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Confartigianato: le conseguenze della crisi sui rapporti tra banche e pmi

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Negli ultimi tre mesi le piccole imprese hanno visto peggiorare le condizioni di accesso al credito, una tendenza fotografata dall’Osservatorio sull’Imprenditoria Giovanile di Confartigianato sulla base dei risultati di un sondaggio condotto a dicembre su un campione di giovani artigiani e titolari di piccole imprese.

“Nell’ultimo trimestre del 2008 – dichiara Giampaolo Palazzi presidente di Confartigianato Emilia Romagna – il 26,2% dei giovani imprenditori ha riscontrato maggiori difficoltà nei rapporti con gli istituti di credito, la criticità riguardano soprattutto spread e costi bancari troppo elevati, incremento delle garanzie, richieste di rientro, tempi lunghi delle procedure”.

L’Osservatorio di Confartigianato mette in evidenza che il 72,1% degli imprenditori teme ripercussioni della crisi sulla propria attività economica. La situazione della liquidità aziendale è peggiorata’ rispetto ai primi sei mesi del 2008 per il 53,4% dei giovani. Scende al 24,6% la percentuale di giovani che indica peggiorato l’indebitamento rispetto al primo semestre 2008.

Conseguentemente l’atteggiamento nei confronti delle banche è molto cauto: nell’ultimo anno soltanto il 14,9% degli imprenditori ha aumentato la richiesta di prestiti o finanziamenti alle banche e, per i prossimi sei mesi, appena il 5,6% degli intervistati pensa di chiedere nuovi finanziamenti agli istituti di credito. Attualmente il 45,8% dei giovani alla guida delle piccole imprese ha linee di credito attive, che nel 35,4% dei casi consistono in mutui.

“Spesso le nostre imprese non possono contare su capitalizzazioni ingenti – sostiene Palazzi – un fatto che le lega a doppio filo alla concessione del credito da parte degli istituti bancari. Il credito è fondamentale per investire ma anche per fare fronte a momenti di difficoltà come questo, in cui iniziano a ricadere sulle imprese le difficoltà di pagamento di grandi gruppi”.

I timori per la crisi e le restrizioni sul fronte creditizio sembrano non scoraggiano i giovani imprenditori, infatti nel corso dell’ultimo anno il 29,7% ha effettuato investimenti nella propria azienda e soltanto il 12,4% degli intervistati prevede nei prossimi mesi di ridurre gli investimenti nello sviluppo dell’impresa.

“Da questi ultimi dati – conclude Palazzi – emerge che le piccole imprese non avvertono una reale recessione, bensì mostrano un atteggiamento di attesa di segnali positivi che restituiscano fiducia. Le nostre imprese sono flessibili e possono adattarsi alle richieste del mercato sopportare la crisi meglio delle imprese più strutturate. In questo momento i piccoli imprenditori hanno bisogno di misure che favoriscano l’accesso al credito e contemporaneamente rimuovere costi e vincoli che ne soffocano le potenzialità”.