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Confidi Modena sulla situazione economica


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I Confidi vengono da più parti individuati come il possibile tramite fra il mondo economico e produttivo in crisi e le banche indotte dai disastri finanziari a stringere i cordoni della borsa. Il Cofim, Consorzio Fidi Modena, raggruppa oltre mille imprese medio-piccole, quelle che fanno l’ossatura dell’economia provinciale e costituisce un osservatorio privilegiato sulla situazione economica reale e sui suoi possibili sviluppi.

Andreina Demetri, Vicepresidente del Consorzio, spiega la situazione.
“Il difficile momento economico che stiamo attraversando viene da uno scenario di profonda crisi finanziaria internazionale e da sempre più bassi livelli di crescita. Siamo già di fronte a cali degli ordini e dei fatturati, all’allungamento e alla sofferenza del ciclo dei pagamenti, ai problemi occupazionali”.
“Nel momento in cui diventa più necessario poter accedere al credito, si verifica la situazione esattamente contraria, con crisi di liquidità del sistema, scarsa fiducia a livello interbancario e, inevitabilmente, qualche contrazione negli affidamenti e inasprimento delle condizioni. In questa fase sta avendo un nuovo risalto il ruolo dei Confidi, da sempre supporto indispensabile per il consolidamento e lo sviluppo delle imprese”.
“Vediamo comunque tante aziende che vogliono reagire e rilanciano. L’operatività complessiva del Cofim, vale a dire l’entità dei finanziamenti messi in campo, alla fine del mese di novembre di quest’anno si avvicinava ai 55 ml di euro, con una leggera flessione rispetto allo scorso anno in pari data, ma un deciso incremento rispetto al 2006. La grande maggioranza dei finanziamenti erogati (oltre 36 milioni) continua ad essere indirizzata a investimenti e non a un fabbisogno finanziario immediato. Segno che nelle intenzioni e nella pratica siamo ancora di fronte a un sistema imprenditoriale che vuole crescere e che reagisce alle difficoltà”.
Sul Fondo Innovazione per la provincia di Modena, che il Cofim, insieme ad altri Confidi modenesi, gestisce per conto degli Enti locali promotori, è utile notare l’ampia presenza di progetti di innovazione radicale (circa il 40% del totale), relativi ad attività di ricerca, progettazione e realizzazione di nuovi beni strumentali (macchinari/apparecchiature) e di nuovi beni di consumo non presenti sul mercato, anche al di fuori del contesto locale. Significativa anche l’incidenza di progetti volti all’acquisto di tecnologie che consentono all’impresa di innovare il proprio processo produttivo, offrendo anche servizi e prodotti nuovi (pari al 33% del totale)”.