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Modena: le emissioni in atmosfera del termovalorizzatore


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«L’autorizzazione del termovalorizzatore rilasciata dalla Provincia di Modena rappresenta un esempio avanzato, in termini di ricerca della massima tutela ambientale, rispetto alla maggior parte delle autorizzazioni rilasciate in Italia per impianti di questo tipo». Lo afferma Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente, a proposito delle dichiarazioni apparse sulla stampa da parte dei rappresentanti del Comitato salute e ambiente sui limiti alle emissioni imposti dalla Provincia stessa.


«Con l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) – spiega Caldana – abbiamo imposto la prescrizione di installare il depuratore catalitico per gli ossidi di azoto, sebbene anche l’abbattitore inizialmente prescelto da Hera, pur non catalitico, fosse considerato dall’Unione europea una delle migliori tecnologie ambientalmente idonee a configurare buone prestazioni. L’Aia, inoltre – ricorda Caldana – è arrivata al termine del lungo percorso della Valutazione dell’impatto ambientale, dove sono state analizzate tutti le possibili ripercussioni dell’impianto sull’ambiente».
«In Italia – prosegue Caldana – sono poco più di una decina su oltre 50, gli impianti dotati di tale tecnologia. Nell’Aia, inoltre, sono presenti altre prescrizioni che mirano ad aumentare la qualità dei livelli di tutela ambientale, costituendo nel complesso, una assoluta novità in campo nazionale ed europeo».
L’Autorizzazione ambientale integrata che la Provincia di Modena ha rilasciato a Hera spa per l’impianto di incenerimento di rifiuti di via Cavazza sostituisce tutte le autorizzazioni settoriali, è una nuova procedura alla quale hanno collaborato Arpa, Azienda Usl e gestore.
Dalle attuali 140 mila tonnellate all’anno si passa a una potenzialità di termovalorizzazione di 240 mila tonnellate di rifiuti. L’obiettivo fissato dal Piano provinciale rifiuti è quello di raggiungere il 55 per cento di raccolta differenziata, di avviare al termovalorizzatore il 42 per cento dei rifiuti solidi urbani prodotti esclusivamente nel modenese, per arrivare al progressivo abbandono dello smaltimento in discarica.

Imposti i filitri catalitici, limiti ancora più severi
Con l’Autorizzazione integrata ambientale la Provincia ha introdotto dei limiti massimi ai flussi di massa annui per tutti gli inquinanti, compresi i metalli e le polveri; si tratta di limiti più severi alle quantità complessive che l’impianto aveva “diritto” di emettere in base alla normale legislazione ambientale. E’ una novità nel panorama europeo e nazionale.
I limiti imposti dalla Comunità europea a tutti i termovalorizzatori dell’Unione, infatti, sono limiti massimi di emissione espressi unicamente per la concentrazione degli inquinanti per ogni metro cubo di gas di combustione emesso. Non sono previsti nella normativa europea e nazionale limiti al flusso totale nell’arco di un anno di inquinanti emessi nel tempo.
Inoltre, sono stati ridotti alcuni limiti in concentrazione rispetto a quelli previsti dalle norme a livello nazionale ed europeo: quelli relativi agli ossidi d’azoto, all’ossido di zolfo, all’acido cloridrico e acido fluoridrico.
Aver imposto limiti più severi sia per le concentrazioni che in flusso di massa per gli ossidi d’azoto significa una maggiore prevenzione rispetto alla formazione delle polveri sottili (Pm 10) secondarie in atmosfera.
Aver prescritto specifici limiti al flusso di massa annuale di tutti gli inquinanti, inoltre, impone di fatto al gestore limiti in concentrazione giornalieri inferiori, anche in modo consistente, a quelli previsti per legge.
Per esempio, la concentrazione media giornaliera delle polveri da rispettare viene di fatto ridotta da un valore 10 a un valore annuale di 3, mentre quella dei metalli da un valore 0,5 a uno di 0,025.