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Crisi, Prodi: ‘Europa entri in campo con un ruolo più attivo’


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Un sistema di regole per aumentare la sorveglianza dei mercati globali, evitare misure di protezionismo, l’adozione di politiche di refrazione, e la necessità di un ruolo più attivo dell’Europa in quanto leader nell’economia mondiale: queste le linee da seguire, secondo l’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea Romano Prodi per affrontare la crisi economica.

Ieri sera Prodi ha tenuto una relazione, a Bologna, su “La crisi: economica, politica o etica?” in occasione dei “Martedì di San Domenico”, serie di incontri sui temi sociali ed economici.

Prodi ha ripercorso le tappe della crisi finanziaria a partire dal fallimento della banca di investimenti americana Lehman Brothers, evidenziando i rischi dei mercati senza regole basati sui grossi profitti finanziari (“C’è stato un comportamento del sistema finanziario veramente da banditi”) e sottolineando come “qualunque sia la crisi economica le banche non debbono essere mai fatte fallire altrimenti crolla tutto il sistema”.
L’ex capo di Governo ha poi indicato come strada da imboccare l’adozione di politiche di refrazione (“la cui entità dipende dai bilanci dello Stato ad esempio l’Inghilterra può dare una spinta all’economia molto più forte rispetto all’Italia) mettendo in guardia dai rischi derivanti dal seguire politiche protezionistiche. E’ altresì, fondamentale creare un sistema di regole di sorveglianza dei mercati altrimenti “attendiamoci un’altra crisi entro 15 anni”.

In questo contesto Prodi ha denunciato “il ruolo passivo” dell’Unione europea che, invece, avrebbe grandi potenzialità essendo la prima potenza economica mondiale. Un ruolo passivo, quello finora esercitato, dovuto alla “mancanza di una struttura decisionale comune” e conseguenza di un sistema di voto basato sull’unanimità che “paralizza” l’iter decisionale.