Home Lavoro Zona ceramiche, l’onda di crisi si sta innalzando

Zona ceramiche, l’onda di crisi si sta innalzando


# ora in onda #
...............




Incontro partecipatissimo quello di questa mattina a Casalgrande dell’Osservatorio Anteverto del distretto ceramico. Ai lavori, coordinati dall’assessore provinciale Gianluca Ferrari, hanno infatti preso parte rappresentanti di tutti i comuni del distretto ceramico (Casalgrande, Scandiano, Rubiera, Castellarano, Baiso, Viano), sindacati (Cgil di Zona e Filcem), associazioni imprenditoriali (Confindustria provinciale, Confindustria ceramica, Cna, Confcommercio); enti di formazione professionale (Cerform, Cesvip, Iscom), agenzie per il lavoro private (Workopp, Obiettivo Lavoro), nonché la Provincia di Modena, che sta progettando di estendere l’esperienza reggiana dei tavoli Anteverto anche sul proprio territorio. Presente anche Franco Manfredini, titolare dell’azienda Casalgrande Padana, che ha portato al tavolo la sua esperienza di imprenditore in questa difficile situazione economica.


Alda Spaggiari, responsabile del Centro per l’impiego di Scandiano, ha illustrato in avvio di lavori la situazione occupazionale, che ha registrato un vistoso calo degli avviamenti (-15% annuo sul 2007, con una punta di -31% nell’ultimo trimestre 2008) ed una crescita delle iscrizioni alle liste di disoccupazione (2.250 iscritti al 31 dicembre 2008 rispetto ai 1.790 dell’anno prima).

I rappresentanti di Confindustria hanno confermato il calo degli ordinativi e quindi una situazione di forte difficoltà per le imprese: lo stesso Franco Manfredini ha denunciato una riduzione media degli ordinativi del 15%, mentre il rappresentante della Cna ha segnalato, nel distretto, ben 38 aziende artigiane in difficoltà, che hanno prodotto 25 licenziamenti e la messa in cassa integrazione di 74 lavoratori, più alcune unità che usufruiscono degli ammortizzatori Eber. Situazione per il momento non allarmante, con una sostanziale stabilità dell’attività e delle vendite, sul fronte invece del commercio, stando all’osservatorio dell’Ascom.
Anche rappresentanti sindacali hanno segnalato una situazione che va progressivamente deteriorandosi sul versante occupazionale: almeno 20 aziende del settore metalmeccanico, una trentina di ceramiche e 25 imprese artigiane hanno lavoratori in Cassa integrazione ordinaria, con richieste del periodo massimo di 13 settimane: in sostanza più di 4.000 lavoratori del distretto, secondo la Cgil, sono toccati da questa pesante crisi, senza contare i lavoratori precari senza più contratto, il cui numero è difficilmente quantificabile.
Gli enti locali, in coro, pur dimostrando di resistere in questa pesante situazione, segnalano difficoltà a far fronte alle crescenti domande di tipo assistenziale e a un sostanziale calo di entrate determinato, oltre che dalle incertezze dei trasferimenti nazionali e dai vincoli stringenti del “patto di stabilità”, dal calo delle addizionali Irpef locali, delle rette dei servizi e degli oneri di urbanizzazione: in proposito sono stati segnalati alcuni casi di aziende che, a fronte della rinuncia di edificabilità per la propria azienda, hanno richiesto la restituzione degli oneri versati anticipatamente.
Gli enti di formazione professionale hanno sottolineato l’esigenza di individuare, con il mondo delle imprese, le professionalità necessarie per il dopo-crisi, manifestando piena disponibilità per favorire la crescita di professionalità dei lavoratori toccati dalla crisi.

Dal Tavolo Anteverto sono quindi uscite le prime proposte concrete, a partire dalla necessità di affermare nuove pratiche nelle relazioni industriali che valorizzino forme di condivisione dell’impatto occupazionale determinato dalla crisi, come possono essere i contratti di solidarietà, da estendere in maniera più significativa di quanto fatto sinora. Verrà inoltre sottoposta all’apposita Unità anticrisi istituita dalla Provincia la proposta di sottoscrivere un patto con il sistema distributivo per calmierare i prezzi. E ancora: un forte coordinamento tra le istituzioni locali del distretto per politiche di welfare condivise e il più possibili omogenee tra di loro; la possibilità di usufruire di interventi formativi attraverso il recente bando emesso dalla Provincia per un ammontare di circa 2,4 milioni di euro. “Le imprese, dal canto loro, si debbono impegnare per individuare le nuove professionalità e le nuove qualità professionali necessarie al rilancio qualitativo del sistema economico e produttivo”, spiega l’assessore provinciale al Lavoro Gianluca Ferrari, per il quale “in questa situazione di forte difficoltà è necessario fare quadrato da parte di tutti, poiché ci aspettiamo un peggioramento progressivo della situazione socio-economica per la prossima primavera”. “Il sindacato e i lavoratori stanno facendo responsabilmente la loro parte, così come gli enti locali, che pur tra mille difficoltà stanno mettendo in campo diversi strumenti anticrisi – continua Ferrari – Lo stesso mondo imprenditoriale, dopo le incertezze iniziali, sta reagendo mettendo a fuoco in maniera più chiara la situazione di forte difficoltà delle imprese, ma incominciando ad individuare i possibili sbocchi e le soluzioni per uscirne positivamente. Rimane un lato oscuro, rappresentato dalle banche, che invece non sembrano reagire alla difficile situazione, così come più volte richiesto anche pubblicamente: in particolare servirebbero aiuti e agevolazioni alle famiglie ed ai singoli lavoratori, attraverso i meccanismi di anticipazione degli ammortizzatori sociali, ma anche una maggiore attenzione nei confronti del mondo imprenditoriale, che segnala continue difficoltà nell’accesso al credito”.