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III Commissione Consiliare Provincia di Bologna sulla crisi della Haworth SpA


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Oggi si è svolta presso la Provincia di Bologna l’udienza conoscitiva della III Commissione consiliare Attività produttive, commercio, agricoltura sulla crisi della Haworth SpA, che nei giorni scorsi ha indicato di voler procedere alla chiusura dello stabilimento di Imola ed al dimezzamento degli addetti dello stabilimento di S. Giovanni in Persiceto.

All’audizione i sindacati imolesi e bolognesi hanno ribadito l’inaccettabilità del piano industriale presentato, pur essendo disponibili, come dimostrato dall’accordo sulla cassa integrazione ordinaria ottenuta per i prossimi due mesi, ad un confronto su ristrutturazioni dell’azienda che salvaguardino le unità produttive e i posti di lavoro. L’azienda, attraverso il direttore generale Stefano Verani, ha ribadito che è obiettivo del gruppo affidare ad Haworth Italia la produzione delle pareti attrezzate e degli arredi operativi (scrivanie e cassettiere) e che il piano prevede una riqualificazione della produzione per elevare la qualità dei servizi al cliente, oltre a nuove linee di prodotti proseguendo l’innovazione del marchio storico Castelli. Tutto ciò deve però avvenire riducendo i costi e le perdite (oggi pari a un milione di euro al mese), condizione per far sì che il gruppo continui ad investire in Haworth Italia. Il gruppo PD, attraverso la presidente della Commissione Anna Pariani ed i consiglieri Massimo Gnudi e Gigliola Poli, ha proposto un ordine del giorno al Consiglio provinciale affinché l’azienda mantenga aperto il confronto con sindacati e istituzioni per il mantenimento dell’occupazione e dei punti produttivi in Provincia di Bologna; ha chiesto il coinvolgimento della Regione e della direzione generale del gruppo Haworth alla trattativa, ribadendo un giudizio negativo sul piano presentato, che, soprattutto in questa fase di crisi economica, scarica sui lavoratori l’esito di anni di perdite aziendali e mancati investimenti per l’innovazione. “Solo di fronte ad una precisa responsabilità sociale dell’impresa le istituzioni possono essere disponibili a sostenere processi di riorganizzazione, che devono però avere prospettive di investimento serie e durature. Passare da 360 dipendenti in due stabilimenti a un solo punto produttivo con 130 addetti a San Giovanni in Persiceto non è un segnale di investimento, ma di abbandono, che rischia di sfogliare la margherita: nel 2005 si è chiuso Ozzano, oggi si propone la chiusura di Imola e non si vedono prospettive certe per il futuro di San Giovanni in Persiceto”.

Anna Pariani
Presidente III Commissione Consiliare Provincia di Bologna