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Modena: congresso internazionale su carcinoma ovarico


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Ogni anno nel mondo circa 200.000 donne (intorno a 60.000 in Europa e 20.000 negli Stati Uniti) vengono colpite da tumore maligno all’ovaio, una patologia che, per incidenza, si colloca al sesto posto tra le forme di tumore maligno più frequenti nella donna. Le conseguenze? Circa il 75% delle donne colpite ogni anno muoiono a causa della malattia.

Al fine di costituire un network europeo di tipo traslazionale sul tema del carcinoma ovario, la Commissione Europea ha promosso un meeting internazionale dal titolo “Farmaco resistenza nel tumore ovarico: biomarkers e approcci terapeutici”, organizzato dai gruppi che stanno lavorando su due progetti europei incentrati, appunto, sul carcinoma ovarico: LIGHTS dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e OVCAD dell’Università di Vienna.

Il meeting, che porterà a Modena i massimi esperti del settore, si terrà giovedì 19 e venerdì 20 febbraio 2009 presso l’Aula Magna del Centro Servizi Didattici della facoltà di Medicina e Chirurgia (Largo del Pozzo, 71 – presso Policlinico) dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

“I temi che saranno affrontati – afferma la responsabile dell’iniziativa prof.ssa Maria Paola Costi del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – sono la messa a punto di terapie mirate per superare i problemi di tossicità e resistenza; la scoperta di nuovi strumenti quali biomarker per la diagnosi precoce del tumore e messa a punto di un sistema di screening; feed-back dei risultati terapeutici per implementazione della ricerca di base. Un altro intento importante del convegno è la discussione del problema della traslational research ovvero del processo per cui i risultati della ricerca di base sono tradotti in efficaci strumenti e/o trattamenti terapeutici; e del problema della organizzazione di networks di gruppi di ricerca con competenze multidisciplinari nell’ambito del tumore ovarico”.

Nel corso del convegno saranno anche diffusi i principali risultati raggiunti nell’ambito dei due progetti europei, LIGHTS dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e OVCAD dell’Università di Vienna, mentre una tavola rotonda chiuderà l’appuntamento.

“Molte pazienti colpite da cancro all’ovaio – continua la prof.ssa Maria Paola Costi, responsabile del Progetto LIGHTS – presentano una ricomparsa del tumore, la cosiddetta recidiva, entro uno due anni nonostante il trattamento chirurgico e chemioterapico abbia avuto un esito apparentemente positivo con la completa eliminazione del tumore. In caso di recidiva le possibilità terapeutiche sono limitate e la malattia, nella maggior parte dei casi, viene considerata non più curabile. Questo dato riflette il fatto che questa patologia è caratterizzata dall’assenza di sintomi precoci e molte pazienti con carcinoma ovarico epiteliale presentano al momento della diagnosi già una patologia in stadio avanzato. Gli sforzi per aumentare la sopravvivenza a questa patologia sono diretti allo sviluppo di terapie sistemiche più efficaci, all’identificazione di biomarkers per la diagnosi precoce, al miglioramento dell’efficacia dei farmaci ed al contrasto dell’insorgenza di resistenza ai farmaci”.

Per ulteriori informazioni sul programma del convegno consultare: Ovarian cancer Università Modena-Reggio.