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Il Consiglio comunale sassolese chiede ad Iris di tornare sui suoi passi


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Consiglio comunale interamente dedicato alla messa in liquidazione di Iris ceramica e alla crisi del settore, quello che è tenuto ieri sera, 15 gennaio, in un affollato teatro Carani. Oltre ai consiglieri di Sassuolo erano presenti sul palco i sindaci di Fiorano, Formigine e Maranello, il presidente della Provincia di Modena Sabattini. In platea consiglieri delle altre città del comprensorio e rappresentanti dei Comuni reggiani, i sindacati, le associazioni e tanti lavoratori dell’Iris e della ceramica.


Patrizia Barbolini, presidente del consiglio comunale, ha aperto i lavori, manifestando grande preoccupazione per gli avvenimenti di questi giorni e richiamando la politica a un forte impegno che possa scongiurare la perdita di tanti posti di lavoro.
C’è a Sassuolo, ha detto, un altissimo patrimonio di professionalità che adesso abbiamo paura di perdere.
Il sindaco di Sassuolo Graziano Pattuzzi ha preso la parola dichiarando subito che “questo è un consiglio comunale che non avremmo mai voluto tenere”.
I dati rilevati a fine 2008, ha proseguito Pattuzzi, erano in effetti preoccupanti, a fronte di una crisi che è mondiale ma che, partendo proprio dal settore dell’edilizia, tocca in modo particolare l’industria ceramica. Nonostante questo, ha spiegato Pattuzzi, abbiamo ancora una volta dimostrato di avere un patrimonio di imprese e lavoratori attrezzati e preparati ad affrontare la crisi. Ci sono passaggi difficili, che coinvolgono tutti, ma c’è la solita caparbietà imprenditoriale che ci ha sempre distinto.
La crisi dell’Iris però, ha commentato il sindaco, è a nostro parere una cosa del tutto diversa. Non si capisce come un gruppo che ha investito e rimodernato, che ha promosso personale ancora negli ultimi giorni dell’anno, vada improvvisamente alla liquidazione. Le ragioni indicate nel documento finale sono le più varie e generali e fanno una fotografia del settore in negativo. E’ vero che nel 2008 abbiamo perso produzione, ma siamo tuttora il secondo produttore mondiale dopo la Cina. Abbiamo concorrenti che stanno peggio di noi, la crisi in Spagna è molto più grave, con un terzo soltanto del prodotto esportato a fronte del 70 per cento abbondante venduto all’estero dalle nostre imprese. La Cina stessa conosce gli effetti della crisi e risulta che una sessantina di aziende ceramiche nel 2008 abbiano dovuto chiudere.
La crisi insomma è di tutti, ma i problemi di Iris ceramica non mi sembrano superiori a quelli di altri. Parliamo anzi di un’azienda fortemente capitalizzata, che ricorre pochissimo al credito e ha importanti risorse finanziarie interne.
Non c’è purtroppo tutela contro una scelta imprenditoriale come quella di questi giorni: l’imprenditore è libero di farla e Iris ceramica più di altri perché ricorrendo pochissimo al credito ha la facoltà di liquidare, cosa che altri non potrebbero permettersi.
Questo però rende ancora più incomprensibile la soluzione adottata, che coinvolge esattamente 758 persone e getta nell’angoscia intere famiglie e tutto il distretto, perché molti si chiedono cosa accadrà se un caso del genere riguarda proprio Iris.
Mi fanno piacere le precisazioni lette in questi giorni da parte degli industriali, che parlano di rimedi e soluzioni. Tutti siamo consapevoli che usciremo dalla crisi diversi, sicuramente con meno produzione e meno occupati.
Per ora però vediamo che il numero di aziende sul territorio non cala, sappiamo dai produttori di tecnologia ceramica che gli acquirenti nel mondo ci sono ancora e che i pre-ordini di qualche mese fa sono confermati anche oggi nonostante la crisi: significa che sono ancora in tanti a voler investire e rilanciare.
Non ci capacitiamo della fine di quest’azienda anche a fronte dello stato di salute dell’altra facente capo alla stessa proprietà, Granitifiandre.
Siamo qui per approvare insieme un documento che porterà solidarietà ai lavoratori ma chiederà anche all’azienda di cambiare idea. Una scelta imprenditoriale come questa non fa parte della storia di questo territorio. I lavoratori non possono essere il problema, sono sempre stati una risorsa. Mi appello al dottor Minozzi perché non scelga di terminare la sua carriera di imprenditore, che è stato punto di riferimento per tanti, in questo modo. La disponibilità a ragionare di necessarie riduzioni e ristrutturazioni aziendali c’è, da parte di tutti.

Dopo il sindaco ha preso la parola il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini.

Il fatto che le istituzioni siano qui stasera, ha detto, è importante. La scelta fatta da un’azienda leader come Iris è di estrema gravità ed è inspiegabile alla luce dei bilanci. Sembra quasi un suicidio. L’atto compiuto ha isolato questa azienda sul piano sociale e ha portato una luce negativa sull’intero distretto produttivo della piastrella. La politica non vuole sostituirsi alle imprese e capisce bene le situazioni e gli elementi di crisi che stanno emergendo. Stiamo investendo per affrontare questa situazione, stiamo lavorando per riportare sul territorio l’innovazione che ha fatto grande la nostra ceramica. La crisi vogliamo governarla, non la subiamo e non è irreversibile. Non basta portare solidarietà ai lavoratori, vogliamo fare di più e speriamo, nei prossimi incontri con la proprietà, in una nuova disponibilità. Speriamo ci si renda conto dell’importanza e del valore del capitale umano, mai citato nel documento di liquidazione. Invito a lavorare per superare le difficoltà tutti insieme.

Biagio Antonio Santomauro, consigliere di Alleanza nazionale Pdl e dipendente Iris, è stato il primo a prendere la parola durante il dibattito. Nei mesi scorsi, ha spiegato, all’Iris sono stati montati un forno, due presse, una nuova linea di smalteria, imbiancati di nuovo quattro capannoni, con spese e investimenti davvero ingenti. Sono io che ho chiuso la porta dell’azienda prima delle feste di Natale, e non pensavo che non l’avrei più riaperta, ho appreso tutto dai giornali subito dopo le festività. Per l’Iris, come tanti altri lavoratori qui presenti, ho dato l’anima e lavorato la notte per vent’anni e c’è chi lo ha fatto per periodi ancora più lunghi.
Riceviamo un trattamento inaccettabile, sono coinvolte migliaia di persone, c’è perfino chi vive in case di proprietà dell’Iris. Abbiamo ricevuto tanta solidarietà da tutta la città, tanti vengono a portare conforto ai presidi, sono segnali importanti di una città che non è razzista come si dice, ma estremamente solidale.
Chiedo al dottor Minozzi di ripensare alla sua scelta, di non valutare solo i suoi investimenti finanziari ma anche l’investimento umano, che siamo noi.

Gian Francesco Menani, della Lega Nord ha portato a sua volta la solidarietà ai lavoratori travolti da un fatto senza precedenti a Sassuolo.
La decisione è grave, ha detto, perché invece di valorizzare l’impegno e la professionalità delle maestranze che hanno contribuito a fare grande questa impresa, toglie loro improvvisamente salari e sostentamento. Invito la proprietà a rivedere la sua posizione, invito il sindaco, come ha tempestivamente già fatto, a impegnare il governo e a adottare le iniziative adeguate per scongiurare questa chiusura.
Voglio fare anche alcune proposte concrete: invito a ricercare nuovi stanziamenti di bilancio per le famiglie che saranno in difficoltà; invito Hera ad azzerare le tariffe di chi ha perso il posto di lavoro; invito la Fondazione Cassa di risparmio, che tante volte ha contribuito a Sassuolo a fini sociali e culturali, a impegnarsi anche stavolta; invito le società patrimoniali dei Comuni che programmano assunzioni a tenere conto della situazione di questi lavoratori; le banche a dare respiro a queste persone colpite improvvisamente, azzerando gli interessi.
Menani ha presentato un ordine del giorno a sua firma dedicato al problema dell’Iris e del settore ceramico.

Massimo Benedetti, dei Popolari Liberali, portando a sua volta la solidarietà ai lavoratori presenti, ha sottolineato quanto sconvolgente sia la notizia di questa chiusura, che non colpisce soltanto i lavoratori Iris, ma anche tante piccole aziende che avevano Iris fra i clienti o come principale committente e che perdendola perdono di fatto il lavoro. Quando un imprenditore abbandona l’azienda per cui ha lavorato una vita forse significa che si sente solo.
Solo con un altissimo costo del lavoro superiore a quello dei paesi concorrenti, con un’altissima incidenza fiscale che alimenta una spesa pubblica crescente.
Con costi energetici troppo elevati che minano la competitività delle imprese. Con un apparato politico che non dà più fiducia e determina burocrazia crescente e infrastrutture carenti.
Come si può rimediare? A mio parere programmando meglio il futuro, riducendo le tasse locali, creando nuove infrastrutture, mettendo presupposti che attraggano e favoriscano gli investimenti delle imprese, in modo da rilanciare la fiducia.

Mario Cardone del Gruppo Misto ha sottolineato le sue precedenti comunicazioni in cui venivano predette le avvisaglie della crisi che poi è arrivata. Solo dopo il caso Iris qualcuno si sveglia dal torpore, ha detto, mentre la situazione si poteva presagire anche prima. Io stesso avevo messo a disposizione del Comune nel 2006 uno studio che illustrava le difficoltà che sarebbero arrivate.
Negli ultimi tempi le cose sono anche peggiorate: siamo stati spettatori di situazioni che sembravano fantasia, di finanza creativa, derivati, anomalie da cui dipende questa crisi mondiale. La finanza sana deve rialzare la testa, ma per stare al locale Iris ceramica deve assumersi le sue responsabilità come ha fatto in passato. Venga a trattare direttamente coi lavoratori, è una risorsa del territorio, con alte responsabilità anche sociali ed è un’azienda così sana da avere nel cassetto i soldi che le permettono una liquidazione di questo tipo.
Chiedo il ritiro del provvedimento di messa in liquidazione e l’apertura di un nuovo confronto coi sindacati, la riorganizzazione dell’azienda, magari con meno ore di lavoro ma per tutti.
Mario Cardone ha presentato un ordine del giorno a nome suo e del consigliere Giovanardi sulla situazione dell’Iris.

Luca Caselli, di Alleanza Nazionale Pdl ha esordito dicendo che nella vita di ogni comunità ci sono momenti in cui assumersi le responsabilità tutti insieme al di là delle appartenenze politiche. Non è questo il momento dei comizi, ha detto, perché non siete una platea politica ma carne e sangue, persone con un grave problema in atto.

Come consiglio comunale locale possiamo poco, faremo un ordine del giorno che dal punto di vista concreto delle singole situazioni famigliari non produrrà molto. Ma ha il significato di dare un comune segnale dell’ingiustizia che percepiamo; significa che la città di Sassuolo non si arrende e non vi lascia soli. Questo tipo di imprenditori non rappresenta l’imprenditoria sassolese. Un distretto industriale è una cosa unica, imprese, artigiani, dipendenti, sono cresciuti insieme e insieme devono affrontare le difficoltà.

Nicola Caserta del Gruppo Misto ha offerto il suo sostegno alle rappresentanze sindacali. La proprietà, ha detto, ha fatto molti conti ma non ha calcolato la forza di un sindacato unito, di lavoratori e istituzioni compatti. Andiamo oltre la solidarietà, diamo insieme un forte segnale di unità. Conosco bene le situazioni che tanti stanno vivendo e so cosa sono i presidi sindacali in corso in questi giorni: sono cose faticose ma ne vale la pena, perchè lottare uniti alla fine paga. Non mi spiego una decisione imprenditoriale tanto scellerata, se non con la volontà di andare a trattare al ribasso con i lavoratori. Altri lo hanno fatto ma hanno almeno trattato con il sindacato e le parti sociali. In questo caso invece l’imprenditore sceglie si spegnere tutto, per lui i lavoratori non esistono. Invito a sostenere le imprese che meritano sostegno delle istituzioni per i loro comportamenti, gli altri la risposta la riceveranno direttamente dai lavoratori.

Secondo Angioletto Usai dei Comunisti italiani i dati fino a pochi mesi fa non lasciavano presagire la crisi dell’Iris. Invece leggiamo di forte decremento delle vendite e di liquidazione. Ma leggiamo in realtà un segnale di arroganza del padrone. Chiediamo quindi di insistere e portare l’azienda alla trattativa. Chiediamo al dottor Minozzi senso civico e di giustizia. Chiedo all’amministrazione di rivedere i bilanci, di fermare opere che magari possono aspettare per reperire risorse in favore di questi lavoratori. Vorrei che si arrivasse a raccogliere denaro sufficiente per accordarsi con altri imprenditori e arrivare all’acquisto delle quote Iris.

Raffaele Lettieri del Pd ha sottolineato che la forte presenza al consiglio di stasera vuol dire che ancora si crede in un ruolo della politica. Stasera quindi deve emergere in maniera chiara un’indicazione che la politica vuole dare in risposta a questa situazione.
Diciamo in maniera chiara che non possono passare atteggiamenti come questo. Sappiamo che il patrimonio va preservato e che la contrazione ci sarà. Ma non accettiamo la resa. Gli imprenditori non sono tutti uguali, ma tutti hanno una responsabilità sociale di cui devono tenere conto.
Concretamente chiedo di accelerare i processi di formazione dell’Unione dei Comuni del comprensorio ceramico, in modo da superare i campanilismi e dare risposte unitarie a lavoratori e cittadini che vivono a poche centinaia di metri di distanza, come in questo caso.
Chiedo anche di andare avanti a collaborare con le aziende che manifestino voglia di investire e innovare.
Lettieri ha poi dato lettura dell’ordine del giorno condiviso da una buona parte del consiglio comunale, in cui si chiede fra l’altro alla proprietà di ritirare la liquidazione dell’azienda.

Claudia Severi di Forza Italia Pdl ha detto che oltre alla solidarietà c’è il dovere da parte delle forze politiche di dare una traccia e suggerire iniziative per arginare la crisi. Il fatto di Iris è grave, spero non sia la prima di una serie di chiusure e non condivido il modo sbrigativo di procedere.
Ma non posso non sottolineare che la crisi viene da lontano, da errori del passato e croniche carenze. Negli anni l’imprenditoria correva e la politica si mostrava cieca nel non appoggiarla con adeguate infrastrutture e logistica, nel non saper fare sistema. Prendere atto degli errori commessi sarebbe già un importante passo avanti. Oggi si parla dell’opportunità del Tecnopolo quando l’attività di ricerca per anni è stata presso il Centro ceramico di Bologna, fuori dal comprensorio.
Credo che oggi più che mai ci si debba rivolgere alla piccola e media impresa che è la struttura portante del distretto, favorendo l’imprenditoria giovane, la flessibilità, i prodotti innovativi e più difficilmente emulabili. Lavorare per formare una nuova classe imprenditoriale. Questa vicenda sia di stimolo per far partire una nuova stagione di cultura industriale.

Secondo Corrado Scalabrini di Democrazia è libertà la Margherita, la politica si dimostra purtroppo inadeguata a dare una risposta in una situazione del genere. Fin dalla presentazione di un ordine del giorno che nelle intenzioni dovrebbe riunire sensibilità estremamente diverse fra loro, operazione che non sono sicuro sia possibile.
Bisogna prendere da subito iniziative forti, visto che non è possibile, come sarebbe auspicabile, impedire comportamenti imprenditoriali come questo. La politica deve poter dire la sua in risposta a una scelta simile, perché gli imprenditori hanno un ruolo e relazioni nella società in cui operano. Auspico anch’io che nelle pieghe del bilancio si possano reperire risorse per dare una mano ai lavoratori,. Ma come dare una mano? Io vedo una possibilità nell’acquisto di quote aziendali di Granitifiandre, che permettano di entrare in società con il diritto di dire la propria.

Rocco Capuozzo del Partito comunista dei lavoratori, ha chiesto la nazionalizzazione di Iris e di tutte le aziende che minacciano licenziamenti. Con la proprietà statale i lavoratori in libere assemblee decideranno le strategie.
La crisi era prevedibile, c’erano segnali inequivocabili ma sottovalutati. L’incondizionata fiducia accordata agli imprenditori locali è stata assecondata con provvedimenti sempre favorevoli. Intanto i padroni ringraziavano e andavano a produrre all’estero. E’ paradossale oggi scaricare il motivo della crisi sull’aumento della concorrenza che è ciò su cui il sistema capitalistico si basa.
I lavoratori in questi anni sono stati chiamati a un impegno altissimo e a condizioni di lavoro impossibili. Oggi i lavoratori dovranno rispondere con la lotta. Invece vediamo già scelte sbagliate: l’integrativo firmato in questi giorni da un’altra grande società ceramica è ricco di segnali negativi.

Gabriele Giovanardi, del Gruppo Misto e lavoratore dell’Iris, ha ringraziato tutte le istituzioni che si stanno impegnando in questa difficile situazione. Giovanardi ha fornito poi una lettura di diversi dati di bilancio che evidenziano una situazione che non fa ritenere motivata una chiusura dell’azienda. Vediamo soprattutto, ha spiegato, situazioni molto diverse per l’azienda quotata in borsa, Granitifiandre, e per quella non quotata, Iris, che fanno capo alla stessa proprietà.
E’ possibile che la chiusura sia l’unica alternativa? La città non può accettare un messaggio tanto catastrofico. Fa piacere vedere che tutti sono con questi lavoratori e che la stessa Confindustria Ceramica ha mandato messaggi di reazione forte e fiducia. Tutti sono consapevoli delle difficoltà di ogni azienda e non c’è lavoratore che voglia l’elemosina,. Tanti anni di impegno in un’azienda però meritavano più informazione, più scambio di idee e più attenzione per le persone.

Fabrizio Tincani di Uniti per Sassuolo La Margherita ha detto che questa scelta ci coglie impreparati, perchè Iris non è solo un’azienda ma un simbolo. Il distretto viene colpito al cuore. La crisi è mondiale, ma non tutti rispondono allo stesso modo. Vedo imprenditori responsabili e coinvolti che cercano ogni giorno di rilanciare. Non credo che andiamo davvero verso l’era glaciale presagita dal finanziere Soros e citata nella relazione di liquidazione Iris. Il dottor Minozzi sta facendo una scelta slegata da questa comunità, con una destinazione che in fondo è chiara. Sta snobbando questo sistema distrettuale e industriale.

Le possibilità per agire ci sono. Il Tecnopolo concentrerà a Sassuolo tutta la ricerca qualificata e l’innovazione. La politica deve trattare con le imprese che intendono fare attività per rinnovare il settore.

Gregorio Schenetti del Pd ha sottolineato la repentina crescita della crisi, di cui si parlava solo a dicembre per poi risvegliarsi a gennaio in una sorta di incubo, con certezze di sempre che vengono meno: lavoro, programmi di intere famiglie. Abbiamo assistito a episodi di autentica pirateria finanziaria che hanno determinato la situazione odierna, ma anche il nostro distretto ceramico dagli esordi pionieristici di un tempo è molto cambiato. Fare impresa oggi è diventato molto più difficile e le aziende sono chiamate a un salto di qualità. Anche la politica è chiamata a un salto di qualità e deve confermare con coraggio di credere ancora nel distretto, sgombrando il campo da fuorvianti idee di delocalizzazione.

Il caso Iris non rappresenta l’imprenditoria sana che a Sassuolo c’è. Dobbiamo lavorare per ridurre al minimo i problemi di chi verrà colpito da questa scelta. Il distretto tutto si può salvare soprattutto se manterrà la sua leadership culturale. Allora potremo lavorare non solo per la salvezza ma anche per il rilancio.

A seguire, dopo la dichiarazione dei quattro proponenti di voler conservare indipendenti i rispetti ordini del giorno, il presidente del consiglio Patrizia Barbolini ha posto in votazione i singoli documenti.
– All’ordine del giorno del consigliere Gian Francesco Menani della Lega Nord hanno dato voto favorevole Lega, Alleanza Nazionale Pdl, Corrado Scalabrini di Democrazia è libertà la Margherita, Popolari Liberali, Forza Italia Pdl.
Nessun voto negativo. Astenuti tutti gli altri.
L’ordine del giorno è stato respinto.
– All’ordine del giorno del consigliere Rocco Capuozzo del Partito comunista dei lavoratori hanno votato favorevolmente Rocco Capuozzo del Partito Comunista dei lavoratori e Nicola Caserta del Gruppo Misto.
Hanno votato no Corrado Scalabrini di Democrazia è libertà La Margherita, Popolari Liberali, Forza Italia Pdl, Lega Nord, Alleanza Nazionale Pdl. Astenuti tutti gli altri.
L’ordine del giorno è stato respinto.
All’ordine del giorno di Mario Cardone e Gabriele Giovanardi del Gruppo Misto hanno votato favorevolmente Cardone e Giovanardi.
Nessun voto negativo. Astenuti tutti gli altri.
L’ordine del giorno è stato respinto.
– L’ordine del giorno presentato da numerosi consiglieri di diversi schieramenti infine è stato oggetto di una proposta di emendamento, con la sostituzione del termine “auspica” (il ritiro del provvedimento di liquidazione) con il termine “chiede”.
Hanno votato a favore dell’emendamento Sindaco, Pd, Comunisti Italiani, Caserta e Sentimenti del Gruppo Misto, Santomauiro di Alleanza Nazionale Pdl, Tincani di Uniti per Sassuolo La Margherita e Scalabrini di Democrazia è libertà la Margherita.
Nessun voto contrario. Astenuti Forza Italia Pdl, Popolari Liberali, Luca Caselli di An Pdl, Lega Nord, Cardone del Gruppo Misto. Giovanardi del Gruppo Misto non ha partecipato a questa votazione. L’emendamento è stato approvato.
Così emendato l’ordine del giorno complessivo è stato messo in votazione riportando i voti favorevoli di Sindaco, Pd, Comunisti Italiani, Caserta e Sentimenti del Gruppo Misto, Tincani di Uniti per Sassuolo La Margherita, Scalabrini di Democrazia è libertà La Margherita, Alleanza Nazionale Pdl. Nessun voto contrario.
Astenuti Lega Nord, Popolari Liberali, Forza Italia Pdl, Cardone e Giovanardi del Gruppo Misto, Rocco Capuozzo del Partito Comunista dei lavoratori. L’ordine del giorno è stato approvato.

ORDINE DEL GIORNO URGENTE
IN MERITO ALLA CESSAZIONE DELL’ATTIVITA’ E MESSA IN LIQUIDAZIONE DI “IRIS CERAMICA”

IL CONSIGLIO COMUNALE DI SASSUOLO
CONSIDERATO CHE
la proprietà ha annunciato la decisione di chiudere gli stabilimenti produttivi di Sassuolo, Fiorano Modenese e Viano di Iris Ceramica, con il conseguente possibile licenziamento di oltre 750 dipendenti e la crisi per centinaia di aziende minori che intrattenevano rapporti commerciali e produttivi con l’azienda;
CONSTATATO CHE
si tratta di una decisione tanto improvvisa quanto inspiegabile, dal momento che la stessa azienda stava usufruendo della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per potere operare importanti investimenti di rimodernamento delle linee produttive;
VALUTATE NEGATIVAMENTE
la tempistica e la modalità di una decisione unilaterale che mette a serio rischio il futuro di centinaia di famiglie e potrebbe avere effetti economici gravi sull’intera economia del Distretto, del tutto avulsa dalla tradizione industriale del nostro comprensorio, dove, al contrario, gli imprenditori stanno affrontando il grave momento di crisi internazionale mediante il potenziamento della ricerca, la modernizzazione degli impianti e, più in generale, il crescente miglioramento degli standard di qualità;
ESPRIME
viva preoccupazione per il futuro dei dipendenti di Iris Ceramica e per tutti coloro che subiranno il grave contraccolpo economico della cessazione dell’attività dell’azienda;
CHIEDE
il ritiro del provvedimento di liquidazione dell’azienda;
AUSPICA
che il tavolo di trattativa promosso dal sindaco di Sassuolo comprenda sempre la presenza di tutte le parti interessate;
SOLLECITA
le Istituzioni e gli Enti Locali a predisporre con urgenza tutte quelle azioni positive che possano essere ritenute utili per assorbire e limitare le prevedibili negative ricadute sociali della crisi, nonché per migliorare la competitività economica del nostro Distretto dal punto di vista delle infrastrutture e degli incentivi fiscali alle imprese, d’intesa con le associazioni di categoria e le parti sociali;

MANDA
Il presente ordine del giorno alla Provincia di Modena, alla Regione Emilia Romagna, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati.

Hanno votato a favore:
– Il Sindaco Pattuzzi
– del gruppo Partito Democratico: Barbolini, Dallari, Gullo, Lettieri, Lodesani, Bizzarri, Barone, Vecchi, Sibani, Righi, Bonvicini, Vandelli, Schenetti
– del gruppo La Margherita: Tincani
– del gruppo Comunisti Italiani: Usai
– del gruppo Democrazia è Libertà: Scalabrini
– del Gruppo Misto: Caserta, Sentimenti
– del gruppo Alleanza Nazionale – PDL: Santomauro, Caselli