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Il Consiglio provinciale reggiano contro la decisione di liquidare Iris


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Il Consiglio Provinciale di Reggio Emilia, presieduto da Lanfranco Fradici, ha approvato con 24 voti a favore (Pd, Rifondazione comunista, Udc, An-Pdl e Forza Italia-Pdl), 2 astenuti (Pdl) e 2 contrari (Lega nord) un ordine del giorno presentato dal Pd sulla vicenda della messa in liquidazione dell’azienda Iris: “Abbiamo deciso di trasformare l’interpellanza che avevamo presentati nei giorni scorsi in un ordine del giorno per consentire un confronto ampio su una vicenda così rilevante per il nostro territorio. La scelta imprenditoriale oltre che imprevista, è grave e potrebbe rappresentare un precedente pericoloso” ha spiegato il consigliere del Pd Alessio Mammi nell’illustrare il documento in aula.


Il documento approvato
L’ordine del giorno, oltre a esprimere solidarietà ai lavoratori dell’azienda Iris, esprime contrarietà alla scelta di liquidazione, ma anche alle argomentazioni che sono state poste alla base di tale decisione. L’impegno contenuto nel documento approvato – e comprensivo di emendamenti di Pd, Forza Italia-Pdl, An-Pdl, Udc e Pdl – delinea alcune direttrici di lavoro da seguire nel proseguimento dell’attività di contrasto della crisi che viene portata avanti dalla Giunta. Infatti, nel documento si “esprime tutta la sua contrarietà alla scelta unilaterale compiuta dalla medesima proprietà, chiedendo esplicitamente alla stessa di rivedere questa decisione e di rendersi disponibile a partecipare ad un tavolo di confronto, che, oltre alle parti sindacali, veda coinvolte anche le istituzioni locali, Comuni e Province interessate, per far fronte alla crisi dell’azienda e dell’indotto territoriale; si esprime la richiesta e l’auspicio che a tale confronto, nelle forme più opportune, diano il proprio contributo per quanto di competenza la Regione e il Governo nazionale, al fine di inquadrare le tematiche locali in un contesto di più ampia dimensione; si considerano non condivisibili le argomentazioni della scelta di attivare le procedure di liquidazione adottata dalla proprietà; si prende atto dell’avvio, presso la Provincia, di un tavolo provinciale composto da tutti i rappresentanti istituzionali e sociali del territorio e che si propone di intervenire nell’immediato e nella prospettiva a sostegno dei lavoratori, delle famiglie, della imprenditorialità”. L’impegno contenuto nel documento è dunque volto a: “Mantenere e favorire le sinergie tra i diversi attori sociali e istituzionali coinvolti a livello territoriale già da tempo anche nel tavolo distrettuale di Anteverto, e negli altri tavoli estesi anche al versante modenese, raccordando il tutto al tavolo provinciale anticrisi istituito il12 gennaio; individuare iniziative immediate nel campo degli ammortizzatori sociali e fondi dedicati, nonché delle tariffe, delle rette e degli aiuti alle famiglie; raccordare i piani per la formazione professionale e gli incentivi alla nuova imprenditorialità e a quella esistente con le azioni coordinate per fronteggiare la crisi economica; sostenere la qualificazione di un osservatorio economico che possa anticipare le tendenze in corso e monitorare la situazione relativa alla legalità e alla sicurezza del mondo del lavoro”.

Il dibattito
“Per fare sinergia e far sì che un comprensorio continui ad esistere occorre forte sinergia – ha detto il capogruppo di An Giuseppe Pagliani – Trovo preoccupante che questa crisi si presenti come un fulmine a ciel sereno per gli amministratori modenesi e reggiani. E’ evidente che il distacco fra imprenditoria e istituzioni è enorme. L’imprenditore dalle istituzioni non viene mai tenuto in considerazione. Mi auguro che questa crisi e in particolare la vicenda Iris, possano essere motivo di riflessione e di ripensamento del rapporto tra amministratori e imprenditori”.
Il capogruppo della Lega nord Stefano Tombari ha affermato che “il dispositivo dell’ordine del giorno fa sorgere alcune domande, cioè le iniziative qui elencate perché vengono avviate solo ora? In questi anni cosa si è fatto? Non credo che sia necessario sollecitare una Provincia a fare quello che sarebbe il suo mestiere”.
Marco Lusetti, consigliere provinciale del Pd, ha parlato di “pochezza politica della maggioranza e che in questo caso si traduce nell’ordine del giorno che avete presentato. Il punto è che un imprenditore spiega le ragioni della propria chiusura, indicandone le cause in un attacco sleale da parte della Cina. Siete voi che portate avanti una politica demenziale, che consente che le nostre imprese vengano attaccate e distrutte”.

Il presidente del Consiglio Provinciale Lanfranco Fradici ha sottolineato che “sicuramente la vicenda di Iris rientra in una crisi di settore e globale, ma credo anche vi siano altri elementi che in questo caso vanno presi in considerazione. Non è infatti stata posta la richiesta di una riorganizzazione aziendale, attraverso anche un confronto con i sindacati, a fronte di una riduzione del fatturato. Bensì si è affermato che il distretto è destinato a scomparire e si è deciso volontariamente di liquidare l’azienda. La sorpresa non riguarda la crisi di Iris, ma riguarda il metodo che un imprenditore ha deciso di perseguire”.

“Il Consiglio Provinciale credo potrebbe intraprendere un’azione concreta – ha detto il capogruppo dell’Udc Tarcisio Zobbi – cioè concentrarsi sulla possibilità di riqualificare i lavoratori che perdono il lavorare, attraverso una gestione dei fondi per la formazione, che credo dovrebbe essere rivista. Ci sono esigenze in questo momento pesanti, a cui occorre dare risposte adeguate. Bisogna fermare i pronunciamenti dialettici e orientare le risorse che abbiamo, nell’ambito di competenze che peraltro sono peculiari alle Province, sulla formazione e sulla riqualificazione di questi lavoratori. Altri strumenti importanti sono quelli indiretti, cioè quelli a sostegno dell’azienda che il soggetto che realizza i posti di lavoro”.

Il capogruppo dell’Udc Zobbi ha poi definito “assolutamente scorretto e inopportuno citare un imprenditore in un documento, perché non è mai successo ed è come indicare un bersaglio”.
“Iris è un’impresa collocata in un territorio che avete governato per alcuni decenni, quindi immagino che con l’impresa in questione avete avuto contatti” ha affermato il capogruppo del Pdl Leopoldo Barbieri Manodori – pertanto tanta sorpresa da voi espressa non è comprensibile”.
Sulla questione è intervenuto l’assessore al Lavoro Gianluca Ferrari che ha ricordato che in provincia attualmente ci sono 8.000 cassaintegrati, a cui bisogna aggiungere 1.000 situazioni analoghe alla cassa integrazione per il settore dell’artigianato. Il trend ci fa pensare che potremmo raggiungere i 14 mila cassaintegrati in poco tempo, una situazione che mai si era verificata nel nostro territorio”. Occorre sottolineare che “chi ha fatto negli anni scorsi innovazione è oggi meno in difficoltà. Ciò che sorprende è che non siamo di fronte ad un’impresa che ha vissuto tagliando sul costo del lavoro e sulla qualità. Siamo di fronte ad un imprenditore che ora ha deciso di chiudere unilateralmente, sulla base di un’analisi economica non condivisibile e troppo autoreferenziale. Non viene quindi lasciato spazio per affrontare la situazione e se anche altri intraprendessero questa strada la cosa diventerebbe ingestibile e pericolosissima per la coesione sociale”. In merito alla formazione come risposta alla crisi, l’assessore Ferrari ha sottolineato che “occorre che si dia la possibilità ai lavoratori cassaintegrati di accedere ai corsi gratuiti, allo stesso modo di quanto avviene per i non occupati e questo può accadere solo attraverso un accordo e una convergenza di intenti con la Regione”.
Il capogruppo di Forza Italia Claudio Guidetti ha affermato che “non c’è in provincia di Reggio la capacità di fare sistema e questa responsabilità certo non può essere attribuita alle forze di opposizione. E’ per la mancanza di questo elemento che la crisi coglie impreparati”. Il capogruppo Guidetti ha poi sottolineato che “occorrono ora interventi nei confronti di un mondo del lavoro che cambia. C’è stato un momento in cui chi faceva economia reale, creando guadagni è stato penalizzato da tendenze come quelle a favore della new economy. Quest’ultimo filone ha sostenuto la creazione di ricchezza, senza rischio e il suo traguardo è stato questa crisi. Quando si fa impresa non si può prescindere dall’assunzione di responsabilità. Di questa crisi di Iris non si comprendono le ragioni, ma ricordiamoci che siamo quello stesso territorio dove gli amministratori hanno impiegato anni per realizzare le varianti che per gli imprenditori sono essenziali”.
Secondo il consigliere del Pdl Francesco Benaglia “occorre una democratizzazione della proprietà, la cancellazione della distinzione fra padroni e servi affinché si possa davvero realizzare una nuova era”.
Il consigliere del Pd Luciano Branchetti ha sottolineato che “il rapporto dei territori con gli imprenditori è sempre stato forte e proprio per questo il distretto ceramico è diventato nel tempo un polo produttivo di eccellenza”.
La presidente della Provincia Sonia Masini è intervenuta esprimendo “soddisfazione per il dibattito costruttivo” è stata espressa dalla presidente della Provincia Sonia Masini, che ha richiamato “l’impegno della Provincia che è stato portato avanti in questi giorni per intervenire tempestivamente a fronte di situazioni di crisi specifiche, grazie all’istituzione di un fondo straordinario e dell’Unità anticrisi”. La presidente Masini ha poi definito la vicenda di Iris “emblematica, perché interessa un distretto e un settore per cui eravamo leader nel mondo. Oggi si registrano cambiamenti a livello internazionale, che ci pongono di fronte alla necessità contingente di sostenere i lavoratori e le famiglie, individuando adeguati ammortizzatori sociali. Ai lavoratori e ai cittadini dobbiamo dare la sicurezza che nessuno verrà lasciato da solo, che noi ci siamo”. La presidente Masini ha anche richiamato che “un altro piano parallelo di lavoro per le istituzioni deve essere quello della formazione professionale, in modo che possa consentire la riconversione delle professionalità. A Reggio bisogna creare le condizioni per una nuova stagione, per un nuovo fermento imprenditoriale e questo può essere possibile liberando le menti, le intelligenze, dando opportunità ai giovani e sostenendo chi è disposto a rischiare”.