L’Irpef comunale, che vale in media 72,45 euro a contribuente, nel 2008 ha portato nelle casse dei comuni che hanno deciso di applicarla più di 2,5 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2007 del 7,40%. A stilare la relazione e’ l’Ancot, l’associazione nazionale dei consulenti tributari che ha elaborato i dati del ministero dell’Economia e i contenuti del rapporto ”La manovra finanziaria dei Comuni” dell’Ifel, l’Istituto per la Finanze e l’Economia locale (Anci).
I comuni che chiedono il maggior contributo ai propri cittadini-contribuenti sono quelli liguri (99,49 euro a testa) seguiti da quelli del Lazio (89,91 euro) e delle Marche (85,41 euro). Sopra la media italiana di 72,45 euro pro-capite si piazzano anche l’Emilia Romagna (83,83 euro), il Piemonte (78,19 euro), il Veneto (77,29 euro), l’Umbria (76,2 euro), la Lombardia (73,54 euro) e la Toscana (72,74 euro).
Il gettito pro capite piu’ basso del 2008 si registra al contempo nei Comuni del Trentino Alto Adige (36,53 euro), della Calabria (50,35 euro), della Valle d’Aosta (50,80 euro) e della Sicilia (50,95 euro).
Esaminando in termini percentuali l’andamento delle aliquote si osserva che il 62,08% dei Comuni, per una popolazione di circa il 70% sul totale, l’ha mantenuta invariata, il 12,69% l’ha aumentata e lo 0,83% dei Comuni l’ha diminuita, con un impatto positivo per 616.669 abitanti. Gli incrementi piu’ alti si registrano invece in Liguria (30,35%) e in Basilicata (20,24%).
