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Terre d’argine: riunito il Tavolo dell’economia


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Si è tenuta in Municipio a Carpi oggi, venerdì 23 gennaio, una seduta del Tavolo per l’economia dell’Unione Terre d’argine, alla quale hanno partecipato i rappresentanti dei Comuni di Carpi, Novi di Modena, Soliera e Campogalliano delle associazioni di categoria di industriali, artigiani, commercianti ed agricoltori e delle organizzazioni sindacali.

Il Tavolo, che si riunirà d’ora in poi con una periodicità più ravvicinata con l’obiettivo di monitorare in modo più sistematico la situazione di crisi attuale, ha discusso della situazione economico-occupazionale del territorio, che continua ad essere seguita da tutte le parti sociali con preoccupazione e attenzione, anche se sul versante del sistema moda la situazione è paradossalmente meno difficile di quella, ad esempio, del settore metalmeccanico, pure molto importante per la nostra zona.

“I partecipanti alla riunione di questa mattina – dichiara l’assessore alle Politiche economiche dell’Unione Alberto Allegretti – hanno convenuto l’importanza di chiedere agli istituti di credito un maggiore impegno in materia di accesso alla liquidità per le piccole e medie imprese, che manifestano difficoltà su questo versante; chiederemo inoltre tempi e procedure certe per la concessione degli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori, siano essi dipendenti, precari o autonomi; si è convenuto inoltre di definire una proposta innovativa nel campo del sostegno all’accesso al credito delle piccole imprese, a favore del quale già le amministrazioni comunali ha deciso di stanziare fondi, con il coinvolgimento dei Consorzi fidi: una iniziativa quest’ultima per la quale verranno coinvolte Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi in modo che abbia così una ricaduta immediata per il nostro territorio”.

“Il Tavolo ha poi preso l’impegno – conclude Allegretti – di coordinare le proprie iniziative future con quelle definite a livello provinciale e regionale, anche attraverso la richiesta al Governo nazionale di aumentare le risorse economiche destinate ad affrontare la crisi in corso, giudicate insufficienti per la gravità della situazione, e al contempo di garantire agli enti locali maggiori possibilità d’intervento soprattutto nel campo degli investimenti, oggi fortemente limitati dalle rigidità del Patto per la stabilità”.