Home Economia Consuntivo cooperativa agricola Cila: record produzioni, delusione per mercati

Consuntivo cooperativa agricola Cila: record produzioni, delusione per mercati


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“E’ stata una annata record per i risultati produttivi ottenuti, ma amara per l’aumento dei costi e l’andamento negativo dei mercati del Parmigiano Reggiano e del suino pesante”. E’ questa la sintesi di Graziano Salsi presidente di Cila, la cooperativa agricola di Novellara, una delle più importanti aziende del settore a livello regionale. Salsi ha illustrato ai propri soci l’andamento produttivo a consuntivo e le linee di lavoro per l’annata in corso.

Gli obiettivi fissati sono stati raggiunti: per il latte, interamente destinato a Parmigiano Reggiano, la produzione è stata di 103.326 quintali (+2%), i suini venduti sono stati 8521, le foraggiere +10%. I cereali hanno segnato per il grano il +33% e per il mais il +35%. Il negozio di vendita di Novellara ha segnato +12% sul fatturato, in controtendenza rispetto al calo dei consumi generalizzato; il settore delle prestazioni di servizi ha sviluppato il +9%.
Il 2008 è stato un anno importante anche per gli investimenti previsti dal piano di sviluppo 2008-2010, varato da Cila che prevede la realizzazione di una stalla per bovini da 160 capi ed un struttura multipla coperta di 4200 mq per stoccaggio foraggi e ricovero attrezzi, ma anche stabulazione vitelli nelle prime settimane di vita, sono stati terminati per un importo complessivo di 800.000 euro oltre ad impianti per allevamenti suini e macchine agricole per 200.000 euro, e all’acquisto di un podere di 13 ettari con casa colonica. “In questi giorni – ha spiegato Salsi – sono state varate le linee di lavoro per il 2009: gli obiettivi produttivi riguardano un aumento conseguenziale agli investimenti fatti. Per il latte il +3%, oltre al miglioramento delle rese di carne prodotta per l’allevamento suino, e stabilità per le produzioni foraggiere e cerealicole. Gli investimenti riguardano soprattutto macchine e attrezzature di vario genere. Continueranno inoltre gli approfondimenti progettuali ed economici per portare avanti il secondo stralcio dei lavori del piano di sviluppo che riguarda investimenti strutturali in grado di realizzare la concentrazione dei centri di allevamento bovino portandoli da 4 a 2”.
Nel parlare dei risultati della sua cooperativa Salsi, che è anche presidente della Sezione reggiana del Consorzio del Parmigiano Reggiano, non ha dimenticato di affrontare i problemi più complessivi, e gravi, del settore agroalimentare. “L’andamento negativo di mercato del Parmigiano Reggiano e del suino pesante – ha affermato Salsi – non dipende dalla crisi economica generale che stiamo attraversando, anche se influirà senz’altro negativamente sulla capacità di spesa delle famiglie, ma dalla difficoltà di esercitare un potere contrattuale adeguato a creare un giusto equilibrio sui prezzi nella filiera. Nella produzione delle Dop – per Salsi – la dimensione aziendale che può avere anche contenuti di competitività non è affatto in grado di vincere i ‘poteri forti’. Basti pensare alla diffusione sul territorio delle aziende di produzione per il Parmigiano Reggiano: sono 4700, e quelle di trasformazione 410, che devono contrattare con 5 grandi gruppi di acquisto, mentre la aziende cooperative di commercializzazione raggiungono soltanto il 22%”.
Per Salsi, le azioni tese a togliere prodotto dal mercato convenzionale (come il ritiro di 100.000 forme di Parmigiano Reggiano da Agea per gli indigenti) e per la promozione all’estero (ritiro di 50.000 forme dal Consorzio del Parmigiano Reggiano) sono indispensabili nel breve periodo per riequilibrare offerta e domanda, ma per il futuro occorrerebbe una “strumentazione legislativa” nuova per le Dop, che assegni ai “consorzi” la possibilità di regolare la produzione in equilibrio con i consumi, giustificata dal fatto che le Dop hanno vincoli tali di processo molto costosi che non consentono di esprimere una competitività da libero mercato come possono essere le commodity; diversamente le crepe che oggi si sono insinuate nel sistema Parmigiano Reggiano si allargheranno mettendo in ginocchio i produttori .
A tale proposito sarà fondamentale il ruolo attivo della politica di concerto con le rappresentanze associative di categoria e gli organismi di tutela.