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Fnp-Cisl denuncia: odissea per la social card


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La domanda per ottenere la social card assomiglia a un “percorso di guerra”. Lo denuncia il sindacato pensionati Fnp-Cisl di Modena, alle prese da qualche settimana con le pratiche per quella che è stata ribattezzata “tessera del pane” o “carta dei poveri”.

«L’eccessiva burocrazia e le interminabili peripezie cui sono sottoposte le persone che ritengono di poter beneficiare di questi agognati 40 euro rappresentano un’autentica odissea», afferma Pietro Pifferi, segretario provinciale della Fnp-Cisl, i cui uffici hanno già accolto in queste settimane alcune centinaia di aspiranti aventi diritto. Pifferi cita il caso di due pensionati (una donna e un uomo) che, avendo ricevuto la lettera informativa dall’Inps, credevano di ricevere a breve la social card.

«La signora si è recata prima all’Agenzia delle Entrate, poi a un ufficio postale, ma in entrambi i casi è stata cacciata a male parole – rivela il segretario dei pensionati Cisl – Disperata, si è infine rivolta ai nostri uffici, che le hanno compilato la domanda. I requisiti sono talmente complicati che nessuno è in grado di garantire l’ottenimento della tessera. L’altro caso riguarda un pensionato che, avendo ricevuto dall’Inps il modello per il figlio invalido a carico, si è alterato con i nostri operatori quando gli hanno spiegato che non possiede i requisiti in quanto il figlio non ha tre anni, come richiesto dal decreto, bensì 37. Ricordo che ricevere la lettera informativa dall’Inps non costituisce di per sé titolo sufficiente per ottenere la carta; occorre presentare domanda con l’apposita documentazione».

Secondo la Fnp, invece di mettere in piedi un’operazione di molta immagine ma poca sostanza, il governo avrebbe dovuto chiedere al sindacato suggerimenti su come accreditare direttamente il beneficio sulla pensione, evitando così anche il rischio di cittadini che percepiscono la somma in modo indebito. Per non parlare delle diseconomie provocate negli uffici pubblici intasati da cittadini, spesso anziani, vittime di attese che potrebbero risultare false.

«Mentre tutti si rendono conto che 40 euro al mese sono una miseria, – dice Pifferi – la maggioranza parlamentare ricorda costantemente a noi pensionati che non ci sono risorse e che la spesa previdenziale è la più alta in Europa. Possiamo rispondere che i 2,4 miliardi di euro per il bonus fiscale si potevano distribuire più equamente agli otto milioni di famiglie, che la spesa previdenziale, depurata della spesa assistenziale, è inferiore di ben 2,5 punti alla media Ue e che gli altri Paesi – conclude il segretario provinciale della Fnp-Cisl – hanno adottato interventi ben più consistenti per tutelare i redditi fissi».