Le Fiamme Gialle, indagando nel modenese su un gruppo leader nel settore della raccolta di materiali ferrosi, hanno scoperto l’utilizzo di un sistema che ricalca la tecnica dell’utilizzo di societa’ ‘cartiere’ costituite ad hoc, prive di qualsiasi struttura economica-imprenditoriale, che omettevano la presentazione delle dichiarazioni obbligatorie provocando tra l’altro una concorrenza sleale. Un’evasione per circa 36 milioni di euro, dal 2003 al 2007, nel settore e non, che ha messo nei guai 13 imprenditori.
Il materiale ferroso immesso in ‘nero’ nel mercato determina, per il successivo anello della catena commerciale, la necessità di documentare gli acquisti ‘fittizi’ per giustificare le cessioni alle acciaierie, ovvero all’ultimo anello della catena.
Le indagini hanno permesso anche di scoprire un’operazione straordinaria di acquisizione di azienda, del valore di circa cinque milioni di euro.
La società, inserendosi nelle ‘smagliature’ delle norme antielusive, tramite un’operazione di ingegneria fiscale ha di fatto celato, secondo gli accertamenti, una vera e propria acquisizione di azienda.
Il sistema di frode scoperto dal Nucleo di Polizia tributaria ha visto il coinvolgimento di società cartiere che operano in Lombardia, Veneto, Toscana e Campania.
L’indagine non si è limitata ad accertare la veridicità della commercializzazione del materiale, ma ha setacciato anche le attività di sponsorizzazione di un’associazione sportiva del Veronese.
13 imprenditori denunciati: tre per dichiarazioni fraudolente e dieci per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.