Nei  giorni  scorsi  si è concluso l’iter secondo il quale i Comuni facenti parte della Comunità  Montana Modena Est (Guiglia, Montese, Zocca, Marano sul Panaro) hanno deliberato la loro scelta rispetto alle opzioni previste nella proposta    di    riforma regionale delle Comunità montane
emiliano-romagnoli, che determina nella nostra provincia la riduzione da 3 a 1 (da 18 a 9 a livello regionale).
Come Sindacato abbiamo condiviso  complessivamente gli obiettivi della riforma sul  riordino istituzionale che, fra gli altri, ha come obiettivi, quello di qualificare la funzionalità del sistema, elevare l’integrazione e innovare  la  governance allo scopo  di fornire servizi e prestazioni più efficienti, più efficaci,   riducendo gli oneri organizzativi e procedimentali.
A differenza dei comuni di Guiglia, Zocca, Marano, che con lo scioglimento della Comunità  Montana Modena Est, sono orientati a confluire nell’Unione Terre dei Castelli piuttosto che dar vita ad una nuova unione, il comune di Montese  ha escluso invece la possibilità di aderire  alle  Terre dei Castelli.
Di fronte a scelte non omogenee, la Cgil di Vignola chiede di essere coinvolta in un confronto.
“Da tempo – sottolinea Patrizia Palmieri responsabile della Cgil di zona – valorizziamo  il  ruolo  che  le Unioni dei Comuni possono avere nella loro capacità  di unire risorse,  progettualità, investimenti, nel rendere
maggiormente efficiente la macchina   organizzativa e quindi anche nell’ampliare  le opportunità ed i servizi offerti ai loro cittadini, senza per questo esautorare il ruolo insostituibile dei Comuni, ma valorizzandolo in una più ampia progettualità e capacità”.
“Per questo, l’ingresso di tutti e 4 i Comuni all’interno dell’Unione Terre di Castelli,  –  prosegue Palmieri  – ci pare il percorso aggregativo più opportuno, anche in  considerazione  dell’esperienza  distrettuale finora
positiva”.
Qualora venisse confermata la scelta per la quale solo Montese decidesse di aggregarsi alla  Comunità Montana del Frignano, scelta comunque legittima, si aprirebbe poi la questione della  possibilità di gestione, a livello distrettuale, di una serie di servizi, in particolare quelli socio sanitari e quelli alla persona, in cui un unico Comune, Montese, sarebbe fuori dall’Unione.
            




