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Fabio Filippi (PDL): sul caso Iris


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La liquidazione della Iris Ceramica, decisa dall’imprenditore Romano Minozzi, è un segnale drammatico per tutto il distretto della ceramica e per l’economia italiana nel suo complesso. Iris Ceramica è un’azienda-simbolo del made in Italy di successo, e quando si arriva a questi punti – con oltre settecento lavoratori che restano a casa e tante famiglie sul lastrico dall’oggi al domani – è la conferma di quanto si temeva: l’uragano partito dalla finanza mondiale investe in modo devastante la base industriale del nostro Paese.

In provincia di Reggio, uno dei punti di forza dell’economia del Nord, i segnali negativi sono sempre più forti: ad oggi oltre ottomila lavoratori sono in cassa integrazione. Una cifra che non si vedeva da molto tempo.
E’ necessario uno sforzo straordinario, in positivo, da parte delle istituzioni per contenere i danni e creare le condizioni per un rilancio, consapevoli che nel 2009 la crisi globale sarà ancora più grave di quanto vediamo oggi ma che l’Italia e il sistema economico emiliano hanno i numeri per ripartire bene.
Per questo chiedo al presidente Errani di prendere le redini della gestione della crisi del polo ceramico, e in particolare di intervenire personalmente nel caso della Iris Ceramica. Chiedo che il presidente e la Giunta vadano nella zona ceramiche a incontrare imprenditori, lavoratori e amministrazioni locali. E chiedo che il consiglio regionale sia investito direttamente di questa crisi e assuma decisioni urgenti a sostegno dei lavoratori, delle loro famiglie e delle aziende in crisi.
Bisogna mettere in campo tutti gli strumenti possibili, a cominciare dai fondi europei per le aree e i distretti in difficoltà. Ed è necessario che la Regione, con tutta la sua autorità, richiami le banche ad abbassare i tassi (l’Euribor cala, ma non altrettanto gli interessi passivi) e soprattutto ad assicurare la liquidità alle imprese che hanno sempre lavorato bene e grazie alle quali le banche hanno guadagnato molti soldi.
E’ necessario, ripeto, che Errani si assuma precise responsabilità e prenda in mano la questione Iris Ceramica, che è un problema nazionale e non solo locale.
Fare impresa non significa fare beneficenza, lo sappiamo tutti, e spesso gli imprenditori sono costretti a prendere decisioni dolorose. Ma non si può chiudere baracca e burattini, licenziando tutti, dopo che per decenni si sono macinati utili su utili: qualcosa, nel conto, non torna.
Nella sua lettera aperta, Romano Minozzi ha detto chiaro che non si può depauperare il patrimonio sociale. Ed è giusto. Ma bisogna tener conto anche delle conseguenze rovinose a catena di decisioni come queste, tanto più che Iris Ceramica ha dato molto al territorio, ha creato benessere, ma ha anche ricevuto molto dal territorio, da chi lavora, e anche dallo Stato principalmente attraverso la cassa integrazione. Per questo mi ha colpito negativamente il fatto che Minozzi non abbia speso una parola per le centinaia di dipendenti che restano senza lavoro.
Mi auguro che si creino le condizioni perché l’imprenditore possa tornare sui suoi passi. Per questo è indispensabile un impegno senza precedenti della Giunta e del consiglio regionale.

Fabio Filippi (PdL)