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Filippi (PdL) visita i luoghi della strage di Cervarolo


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Nei giorni scorsi Fabio Filippi assieme a Teodoro Sassi, figlio di una delle vittime, si è recato nel bosco a monte di Cervarolo, dove furono massacrati nel 1945 ventidue prigionieri di guerra: tra i Caduti anche il giovane Sassi Pietro di Pantano di Carpineti.

Con la visita a questi luoghi, luoghi che i reggiani non dovrebbero dimenticare, il candidato sindaco di Reggio, ha voluto rendere omaggio a tutti i Caduti e testimoniare la necessità di far luce su ciò che avvenne realmente negli anni del post guerra, senza negare la memoria a nessuno. La passione per la storia, l’amore per la verità, la volontà che i fatti, per quanto crudi e condannabili, vengano conosciuti e diffusi, il senso di una giustizia che non può, non deve essere negata a chi ha trovato una tragica fine in tempi particolarmente truculenti, quali quelli del post guerra, ha spinto Fabio Filippi, Vicepresidente del Popolo della Libertà, a far luce sui numerosi accadimenti, sulle numerose morti, o meglio stragi, che hanno insanguinato la provincia reggiana; sui quali tutt’oggi grava un omertoso silenzio.
La storia non deve avere un colore politico e tutte le vittime devono essere ricordate, ma fin’ora non è stato così; troppo spesso i partigiani rossi vengono osannati e i fascisti esecrati, ma nessuno o quasi ha mai fatto luce sui tanti eccidi per mano della “parte giusta”. Omicidi che restano tutt’ora misteriosi. “Grazie alle nostre ricerche, abbiamo trovato a Cervarolo, dopo 60 anni, il luogo in cui era stato barbaramente ucciso il padre di Teodoro – dichiara Filippi – può sembrare poca cosa, ma bisognerebbe immedesimarsi nella parte di chi, magari ancora bambino, non ha più rivisto il papà, senza saper i motivi della sua scomparsa. Ciò che lascia perplessi e ci fa riflettere, oltre che indignare, è che nessuno, nemmeno gli istituti storici che ricevono finanziamenti pubblici, hanno fatto luce su queste storie accadute nel nostro territorio non molti anni fa.” E’ così che Filippi, assieme ad altre persone in cerca di verità, si sono uniti per cercare una risposta, o meglio per fare luce su quegli avvenimenti ancora avvolti dal mistero. Sia Sassi Teodoro che Alberta Bigliardi hanno scoperto il luogo di sepoltura del loro papà, dopo sessant’anni, leggendo un articolo riguardante queste nostre ricerche di verità.