Home Lavoro Crisi Iris: Filcem, Femca, Uilcem su risultato tavolo istituzionale

Crisi Iris: Filcem, Femca, Uilcem su risultato tavolo istituzionale


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A tarda notte, nello stesso giorno del riuscitissimo sciopero generale del gruppo che ha visto concentrarsi centinaia di lavoratori davanti alla palazzina di Via Ghiarola Nuova a Fiorano Modenese, è stato siglato un verbale alla presenza delle istituzioni (assessore regionale Campagnoli, sindaci e rappresentanti province) dove, in rappresentanza dell’azienda, il Dott. Pifferi ha espresso importanti impegni.

• Verrà predisposto un piano industriale di medio lungo termine per Iris Ceramiche S.p.A e attivato sin da subito un confronto con le organizzazioni sindacali su tale piano;
• non si darà corso a nessun atto di dismissione delle strutture aziendali;
• nell’ottica indispensabile di assicurare la continuità produttiva dell’azienda per la salvaguardia del mercato e per non compromettere il successo del piano industriale la società ritiene di riprendere pienamente le attività lavorative già a partire da lunedì 19 gennaio;
• verrà convocata dal dott. Pifferi nei tempi dovuti l’assemblea dei soci per le deliberazioni coerenti con il piano industriale e le succitate decisioni.



Si era partiti con l’atto di scioglimento e liquidazione di Iris Ceramica iscritto alla Camera di Commercio di Modena l’ 8 gennaio ed il conseguente fermo degli impianti e perdita del lavoro dei 780 dipendenti (obiettivo dichiarato: “salvaguardare il patrimonio sociale”) per poi accorgersi che si stava dissipando, oltre che un patrimonio umano (operai, impiegati, quadri dirigenti) ed un tessuto produttivo quale l’indotto, il rapporto col mercato, con i clienti, nonché il marchio ed il futuro di un prodotto di qualità.



Per questo la stessa azienda ha dovuto riportare le lancette dell’orologio al 7 gennaio ed anzichè celebrare la morte dell’impresa IRIS anche sulla base di una analisi sbagliata della crisi tratteggiata e dipinta come “era glaciale”, per planare poi più realisticamente con i piedi per terra sulla necessità/richiesta di “dover assolutamente riaprire i cancelli e richiamare i lavoratori al lavoro già a partire dal prossimo 19 gennaio”.



Questo è un primo risultato importante delle lotte che il Sindacato ha messo in campo nonché dell’isolamento che la proprietà Minozzi ha subito da parte delle Istituzioni, della Società civile e delle stesse altre imprese del distretto ceramico; l’era glaciale non c’è, non c’è da celebrare alcun funerale perché c’è un distretto leader mondiale nelle tecnologie per la produzione delle piastrelle e quello che va fatto è rimboccarsi le maniche e soprattutto esercitare la responsabilità sociale per innovare, qualificare e forse anche riposizionare questo patrimonio.



Ha pagato l’unità e la generosità dei lavoratori di IRIS, Graniti Fiandre ed Ariostea, ma sappiamo anche che questa è una prima tappa e che ora ci aspetterà un duro lavoro i cui risultati misureremo e verificheremo nel confronto e nell’eventuale accordo sul progetto industriale; un progetto di riorganizzazione che oltre a garantire la continuità e capacità produttiva dovrà essere in grado di salvaguardare il lavoro e l’occupazione anche attraverso tutti gli strumenti a disposizione (CIGS, ammortizzatori sociali, formazione professionale e riqualificazione, contratti di solidarietà ecc.). Anche per questo abbiamo richiesto il superamento della delibera di messa in liquidazione atto incoerente con la necessità ribadita dall’azienda di continuare a produrre e stare sul mercato.