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L’Edificio D dell’ospedale Maggiore di Bologna


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Nato nel ‘200 in via Clavature, cresciuto sulle rive del Reno, bombardato in entrambe le guerre mondiali e poi ricostruito nella sede attuale: è l’ospedale Maggiore, una struttura moderna e tecnologica, oggi con una nuova torre, l’Edificio D sovrastato da una elisuperficie avveniristica.

L’Edificio D verrà inaugurato martedì 10 febbraio alle 11 da Giuliano Barigazzi, assessore provinciale alla salute, Giovanni Bissoni, assessore regionale alle politiche per la salute, Vasco Errani, presidente della Regione Emilia-Romagna, Giuseppe Paruolo, vicesindaco e assessore comunale alla salute, Francesco Ripa di Meana direttore generale Azienda USL di Bologna.

In occasione dell’inaugurazione è stata allestita nell’atrio dell’ospedale Maggiore, Largo Nigrisoli 2, Bologna, una mostra fotografica, “Il Mio Maggiore”, aperta al pubblico dal 5 febbraio, che si sofferma su alcuni momenti della vita dell’Ospedale tra passato, presente e futuro. Una sezione della mostra è presente anche in Piazza Nettuno, dove rimarrà fino al 20 febbraio.
I volti, i gesti, gli spazi, i cambiamenti, le innovazioni: più di 70 foto che riportano la storia di una parte della vita di tutti noi e raccontano Bologna e la sua capacità di anticipare le sfide che la modernità, di volta in volta, ci propone, come nella tradizione emiliano-romagnola.
Foto in bianco e nero di sale operatorie che appaiono assai lontane nel tempo vengono accostate a quelle delle nuove tecnologie e delle équipe al lavoro. Il contrasto, a volte anche stridente, tra antico e nuovo, racconta la storia e l’orgoglio delle tante cose realizzate, con la determinazione, il sacrificio e la dedizione di una comunità per il bene comune.

La mostra racconta la crescita e il cambiamento del Maggiore dagli inizi del secolo, e come l’Edificio D avvicini l’oggi al domani. Un occhio al passato per mantenere lo sguardo fisso sul futuro e sulle nuove sfide, che avranno bisogno di nuove tecnologie, di altre mani, di altri occhi, e del sostegno che la comunità ha sempre assicurato alla sua sanità e alla sua capacità di prendersi cura.