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La piena del Secchia è uscita dal modenese


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Nella tarda mattinata di giovedì 22 gennaio la piena del Secchia è transitata lentamente fuori dal territorio modenese facendo rientrare la fase di preallarme in tutti i comuni lungo il fiume. Tutti i ponti, chiusi mercoledì 21 gennaio a scopo precauzionale, sono stati riaperti.


Nel commentare un primo bilancio dell’emergenza, Alberto Caldana, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena, rileva che «la cassa di espansione del Secchia ha contribuito a ridurre l’ondata di piena come peraltro è successo già tante volte. Tuttavia da tempo chiediamo alla Regione e all’Aipo di intervenire per aumentarne la capacità allo scopo di affrontare con ancora più efficacia situazioni come quella che si è verificata in questi giorni. Il progetto c’è già, ora occorre che venga finanziato».

L’ampliamento della cassa del Secchia interessa un’area compresa tra Rubiera e la strada provinciale per Correggio con un incremento della capacità di raccolta delle acque di piena dai 18 milioni di metri cubi attuali a 24 milioni.

«E’ discussione la sicurezza di interi centri abitati – sottolinea Caldana – e da tempo rileviamo che Modena, situata tra due fiumi principali più Tiepido e Naviglio, richiede un’attenzione particolare da parte della Regione. Parliamo di un’opera idraulica attesa da decenni».

Le intense piogge in montagna, accompagnate da un improvviso innalzamento delle temperature e il conseguente scioglimento della neve, hanno prodotto un massa enorme di acqua che ha ingrossato il Secchia come non si vedeva da oltre 20 anni. Secondo i dati del servizio di monitoraggio del Centro unificato della Protezione civile provinciale nel tratto a ponte Bacchello a Sozzigalli di Soliera nella giornata di mercoledì 21 gennaio il margine sull’argine è risultato inferiore al metro e mezzo.

«Oltre all’ampliamento della cassa di espansione del Secchia – conclude Caldana – le recenti piene hanno riproposto la necessità di realizzare nuovi interventi sulle arginature che sono state messe a dura prova dal permanere per ore di enormi quantitativi di acqua e la messa in sicurezza del nodo idraulico di Modena».

Da martedì 20 gennaio, quando è stata avviata la fase di preallarme nei comuni lungo il Secchia, oltre 100 volontari hanno partecipato all’attività di monitoraggio degli argini e agli intereventi di protezione civile.