luoghi di lavoro (appalti).
ANTICIPO DEL PAGAMENTO DELLA CASSA INTEGRAZIONE E DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI
Premesso che il ricorso al pagamento anticipato da parte delle imprese fa parte della qualità delle relazioni sindacali e rappresenta un punto irrinunciabile delle nostre richieste, a partire dalla sottoscrizione dell’avvio delle singole procedure, stante le difficoltà di accesso al credito che possono vivere alcune imprese si reputa necessario:
• rivendicare dalle banche e dagli istituti di credito la disponibilità a garantire il pagamento anticipato della CIG alle imprese che non sono in condizioni di garantirla autonomamente mediante surroga o forme analoghe di anticipo delle necessarie risorse finanziarie
• richiedere agli enti preposti modalità e procedure che, nel pieno rispetto delle leggi e delle funzioni di controllo, consentano un rapido esame della richieste di CIG o di ricorso agli ammortizzatori sociali(DS, DS requisiti ridotti, indennità di mobilità) nonché il relativo pagamento
• Richiedere la stessa velocizzazione per le azioni degli enti Bilaterali per il riconoscimento ed il pagamento dei periodi di sospensione.
DIFFERIMENTO DEI PAGAMENTI DEI MUTUI – RETTE E TARIFFE
A fronte del crescente impoverimento dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie, dell’aumento dei ricorsi al prestito ed all’indebitamento anche per i consumi essenziali , del ricorso massiccio alla CIG, dell’aumento della disoccupazione e della mancanza di adeguati ammortizzatori sociali che pesano fortemente, peggiorandole , sulle condizioni di vita delle famiglie e sull’insieme dell’economia del paese, la CGIL reputa necessario rivendicare una azione finalizzata a ridurre le difficoltà delle persone, i fenomeni di disperazione sociale e di perdita di ogni speranza per il futuro chiedendo l’adozione di iniziative specifiche agli istituti di credito, alle Fondazioni bancarie, ai gestori di servizi essenziali ( luce, acqua, gas, rifiuti), alle Istituzioni finalizzate a differire/dilazionare i pagamenti in caso di comprovate difficoltà.
In particolare chiediamo:
• alle banche, in caso di mancato pagamento del mutuo da parte delle persone in difficoltà, di sospendere il pagamento per un adeguato e congruo periodo, definire successivamente le modalità di rientro
• alle banche di ridurre gli spread sui mutui per la prima casa per l’insieme degli interessati
• agli Enti Locali di garantire, di fronte a condizioni analoghe, la continuità, il diritto all’accesso ai servizi nonché l’adeguato sostegno alla persona od alla famiglia coinvolta
• agli Enti gestori di energia, gas, acqua e rifiuti di non procedere a nessuna interruzione del servizio od ad azioni legali, ma definire tempi e modalità di rientro.
FONDO PER LA CASA E DI GARANZIA PER L’AFFITTO
Analogamente ai mutui occorre predisporre interventi a sostegno delle famiglie, lavoratori e pensionati che si troveranno in condizione di non poter garantire il normale pagamento degli affitti, attraverso l’adozione di interventi specifici atti ed evitare l’avvio di procedure di sfratto per morosità ed implementare per quanto possibile l’offerta di case/appartamenti per l’affitto sociale, che resta il vero nodo del problema degli affitti e del caro affitto.
A tal fine si reputa necessario:
• chiedere ad EELL, Fondazioni Bancarie, Istituti di credito di predisporre un fondo a garanzia per l’affitto, da attivarsi su richiesta delle famiglie definendo contestualmente tempi e forme del prestito
• definire con le Associazioni dei Proprietari di immobili, modalità atte ad evitare il ricorso allo sfratto in caso di morosità giustificata
• rilanciare piani di edilizia pubblica da destinare all’affitto con nuovi investimenti e nel contempo velocizzare la rimessa in circolo dell’abitazioni ERP che spesso rimangono, dopo l’uscita dell’inquilino , vuote e in attesa di manutenzione per periodi molto lunghi
• finanziare e sostenere lo sviluppo della cooperativa a proprietà indivisa (es. unicapi).
Sull’insieme delle questioni poste la Cgil assegna alla Amministrazione Provinciale, al Comune di Modena, ai comuni capo distretto il compito di operare, come in parte sta già avvenendo per favorire intese e soluzioni.
– In particolare modo l’Amministrazione Provinciale unitamente ai Comuni capi distretto deve attivarsi affinché:
• le banche agevolino il credito alle imprese in difficoltà di liquidità anche per anticipare la CIG
• far fronte al prevedibile aumento della disoccupazione attraverso accordi con le Associazioni delle imprese per attingere dalle liste dei Centri x l’Impiego e farsi promotori di una azione di raccordo e indirizzo delle risorse per la formazione con l’utilizzo anche dei fondi interprofessionali (0,30 e 4% x interinali) per riqualificare e ricollocare le professionalità colpite dalla crisi
• coordinare e definire, per il comparto privato, regole e sanzioni, a sostegno della lotta alla attività economia illegale e malavitosa
• Costruire la mappatura ( attraverso dati della CCIAA e AA.II) degli assetti proprietari delle. imprese ( FONDI di Investimento e quant’altro)
– A tutti i comuni chiediamo inoltre di prevedere:
• l’introduzione della tariffa sociale e non aumentare per il 2009 le rette e le tariffe esistenti
• di aumentare la rete dei servizi alla persona (infanzia, anziani e non autosufficienza)
• al fine di favorire la tenuta occupazionale nel settore delle piccole imprese e nel pieno rispetto norme che regolano la trasparenza e la legalità, si reputa necessario valutare l’opportunità di affidare, in questa particolare fase, i lavori di piccola manutenzione ( sotto i 200.000 Euro) ad aziende del territorio coinvolte dalla crisi
• Rilanciare con l’utilizzo della leva fiscale (ICI per i Comuni,) i CANONI CONCORDATI per ripristinare un canone sostenibile
• Contrastare le locazioni in NERO ( ad es. tramite il controllo dell’utilizzo delle utenze) al fine di tutelare i diritti degli inquilini e anche per recuperare ingenti risorse necessarie per la politica della casa
• il controllo ed il calmieramento dei prezzi dei beni di prima necessità
• di mantenere l’utilizzo delle risorse regionali finalizzate a determinati obiettivi agli stessi.
Infine, confermiamo la necessità di definire nuove azioni per la difesa e la valorizzazione delle produzioni e delle attività strategiche, tipiche ed innovative, il rilancio dello sviluppo di qualità da realizzarsi mediante il rafforzamento del Welfare, l’implementazione della attività di ricerca e innovazione rivolta alla tutela del territorio, dell’ ambiente, del risparmio energetico e dello sviluppo di fonti di energia alternativa.
A tal proposito diventa essenziale da una parte incrementare le risorse pubbliche e private da destinare alla ricerca dall’altra vincolarle alle finalità della programmazione , alla qualificazione del lavoro e all’occupazione stabile e duratura.
Questioni da cui dipenderà la qualità del nostro sviluppo futuro e la possibilità di affrontare positivamente il cambiamento epocale che la crisi impone e che dovranno essere oggetto di confronto tra tutti i soggetti istituzionali, sociali ed economici coinvolti.
Questo vuole essere il contributo con cui la Cgil di Modena intende promuovere il confronto innanzitutto con Cisl e Uil per verificare eventuali convergenze e successivamente con con i rappresentanti delle Istituzioni e delle forze politiche, sociali, ed economiche del nostro territorio.