Home Modena Lingua unica a scuola: a Modena rischiano 30 docenti

Lingua unica a scuola: a Modena rischiano 30 docenti


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“E’ difficile prevedere a quanto ammonterà la riduzione di personale legata alla riduzione dell’insegnamento delle lingue diverse dall’inglese previsto dal Governo, in quanto ciò dipende dalla effettiva scelta delle famiglie e dagli organici effettivamente assegnati alle scuole, tuttavia ritengo che si potrebbe arrivare ad un massimo di circa trenta docenti in meno nel solo Comune di Modena”. E’ la risposta dell’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzè in Consiglio comunale all’interrogazione del consigliere del Pd William Garagnani “Addio alla lingua di Goethe, Cervantes e Stendhal nella scuola italiana?”.


Il consigliere, con la sua interrogazione chiedeva di conoscere il numero delle cattedre di lingue comunitarie attive nella scuola modenese “e la conseguente possibile negativa ricaduta sul piano occupazionale del provvedimento Gelmini, e di essere informato sulle eventuali azioni che l’Amministrazione comunale intende realizzare a sostegno delle famiglie che stanno per iscrivere i loro figli in prima media, pur tenendo conto dell’oggettiva difficoltà di approntare un programma informativo ad hoc, visti i tempi strettissimi a disposizione, perché le iscrizioni, già iniziate, e si chiuderanno il 28 di febbraio”. Il consigliere ha sottolineato, inoltre, che con questa riforma si finisce per “liquidare dalla scuola italiana il francese, lo spagnolo e il tedesco”, per “eliminare conseguentemente 8604 cattedre, oltre 3000 delle quali sono affidate a precari”.
“I tempi delle iscrizioni sono in effetti ristretti – ha proseguito l’assessore – ma negli incontri già programmati con i dirigenti scolastici solleciterò le scuole ad informare i genitori della valenza dello studio delle lingue comunitarie anche coinvolgendo i docenti interessati per garantire, nel rispetto delle indicazioni Ministeriali per ora vigenti, una informazione aperta e rispettosa, quanto meno della storia culturale e delle opzioni pedagogiche che le nostre scuole hanno esercitato in coerenza con i vigenti programmi di insegnamento e, come abbiamo visto, con le indicazioni europee sullo studio delle lingue”.
Per l’assessore Querzè “una lingua è evidentemente ritenuta più essenziale e semplice di due, come lo è un solo maestro e forse un solo grembiulino uguale per tutti i bambini del nostro strano Paese” ha proseguito l’assessore.
“Concordo col fatto che la norma della lingua unica (inglese) sia stata inserita impropriamente nella circolare relativa alle iscrizioni alla scuola media, come se si trattasse di una semplice informazione fornita alle famiglie e non della ennesima destrutturazione del quadro organizzativo e dell’assetto culturale della scuola secondaria di primo grado”.

L’assessore ha poi ricordato che “il Regolamento applicativo della cosiddetta Riforma Gelmini non contiene alcuna traccia di questa possibilità, e non è ancora stato approvato in via definitiva, pertanto la Circolare è, a parere di molti, illegittima tanto che è stata impugnata da sindacati, associazioni di docenti e genitori”.
Il consigliere Garagnani ha commentato: “Al coro di critiche sulla riforma Gelmini si è aggiunto recentemente anche il parere del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione che ha definito non coerente la scelta. Le persone che perderanno il posto con questa riforma non saranno quelle che svolgono l’attività occasionalmente, ma quelle che da 10-15 anni lavoravano nella scuola”.